Abbiamo visto morire molte persone da quando questa avventura è cominciata. Nel corso dei mesi nuovi compagni si sono aggiunti al gruppo, mentre altri lo lasciavano per sempre. Dire addio ad alcuni di loro è stato devastante. Pensiamo al figlio di Kenny, per esempio. In molti casi non si è trattato di un incidente ma della conseguenza di una nostra scelta. E ora che la resa dei conti è vicina, una cosa è certa: se abbiamo mentito, se abbiamo peccato, è stato solo per Clementine. Avremmo sacrificato tutto e tutti per salvarla, vero? Be', stiamo per scoprirlo, perché No Time Left è pronto a chiederci il tributo più alto. Sarà un'escalation di dolore fino ad arrivare al momento decisivo per eccellenza, e vi sfidiamo a superarlo senza versare neppure una lacrima.
Tra tutti gli episodi questo è il più corto: i puzzle sono assenti perché la regia non consente divagazioni, e i rari momenti di respiro diventano occasioni per chiudere i fili lasciati in sospeso, dare voce ai personaggi secondari e consentire a ciascuno di loro di terminare il suo arco narrativo. Kenny e Lee li conosciamo bene, siamo stati con loro fin dall'inizio, e ora li vedremo cambiati. Hanno vissuto e si sono evoluti. Anche Christa, Ben e Omid troveranno finalmente lo spazio che meritano, uscendo dallo sfondo. Chissà poi che per Christa e Omid non ci sia un secondo tempo. Perché questa non sarà l'ultima stagione di The Walking Dead. Sarebbe inaccettabile. Abbiamo troppa fame di emozioni e, come per gli zombie, un solo morso non ci basta.
Il primo morso non si scorda mai
Ogni volta diciamo che peggio di così non potrebbe andare, ma questa volta, davvero, peggio di così non potrebbe andare. Clementine è stata rapita e Lee morso da uno zombie. E siamo solo all'inizio. Rispetto agli episodi precedenti No Time Left esercita un controllo rigido sull'azione. Si gioca ancora meno del solito, ma quando ci viene data la parola ogni frase diventa un colpo di scalpello che definisce la personalità di Lee. Se all'inizio era un foglio bianco, ora ha una dimensione propria, sebbene sempre e solo in relazione a Clementine, che ne ha messo in luce l'umanità.
Finalmente il loro legame, cresciuto un episodio dopo l'altro, è diventato prezioso come quello tra un padre e la figlia. O tra un mentore e l'allieva. Telltale ha seminato bene e tutto ciò che abbiamo insegnato alla bambina ora torna giustificato e credibile nel finale. E parlando di chiusura, No Time Left è coerente con lo spirito dell'opera originale di Kirkman, che non ha mai fatto sconti a nessuno dei suoi personaggi. Quello di The Walking Dead è un mondo brutale e ingiusto, non c'è spazio per altro che non sia lotta per la sopravvivenza. Avrete capito a questo punto che Lee e Clementine sono al centro di No Time Left (e non poteva essere diversamente). Purtroppo pur di non perdere il passo e condurci nei tempi giusti all'apice della storia Telltale affretta molto l'azione. Il senso di urgenza non concede il giusto tempo ad alcune situazioni e personaggi, che hanno reazioni un po' inusuali rispetto a quelle a cui siamo abituati. Inoltre il finale fatica un po' a legarsi con gli eventi che lo precedono, ma questo non toglie nulla a quello che è il momento più vero, intenso e memorabile dell'intera stagione. E comunque nei cinquanta minuti che lo precedono avremo modo di tremare davanti a quel morso infetto, sperimentare la migliore scena di zombie e confrontarci con il rapitore di Clementine, che ci metterà di fronte alle nostre colpe. Dalle risposte che daremo emergerà il senso che vogliamo dare alle azioni di Lee, la nostra visione di quel mondo sconvolto che ognuno di noi ha vissuto in modo diverso, tessendo di volta in volta la propria trama personale. Se The Walking Dead è un capolavoro lo dobbiamo ai dialoghi sempre brillanti e ai doppiatori eccezionali che hanno dato il massimo per far emergere ogni sfumatura possibile dai personaggi. Sono loro infatti la meraviglia della serie. Si potrebbe parlare per ore di questo gioco e state certi che in futuro riceverà ancora molta attenzione, perché potrebbe avere aperto una strada che va al di là del suo genere di appartenenza. Cosa possiamo dire di più: è solo uno dei migliori giochi dell'anno.
Grazie all'impegno del gruppo di traduzione amatoriale CrybioLab i possessori di PC possono scaricare le patch per giocare ai primi quattro episodi di The Walking Dead con i sottotitoli in italiano. A breve dovrebbe essere disponibile anche la patch per No Time Left.
Conclusioni
No Time Left è il finale che tutti i fan meritavano. Il momento più alto della serie, coerente e conclusivo. Niente rimane in sospeso e tutti i personaggi portano fino in fondo il percorso iniziato. Adesso possiamo dirlo senza paura: dal punto di vista narrativo e delle emozioni che suscita The Walking Dead è uno dei giochi migliori che potete trovare in circolazione. Nonostante le piccole imprecisioni tecniche e una possibilità di interagire con il mondo limitata al minimo indispensabile. Senza tradire l'opera a fumetti da cui è tratto, e di cui incarna fino in fondo lo spirito, The Walking Dead offre un'esperienza diversa, irripetibile con altri mezzi. Non è questione di generi: quest'opera merita di diventare un classico.
PRO
- I momenti migliori di tutta la serie
- Finale degno di questo nome
- Scrittura e doppiaggio di altissimo livello
CONTRO
- Va un po' di fretta
- Toglie le redini dalle mani del giocatore
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore Intel Core i7-2600K 3.40GHz
- RAM 8 GB
- Scheda video GeForce GTX570
- Sistema operativo Windows 7 64 bit
Requisiti minimi
- Processore 2.0 GHz Pentium 4 o equivalente
- RAM 3 GB
- Scheda video ATI o NVidia con 512 MB RAM (sconsigliate schede grafiche integrate Intel)
- Direct X 9.0c
- Sistema operativo Windows XP SP3/Vista/7