La serie Secret Files ha raggiunto il suo picco di gloria con il secondo episodio, Secret Files 2: Puritas Cordis. Poi è arrivato Secret Files 3, la delusione dei fan e l'oblio della serie. Ma più che altro in questi ultimi due anni si sono fatti valere studi di sviluppo che hanno rinvigorito e innovato la struttura dell'avventura punta e clicca tradizionale (pensiamo a giochi come The Walking Dead o Memoria) mentre chi è rimasto fedele alle basi del genere ha creato perle di narrativa e atmosfera come Primordia o Resonance. In confronto a questi titoli l'approccio di Secret Files, anche nei suoi momenti migliori, ha il sapore di un passato dolce ma superato. Quindi tutto ci saremmo aspettati da un publisher valoroso come Deep Silver tranne che tentasse di recuperare terreno con un gioco come Secret Files: Sam Peters, uno spin-off realizzato con professionalità, ma afflitto da una profonda mancanza di idee e momenti significativi. Oltretutto si tratta di un breve interludio fra la trama di Secret Files 2 e 3 che non aggiunge nulla alla vicenda più ampia di Nina e Max, protagonisti della serie. Secret Files: Sam Peters, come dice il nome, serve solo a raccontarci come si è svolta la vita di Sam Peters in quel lasso di tempo. Sam Peters, per chi non lo sapesse, è uno dei personaggi secondari conosciuti in Secret Files 2. Vale quindi la pena di occuparci della giovane biondina tutta azione e poca modestia? Scopriamolo subito. Prima però dobbiamo trovare il modo di mettere in moto una barca e fuggire dall'isola dove eravamo tenute prigioniere.
Onesto artigianato che vale due ore di svago nella giungla. Ci aspettavamo di più da Sam Peters...
Una breve escursione
Il primo enigma del gioco è spiazzante. Oltre a essere il più impegnativo, è anche il meno verosimile. Dobbiamo infatti aprire una valigetta protetta da un complicato meccanismo che sarebbe stato bene sulla parete di una tomba antica. Una volta risolto il rompicapo cosa troviamo dentro la valigetta: un pugnale sacrificale, una gemma dai poteri esoterici, una scimmia? Macché: oggetti di uso comune tra cui un paio di stivali di gomma. Superato questo momento bizzarro però, il gioco imbocca subito la strada del buon senso e, in poche schermate, ci stuzzica con un mistero che sembra aprire a una grande avventura.
Ed è proprio qui il problema di Secret Files: Sam Peters: la grande avventura tanto attesa si riduce a una manciata di ore di gioco che comprimono quanto più possibile la storia. Gli episodi principali di Secret Files stanno alla lunghezza del romanzo come Sam Peters a quella del racconto breve; vista così l'idea sarebbe apprezzabile, se non fosse che l'intreccio si svela tutto d'un fiato nel corso di un dialogo finale che termina l'avventura. Finito il dialogo possiamo solo compiere una scelta morale che cambierà la schermata conclusiva e niente di più. Questo ci fa venire il sospetto che Sam Peters dovesse essere un'avventura più lunga che si è dovuta invece adeguare alla mancanza di fondi. Ed è un peccato perché c'è qualche enigma interessante, soprattutto nella sezione dell'accampamento abbandonato, e la storia in sé poteva contenere emozionanti colpi di scena. Invece prevale il senso di solitudine di un'avventura costretta a fare economia su tutto. Nella prima parte del gioco l'unico personaggio oltre a noi è una voce che esce da citofono, mentre nella giungla fa la sua comparsa una suora che si limita a un minuto di presenza sulla scena. Solo alla fine dell'avventura avremo il piacere di un contatto umano significativo. Arrivati a quel punto avremo risolto enigmi molto semplici ma intelligenti e soprattutto saremo pronti per buttarci a capofitto nel mistero. Peccato invece che proprio lì si concluda il viaggio.
Eppure ci piace
Sarebbe facile liquidare Secret Files: Sam Peters come un fallimento e affibbiargli un'insufficienza, e la tentazione infatti ci è venuta, ma tutto sommato qualcosa funziona. Le pecche ci sono e si vedono da lontano: è troppo breve, si risolve con una lunga spiegazione finale, non c'è un solo momento memorabile e Sam Peters ha una personalità dello spessore di un capello, eppure il richiamo dell'avventura esotica del ventesimo secolo si percepisce, ed è forte, avvincente. Inoltre, nel suo piccolo, tutto è stato curato il più possibile. Le schermate ravvicinate di alcuni enigmi tentano di dare un taglio dinamico ai puzzle e sono un piacevole diversivo rispetto alla combinazione classica degli oggetti contenuti nell'inventario. Inoltre le schermate sono sempre gradevoli da vedere, per quanto statiche. Gli sviluppatori ce l'hanno messa tutta e, con l'esperienza che hanno alle spalle, sono riusciti a fare l'impossibile per mantenere ogni momento di gioco sulla soglia della dignità.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore Intel Core i7 2600
- 8 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
- Sistema operativo Windows 7
Requisiti minimi
- Processore Pentium® IV 2 Ghz Single Core equivalente o superiore
- RAM 512 MB
- Scheda grafica compatibile con DirectX® 9 con almeno 128 MB di RAM
- DirectX: versione 9.0c
- Sistema operativo Windows® Vista™/Windows 7™/Windows 8™
Conclusioni
Secret Files: Sam Peters è un lavoro onesto che lotta contro i limiti di budget e le restrizioni imposte da una durata di due o tre ore circa. Non aspettatevi momenti emozionanti perché non li troverete, e neppure ci saranno grandi personaggi a tenervi compagnia. Eppure gli enigmi sono piacevoli. E la trama ha il sapore genuino dell'avventura esotica che tanto andava nel secolo scorso. Di certo è un prodotto di nicchia, che non regge il confronto con Secret Files 1 e 2, gli episodi della serie principale da cui è tratto. Ma dentro quella nicchia ci sono giocatori che potrebbero apprezzarlo nonostante i suoi difetti.
PRO
- Schermate gradevoli
- Qualche enigma interessante
- Si nota l'impegno degli sviluppatori nella cura dei particolari
CONTRO
- Svolte memorabili nella storia? No
- Personaggi coinvolgenti per cui tifare? No