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I segreti di Castlerama e dintorni

Il team indipendente italiano Codenrama ha fatto evolvere la sua demo tecnica in un vero e proprio videogioco

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   03/07/2013
Return to Castlerama
Return to Castlerama
Video Immagini

Un paio di anni fa, il team Codenrama rilasciò gratuitamente, su App Store, una demo tecnica basata su Unreal Engine in grado di dimostrare le grandi possibilità del celebre motore di Epic, applicate all'ambiente iOS e ad una particolare visione artistica e storico-architettonica della grafica videoludica. Una sorta di Epic Citadel dal sapore italiano, ispirata ad Assisi e all'arte rinascimentale. Partendo da questa base, gli sviluppatori hanno deciso di riprendere in mano ambientazioni e atmosfere ed evolvere l'intero progetto portandolo a diventare un vero e proprio videogioco.

I segreti di Castlerama e dintorni

Queste sono le premesse di Return to Castlerama, che in un certo senso delineano in maniera piuttosto precisa i confini di un gioco di non facile identificazione, tra pregi e difetti di una progettazione coraggiosa, sebbene imperfetta: grande atmosfera e ottima grafica da una parte, ma varie carenze strutturali in termini di gameplay dall'altra. Il gioco propone un'interpretazione alquanto originale del classico canovaccio fantasy: un semplice garzone di bottega, David da Volpedo, scopre improvvisamente di rappresentare l'unico baluardo a difesa della città di Castlerama e di tutta la valle del Gorendal contro l'avanzata inesorabile delle forze del male, impersonificate da demoni, non-morti e varie altre creature coadiuvate da alcuni deus ex machina malvagi, il tutto calato all'interno di intrighi e lotte tra fazioni politiche che sembrano derivare direttamente dall'epoca medievale e rinascimentale italiana. Un misto originale e ben congegnato di fantasy tolkieniano classico, leggende, eventi storici italiani e tanto esoterismo che compone un sostrato narrativo di grande spessore, anche se scarsamente amalgamato con il gioco stesso. La raccolta delle pagine di un lungo manoscritto, dislocate attraverso le varie ambientazioni di gioco, consente di conoscere in maniera approfondita il background degli eventi e i personaggi alla base della storia. Si tratta di un espediente "antico" ma piuttosto semplicistico in quanto slega la narrazione dallo svolgersi del gameplay, consentendo la costruzione di un comparto narrativo che, seppure solido e interessante, appare alquanto avulso dagli eventi che si svolgono sullo schermo durante il gioco. Tanto è vero che il manoscritto può essere tranquillamente accantonato e ripreso successivamente, come una lettura parallela che si presenta molto interessante e complessa ma anche sintomatica della discrepanza tra narrazione e gameplay.

Myst ad Assisi

La struttura è, in linea di massima, quella dell'avventura grafica con visuale in prima persona, ma il gioco non disdegna digressioni in ambito action, in alcune sezioni. Nella maggior parte dei casi ci troviamo a dover risolvere enigmi che ricordano quelli di classici del genere in stile Myst, ma in certi altri ci troviamo di fronte anche a fasi che richiedono velocità e precisione dei movimenti, situazioni che tendono peraltro a scontrarsi con un sistema di controllo non propriamente perfetto. Il movimento è affidato ai due classici "stick virtuali" con alcuni tasti aggiuntivi (corsa, salto e magia), soluzione di per sé già poco simpatica ma purtroppo connaturata con le ristrettezze del touch screen. La velocità di movimento è piuttosto bassa e l'incertezza della risposta ai comandi rende le sezioni più attive, in particolare quelle con elementi "platform", decisamente frustranti.

I segreti di Castlerama e dintorni

La scelta di fornire un'amalgama di sezioni classicamente adventure con altre più action contribuisce sicuramente ad evitare cali di tensione e aumentare il ritmo del gioco, inserendo un elemento di pericolo e costringendo ad agire in maniera tempestiva, ma l'impostazione generale e il sistema di controllo fanno pensare ad un design iniziale maggiormente adatto a ritmi decisamente più compassati. L'esplorazione, d'altra parte, rappresenta l'elemento cardine dell'intera esperienza di Return to Castlerama, a rimarcare le origini contemplative del progetto, partito dalla suddetta demo tecnica. Da questo punto di vista, il gioco è in grado di fornire splendidi scorci che dimostrano un'ottima padronanza dell'Unreal Engine in ambito iOS, soprattutto per quanto riguarda la modellazione degli scenari e la gestione della luce all'interno delle diverse aree geografiche di Gorendal che ci troviamo ad attraversare, sebbene persista una certa sensazione di artificiosità, legata soprattutto alle scarsa integrazione tra enigmi e ambientazioni e ad interazioni con gli NPC decisamente rare, cosa che rende ancora incerto il confine tra videogioco e tech demo esplorativa. Per la maggior parte del tempo ci troviamo ad esplorare le 8 zone di gioco, peraltro caratterizzate da una buona varietà scenografica, cercando i frammenti di manoscritto e i tarocchi di Dagmar che, nel tipico esoterismo diffuso del gioco, sono elementi che si rivelano di fondamentale importanza per la soluzione finale. Gli enigmi rappresentano probabilmente i momenti più appaganti nell'ottica di una vera e propria esperienza videoludica, ma la loro presenza è forse anche troppo diluita all'interno del lungo vagare tra le location di Gorendal.

Tra misteri e architetture rinascimentali R2C è un bel viaggio, con qualche problema di carattere ludico

Conclusioni

Versione testata: iOS (1.0)
Terminale utilizzato: iPad 2
Prezzo: 4,49 €
Multiplayer.it
6.7
Lettori (1)
1.0
Il tuo voto

Sotto diversi aspetti appare evidente la discendenza di Return to Castlerama da una demo tecnica di carattere esplorativo/contemplativo. Il gioco eccelle nel calare l'utente all'interno di un'atmosfera veramente particolare, incentrando l'esperienza di gioco sull'esplorazione di ambientazioni di ottima fattura, ma l'idea che ne deriva è che gli sviluppatori abbiano cercato di riempire il mondo di Gorendal con caratteristiche ludiche senza partire da un lavoro di design particolarmente pianificato e strutturato, cospargendo le location di oggetti da raccogliere, inserendo qualche buon enigma e aggiungendoci sezioni action francamente dimenticabili. Il tutto supportato da un sostrato narrativo rigoroso e interessante, ma alquanto scollegato dall'esperienza propria del gameplay. E' facile rimanere affascinati dagli arcani segreti di Castlerama e la sua particolare atmosfera spinge a tornare ad esplorarne le ambientazioni, ma è un peccato che i punti deboli dell'esperienza siano proprio rappresentati dalle modalità di interazione con un mondo così interessante.

PRO

  • Ottima realizzazione di alcune ambientazioni
  • Storia e atmosfera affascinanti
  • Alcuni enigmi di ottima fattura

CONTRO

  • Sistema di controllo da rivedere
  • Sezioni "action" che appaiono piuttosto fuori luogo
  • Manca un po' di compattezza e coerenza