Sigmund Freud ha definito il bambino un "perverso polimorfo". Questa definizione, spogliata di tutte le valenze positive che gli attribuiva il padre della psicanalisi, si adatta alla perfezione per descrivere il piccolo Lucius. Perverso, perché il suo gioco d'elezione è uccidere esseri umani, meglio ancora se congiunti. Polimorfo, perché Lucifero in persona gli ha concesso poteri esoterici per aiutarlo a compiere le sue malefatte. Ovviamente avete colto subito l'assonanza tra i nomi Lucius e Lucifer, perciò è scontato dirvi che questa avventura horror ci mette nei panni di un bambino manipolato dal signore degli inferi. Come sia avvenuto un tale abominio si intuisce nella sequenza iniziale del gioco, durante la quale vediamo un uomo incappucciato compiere un sanguinoso rituale, il numero 6 comparire con sospetta frequenza e persino una residenza chiamata Dante's Manor.
Insomma, tutto molto autentico, proprio come il merchandising di Padre Pio. Ma non sottovalutate il tema: stiamo parlando di un videogioco coraggioso e a tratti disturbante. Senza censure o falsi pudori, avremo tra le mani un bambino che misura ogni mossa per compiere atroci delitti contro persone del tutto prive di colpa. Certo, possono avere qualche vizio, ma non c'è ragione per cui loro debbano morire e noi gioirne al calduccio, sotto le coperte, con indosso il nostro pigiamino a righe. Perciò al di là dei suoi difetti, Lucius di Shiver Games merita attenzione: potrebbe aprire nuovi spiragli nel campo ristretto delle tematiche ammesse in un videogioco.
Jovita, sei stata eliminata
Lucius nasce il sei giugno 1966 e, al compimento del sesto anno di età, riceve la visita di Satana, che comincerà subito a reclamare anime per appagare il suo insaziabile appetito. Figlio di una ricchissima famiglia americana impegnata in politica, Lucius vive dentro un'immensa tenuta affollata di persone. Non gli mancano perciò bersagli validi per i sacrifici richiesti dal suo padrone, che saranno in tutto diciotto, uno per ogni capitolo del gioco. Di solito la persona da uccidere non ci viene indicata con precisione e siamo quindi noi a doverla scoprire. Possiamo perciò prenderci il tempo che vogliamo per esplorare la magione, fino a quando, alla vista di qualcuno in particolare, il gioco si ferma qualche istante e lo schermo si tinge di rosso. A quel punto non ci resta che trovare gli oggetti giusti e combinarli per inscenare un incidente domestico, che puntualmente finisce con una persona ammazzata in maniera cruenta. Purtroppo non si può parlare di fantasia diabolica perché esiste una sola soluzione possibile per ogni caso, tra l'altro facile da indovinare.
Un po' di pepe lo aggiungono i poteri di Lucius, che il diavolo sblocca per noi nel corso dell'avventura. Fra tutti il più interessante è la telecinesi, che è anche il primo disponibile, mentre gli altri aggiungono poco all'esperienza di gioco. Durante le missioni non c'è fretta, l'importante è che nessuno ci veda mentre facciamo qualcosa di strano, altrimenti il gioco finisce. Sfortunatamente non si può salvare e questo si riflette sull'esperienza di gioco. Lucius infatti, pur nella sua grandezza di bambino posseduto, non ha il potere di sapere chi c'è alle sue spalle. Capita perciò che una porta si apra all'improvviso e si debba ricominciare da capo. Questo vale soprattutto per gli omicidi che avvengono di notte, quando molte porte sono chiuse e sull'unico percorso disponibile c'è sempre un adulto pronto a riportarci a letto. Il risultato è che il gioco dura di più ma la frustrazione aumenta in proporzione al numero di tentativi falliti. Nel tempo infinito a nostra disposizione possiamo comunque approfittarne per esplorare tutte le stanze, che di giorno sono sempre aperte, e raccogliere quanti più oggetti possibile.
Meglio portarsi avanti subito, così da non perdere mezz'ora più tardi a cercare qualcosa dentro quella dannata villa, attività che innesca contrazioni facciali da indemoniato seguite dal lancio del mouse. Se poi vogliamo rendere più fruttuose queste peregrinazioni possiamo portare a termine semplici compiti da bravo bambino, come lavarci i denti o riordinare la biancheria sporca, sotto-missioni talmente noiose e prive di interesse che potrebbero spazientire un santo. Nel caso però siano portate a termine con successo ci daranno accesso a tre ricompense utili per le nostre malefatte. La tavoletta Ouija ci fornisce per esempio un suggerimento su come attuare il prossimo delitto, mentre il carillon ha una serie limitata di cariche che ci consentono di individuare un oggetto selezionabile all'interno di una stanza. Il triciclo invece rende più rapidi gli spostamenti e conferisce a Lucius un alone ancora più sinistro. Questo è tutto quello che c'è da fare nel gioco per il nostro piccolo Agente 47. Ci resta adesso da capire come mai, a furia di giocare con il fuoco, il team di Shiver Games abbia finito per scottarsi.
