Etrian Odyssey è un franchise che nel nostro Paese non si vede da parecchio tempo. Dopo il primissimo episodio per Nintendo DS datato 2008, l'Europa ha saltato la pubblicazione dei due seguiti diretti (Heroes of Asgard e The Drowned City)
ed è quasi un miracolo che sugli scaffali sia arrivato Legends of the Titan, probabilmente spinto dall'enorme successo del nuovo portatile Nintendo. Le ragioni della lunga assenza di Etrian Odyssey sono facilmente intuibili, dato che quel primo capitolo non riscontrò il successo sperato, avuto però sia in Giappone sia in nord America. La serie, in effetti, è sempre stata un po' indigesta ai giocatori dell'ultima ora: non solo per via delle estreme difficoltà e complessità che l'hanno sempre caratterizzata, ma anche per le sue rigide fondamenta di "retro RPG", un termine con cui sempre più spesso ultimamente si definiscono avventure senza tempo come Eye of the Beholder o Wizardry. Questa volta, però, qualcosa è cambiato.
Chi ha bisogno di una storia?
Nonostante il suo aspetto un po' puerile, coloratissimo e ricco di personaggi stravaganti dal character design squisitamente nipponico, Etrian Odyssey IV è quanto di più lontano possa esserci dal tipico jRPG che siamo abituati a conoscere nella forma di Final Fantasy, Dragon Quest o Tales of. Tanto per cominciare, potremmo dire che "la storia c'è ma non si vede": è una delle principali differenze che lo distinguono dalla molta più numerosa concorrenza, e che rischia di trarre in inganno gli utenti che non conoscono il franchise. L'incipit della vicenda è semplicissimo:
ansiosa di scoprire cosa si celi sotto Yggdrasil, l'albero del mondo che si dice abbia creato l'umanità, una gilda di esploratori invia i suoi migliori avventurieri a esplorarne l'area circostante e le fondamenta per svelare tutti i suoi segreti. La trama si evolve poi indirettamente, mentre siamo impegnati a combattere mostri ed esplorare dungeon; saremo aggiornati su cosa sta succedendo nel mondo una volta tornati nell'hub principale, quando potremo conversare con alcuni NPC. Non siamo noi - intesi come gruppo, dato che non c'è un vero e proprio protagonista - a intervenire direttamente sugli eventi, che si svolgono intorno a noi, influenzando la nostra avventura e aprendo nuove zone da esplorare. Il nostro party è composto, poi, da cinque personaggi che creeremo noi all'inizio, scegliendone prima la classe e poi il nome, al quale se ne uniscono altri via via che ci si avvicina al finale. Pochissimi e striminziti i dialoghi di questi compagni di viaggio, perlopiù utili a definirne il ruolo in battaglia; non c'è interazione tra di essi, non sbocciano amori, non affiorano conflitti. La storia, insomma, è ridotta all'osso, e il giocatore esplora il mondo "solo per il gusto di farlo". È un incantesimo che non può funzionare su tutti, e molti potrebbero sentirsi già fuori luogo leggendo queste righe, giustamente più propensi a cercare un RPG che li emozioni con dosati colpi di scena e personaggi ben caratterizzati. Se però il concept di Etrian Odyssey vi sta già intrigando e siete curiosi di scoprire dove voglia andare a parare il gameplay, continuate a leggere, perché quell'incantesimo potrebbe piacevolmente fare effetto anche su di voi.
Etrian Odyssey IV non è un'avventura per tutti, ma piacerà a chi cerca un ottimo RPG dal sapore vintage
L'effetto 3D
Poco efficace l'effetto stereoscopico in Etrian Odyssey IV, probabilmente pensato come mero orpello visivo che non avrebbe avuto alcuna utilità a livello ludico. Da una parte è vero, dall'altra si sarebbe potuto sfruttare meglio per rendere più incisivi gli attacchi dei nemici o alcuni scenari nei momenti di esplorazione.
Basta un po' di fantasia
Landsknecht, Nightseeker, Fortress, Dancer, Medic, Sniper e Runemaster: sono sette le classi che ci permettono di creare il nostro party all'inizio di Etrian Odyssey IV, alle quali se ne aggiungono altre tre (Bushi, Arcanist e Imperial) man mano che si prosegue nell'avventura e nella storia. A un certo punto sarà persino possibile sbloccare una classe secondaria da associare a quella principale di ogni personaggio, e ad ogni level up si possono incrementare le capacità di quel personaggio/classe in una direzione o in un'altra, potenziandone certi aspetti a discapito di altri oppure no. Appare subito chiaro che, fin dall'inizio, Etrian Odyssey IV richiede una buona pianificazione dello sviluppo del party; è certamente possibile, seppur a scapito di una piccola penalità, resettare lo sviluppo di uno o più personaggi, ma l'intera struttura del gioco e dei suoi combattimenti si appoggia sulle sinergie tra i membri del party e le loro abilità.
