Quando Keith Zentner, brand director di PopCap Games, ci disse come Plants vs Zombies 2 fosse il gioco più rischioso, delicato e importante a cui lo sviluppatore di Seattle avesse mai lavorato, di certo non si trattava di un trucchetto da PR.
I 750 milioni di dollari dietro l'acquisizione da parte di Electronic Arts hanno messo la compagnia di Bejeweled e Peggle su un seggiolino robusto ma parecchio stretto: da un lato c'è la sicurezza economica di un publisher dalle spalle grosse; dall'altro la necessità di non deludere le aspettative e di dover scendere a qualche compromesso. Perché, per quanto PopCap possa aver mantenuto la sua libertà creativa, riesce difficile credere che la scelta del modello free-to-play per Plants vs Zombies 2 non sia stata neanche in piccola parte condizionata dal crescente amore di EA per la formula delle microtransazioni. Durante le settimane che hanno seguito il soft-launch in Australia e Nuova Zelanda, i nostri dubbi hanno riguardato perlopiù il bilanciamento dell'economia di gioco. Solo ora che il titolo è disponibile su tutti i mercati del mondo abbiamo potuto finalmente tirare le somme e scoprire quanto fortunate siano state le novità introdotte col nuovo Plants vs Zombies.
Dalle piramidi al vecchio west
Se Plants vs Zombies 2 fosse stato ambientato nuovamente nel cortile di Crazy Dave, l'impressione di trovarsi davanti a un more of the same anziché a un vero e proprio seguito sarebbe stata di sicuro più evidente. Proprio per aggiungere un minimo di varietà sia in termini estetici che narrativi, PopCap Games ha così deciso di ricorrere al cliché dei viaggi nel tempo, catapultando Dave e il suo camper parlante Penny in epoche passate.
Il fatto che l'obiettivo del folle protagonista sia quello di mangiarsi un delizioso taco dovrebbe dare un'idea della demenzialità di una storia che non si sforza mai di essere troppo articolata e che si limita a essere un pretesto per ambientare i livelli prima nell'Antico Egitto, poi nel mondo dei Pirati e infine nel Selvaggio West. Le cose potrebbero però farsi più interessanti coi prossimi aggiornamenti del gioco: una volta terminato l'ultimo livello viene infatti introdotto il Professor Zombatron, un nuovo e curioso personaggio che con ogni probabilità sarà il nemico della quarta ambientazione a tema futuristico. Eppure, nonostante cambi lo scenario rispetto a quattro anni fa, la formula di gioco resta identica a quella del primo capitolo. Un'orda di zombi cerca di superare le difese del giocatore attraversando la griglia da destra a sinistra e attaccando tutto quello che trova lungo il cammino; l'obiettivo è quindi quello di fermare i nemici raccogliendo soli e spendendoli per disporre le piante in base alle loro abilità e alla propria strategia di gioco.
Anche la stragrande maggioranza delle piante e degli zombi è rimasta pressoché immutata rispetto al primo Plants vs Zombies, ma alcune aggiunte inedite danno spazio a nuove sfide e nuove strategie. Il Cannone sparacocco, ad esempio, è in grado di sbaragliare un gran numero di nemici sul proprio raggio d'azione, ma oltre ad essere costoso impiega un bel po' di tempo per ricaricarsi. C'è poi il Bloomerang, che come suggerisce il nome lancia petali a forma di boomerang capaci di colpire due volte gli zombi che si trova davanti. Anche tra le fila dei non morti c'è qualche simpatica novità, ma l'aspetto più interessante è che per ogni tipologia di nemico esiste una pianta che è particolarmente efficace: lo Sparasemi bidirezioni può mettere K.O. gli zombi che in un modo o nell'altro riescono a superare le proprie piante, mentre la Canna fulminante può friggere all'istante l'esercito di galline evocato dallo Zombi pollo da combattimento. I veterani di Plants vs Zombies noteranno però che il numero di piante sbloccabili è sensibilmente diminuito rispetto al passato. Dalle 48 del primo episodio si è infatti passati a "sole" 32 piante, una scrematura legata soprattutto all'assenza di livelli acquatici e notturni, sebbene niente escluda che questi ultimi saranno reintrodotti grazie a futuri aggiornamenti del gioco.
Plants vs Zombies 2 è l'esempio perfetto di come realizzare un gioco free-to-play. Braaaaainz!
Micropiantagioni
La struttura verticale che caratterizzava la campagna del primo Plants vs Zombies lascia qui il posto a una mappa fatta di bivi e percorsi secondari. Gli stessi minigiochi, che nel capitolo precedente erano raccolti in menù a parte, vengono qui integrati sottoforma di livelli nelle diverse ambientazioni. Si tratta però di un'espediente per invogliare l'utente a rigiocare vecchi livelli ed esplorare ogni ambientazione, sebbene sia richiesto un minimo di grinding per poter sbloccare ogni angolo del mondo. La novità più importante in termini di gameplay riguarda però due elementi inediti: il concime per piante e le tecniche speciali.
Il primo viene raccolto facendo fuori rari zombi colorati, e permette di attivare l'abilità secondaria di una qualsiasi delle proprie piante in campo. Il Girasole libera una raffica di soli, il Muro di noce viene protetto da una resistente armatura, e la Canna fulminante genera una nuvola che insegue e fulmina i nemici uno a uno. Il concime per piante è stato poi affiancato da tre tecniche speciali attivabili spendendo del denaro e che richiedono semplici input via touch screen: pizzicando uno zombi lo si decapita all'istante, con un tocco verso l'alto lo si scaraventa per aria e tenendo un dito sullo schermo lo si polverizza con una scarica elettrica. Nonostante queste aggiunte siano pensate per aiutare i meno esperti a cavarsela nelle situazioni più scomode, è chiaro che rappresentino gli ingranaggi del meccanismo free-to-play alla base di Plants vs Zombies 2. Attraverso microtransazioni è infatti possibile ottenere concime extra o ulteriore denaro da spendere nelle abilità speciali, ma per fortuna il team di sviluppo ha fatto un ottimo lavoro di bilanciamento, e l'esperienza di gioco non si rivela mai troppo frustrante o ingiusta con chi decide di non pagare. Simile è il discorso delle piante premium, cinque unità esclusive che è possibile acquistare soltanto utilizzando denaro reale: tra queste spiccano alcuni tra i preferiti del primo capitolo, come lo Schiacciazombi o il Tronco in Fiamme, ma anche in questo caso il giocatore può farne a meno e continuare utilizzando solo le piante sbloccabili gratuitamente.
Conclusioni
Con Plants vs Zombies 2: It's About Time, PopCap è riuscita a trovare un compromesso perfetto, adattando la formula del primo Plants vs Zombies al modello free-to-play senza dar vita a un'esperienza di gioco anomala o ingiusta, né martellando costantemente l'utente per invogliarlo ad acquistare denaro extra. Qualcuno potrebbe sentire la mancanza del giardino Zen, dei livelli acquatici o dei minigiochi presenti nel capitolo originale, ma è lecito credere che gli sviluppatori abbiano voluto conservare alcune cartucce per offrire aggiornamenti corposi e interessanti nel tempo. Per il resto, le novità introdotte in Plants vs Zombies 2 affinano senza rivoluzionare una formula che già funzionava nel 2009, garantendo ore e ore di divertimento sia agli utenti occasionali che a chi divora tower defense da anni.
PRO
- Nuove piante e zombi fuori di testa
- Ritmo più sostenuto
- Ottimo bilanciamento dell'economia di gioco
CONTRO
- Meno piante rispetto al primo capitolo
- Un po' di grinding per sbloccare tutti i livelli