La monotonia del male
Il primo delitto non si scorda mai. Quando infatti vestiamo i panni di Lucius per la prima volta, la tensione è tanta. Mai prima d'ora siamo stati dalla parte del male in maniera tanto sconcia e ingiustificata. Poi però il ripetersi delle situazioni e la semplicità delle interazioni con i pochi oggetti a disposizione tolgono tutto il piacere di compiere le missioni. Inoltre i controlli imprecisi ci costringono a ripetere troppe volte alcuni passaggi. Uno è quello dell'asciugacapelli nella vasca, mentre un altro ci aspetta per esempio nella missione finale, della quale non vi diciamo nulla, anche perché non c'è nulla da dire. Rimane perciò solo la curiosità morbosa di sapere in che modo truculento morirà la prossima vittima. Ma al di là del gameplay e dei glitch occasionali, qualcosa non quadra proprio in Lucius (a parte il fatto di essere indemoniato). Questo bambino infatti non dice una sola parola per tutta l'avventura. Possibile che venti persone non se ne siano accorte?
Lucius non parla, non piange, non ride: ha solo quell'espressione da bambola di porcellona. Con premesse del genere è molto difficile provare empatia nei suoi confronti. Oltretutto è privo di movente. Il diavolo vuole delle anime, fine. E quando abbiamo concluso il massacro, neppure si fa vivo. L'esile trama parla solo del motivo per cui Lucius è finito nelle grinfie del maligno, ma il prevedibile colpo di scena arriva presto, e dopo non resta più nulla da scoprire. Buona invece l'idea di narrare quello che sta succedendo tra un capitolo e l'altro dal punto di vista di un detective chiamato a investigare sul caso. Grazie a lui riusciamo infatti a recuperare un po' di umanità. Inoltre il detective racconta al passato, perciò è naturale chiedersi cosa sia accaduto, dal momento che almeno lui è rimasto in vita. Purtroppo il finale delude tutte le aspettative e si avvale della facoltà di non rispondere. Anche il resto del cast è presentato con superficialità, lasciando trasparire solo il conflitto tra il padre di Lucius e il nonno. Ci dispiace dirlo ma per un gioco del genere ci vogliono budget superiori a quelli investiti, soprattutto se si vuole fare della violenza uno spettacolo. Comunque l'insieme delle parti è sufficiente a tenere in piedi il gioco, che se non altro ci fa vedere il mondo da una prospettiva insolita. C'è però un aspetto da tenere ben presente: Lucius non fa paura. D'altronde quando il male siamo noi e il peggio che può capitarci è una ramanzina, c'è ben poco da temere.
Conclusioni
L'unico punto di forza di Lucius è l'idea di partenza: metterci nei panni di un bambino al servizio del demonio che uccide con freddezza adulti innocenti. Una posizione scomoda che allarma e incuriosisce il tempo di compiere i primi delitti, poi l'interesse crolla e il gioco diventa ripetitivo e vacuo. Non aspettatevi atmosfere da brivido e tensione perché non le troverete. La trama è appena accennata e non sembra coinvolgere mai il bambino che, muto e inespressivo, si limita a fare quello che il diavolo gli ordina senza tanti fastidi. In definitiva Lucius è un gioco coraggioso, ma sbaglia il colpo. Speriamo solo non ci bruci vivi per averlo detto.
PRO
- Punto di vista insolito
- L'inevitabile fascino del male
- Buona l'idea dei poteri...
CONTRO
- ...ma potevano essere impiegati meglio
- Il protagonista sembra una marionetta
- Ripetitivo
- Trama fiacca e finale deludente
- Controlli imprecisi
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore Intel Core i7-2600K 3.40GHz
- RAM 8 GB
- Scheda video GeForce GTX570
- Sistema operativo Windows 7 64 bit
Requisiti minimi
- Processore 1.5 GHz (2.6 GHz consigliati)
- RAM 1.5 GB
- Scheda video NVIDIA Serie 8600 o equivalente ATI
- Sistema operativo Windows XP / Vista/ 7