Il giocatore non è invitato, è proprio incalzato a riflettere su chi portare in battaglia e dove collocarlo: l'interfaccia, chiara e pulita, spiega perfettamente la funzione di ogni abilità, ed è materialmente impossibile farsi largo unicamente a colpi di spada e incantesimi d'attacco scelti a caso. Bisogna giocare di strategia, pena il Game Over. Una logica che non vale soltanto per i nemici normali, ma anche e soprattutto per i FOE (Field On Enemy); questi nemici girovagano liberamente per la mappa e rappresentano dei veri e propri miniboss che custodiscono oggetti più ghiotti del solito. La ricerca dei FOE, dei tesori e dell'ingresso per il piano successivo del "dungeon" di turno è il fulcro del gameplay di Etrian Odyssey IV, inframmezzato occasionalmente dall'esplorazione del cielo tramite un apposito velivolo che riuscirà a salire sempre più in alto con il susseguirsi degli eventi. Ogni tanto si ritorna in città, si produce qualche oggetto, si vendono i tesori raccolti (sfortunatamente l'inventario limitato richiederà spesso ben più di qualche dietrofront) e si comprano nuovi accessori per migliorare le capacità dei nostri eroi. Poi ci si rituffa nell'avventura: seguendo la tradizione dei suddetti "retro RPG" come il già citato Eye of the Beholder, Etrian Odyssey IV si sviluppa tutto in prima persona.
Lo schermo superiore di Nintendo 3DS ci permette di guardarci intorno ed esplorare la location di turno, mentre su quello inferiore si traccia automaticamente il tragitto su una mappa quadrettata e completamente vuota. Starà a noi, infatti, collocare icone, note e simboletti, approfittando di un'interfaccia all'inizio un po' ostica che si rivelerà tuttavia decisamente pratica e intuitiva. Quella della cartografia è una feature cara al franchise, che in questo episodio trova forse la sua definitiva espressione grazie alle maggiori capacità dell'hardware. Anche dal punto di vista tecnico sono stati fatti dei passi avanti, ma non così netti come ci saremmo aspettati: dungeon e ambientazioni sono molto più colorati e ricchi di dettagli, grazie anche alla migliore risoluzione dello schermo, ma forse ancora un po' troppo ripetitivi, perlopiù composti da corridoi e stanze un po' tutte uguali a seconda del tema di turno. Discorso diverso per quanto riguarda i combattimenti: anche questa volta non vedremo mai il nostro party, i cui attacchi, incantesimi e abilità saranno tradotti visivamente in effetti speciali e brevi testi esplicativi. I nemici, al contrario, sono ora completamente poligonali e ottimamente animati - specialmente nel caso dei boss e dei FOE - anche se ci saremmo aspettati una maggiore varietà di creature. Chiude la cornice tecnica la solita, ottima colonna sonora di Yuzo Koshiro, che rende l'esplorazione e le battaglie definitivamente più piacevoli e avvincenti.
Conclusioni
Etrian Odyssey IV: Legends of the Titan sfoggia ancora una volta tutto il talento di Atlus nel concepire RPG incredibilmente complessi e bilanciati, in grado di dare enormi soddisfazioni. Siamo anche di fronte a una svolta concreta nel franchise, non tanto dal punto di vista tecnico quanto grazie al livello di difficoltà facoltativo Casual che semplifica la vita alle nuove leve, rendendo l'esperienza ancora più godibile e accessibile, eliminando per esempio il Game Over che si incontra con fin troppa frequenza alla difficoltà predefinita. Per quanto profondo, però, Etrian Odyssey IV è indirizzato a una nicchia ristretta di giocatori, e potrebbe risultare comunque indigesto a chi cerca un vero e proprio jRPG. Statene alla larga, in quel caso, ma se cercate un'esperienza diversa e volete sentirvi degli esploratori liberi di fare un po' quello che volete, dategli una chance.
PRO
- Sviluppo del party dalla profondità impareggiabile
- Il livello di difficoltà Casual elimina le frustrazioni
- Estremamente longevo
CONTRO
- Il character design troppo nipponico stona un po'
- Pochi passi avanti dal punto di vista grafico
- Non è decisamente un'esperienza per tutti