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Ys: Memories of Celceta, recensione

Lo storico franchise di Falcom approda sul nuovo portatile Sony con uno dei suoi migliori episodi

RECENSIONE di Christian Colli   —   20/02/2014
Ys: Memories of Celceta
Ys: Memories of Celceta
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Poco pubblicizzata e mal distribuita da sempre, la saga di Ys non è esattamente una delle più popolari del nostro continente. Eppure è nata nel lontanissimo 1987 grazie a Nihon Falcom, conta una lunga lista di episodi principali e spin-off, ed è tuttora venerata da uno zoccolo duro di fan in tutto il mondo, abituati a vederla messa in ombra da colossi molto più commerciali.

Ys: Memories of Celceta, recensione

Il caso di Ys: Memories of Celceta, poi, è talmente strampalato che vale la pena raccontarlo. Nonostante sia stato sviluppato dopo Ys Seven, Memories of Celceta rappresenta in effetti la quarta avventura nella storia del protagonista assoluto Adol Christin: la ragione è piuttosto astrusa, e riguarda il fatto che all'inizio degli anni novanta Falcom aveva ceduto la licenza a due software house diverse, Hudson Soft e Tonkin House, le quali avevano realizzato le loro personalissime interpretazioni di Ys IV, sottotitolate rispettivamente The Dawn of Ys e Mask of the Sun: l'ossatura della trama bene o male era la stessa, su direttiva di Falcom, ma le due storie si sviluppavano diversamente, contraddicendosi a vicenda. Una volta riappropriatasi della licenza, approfittando del fatto che nessuno dei due Ys IV era stato pubblicato in occidente, Falcom ha ben pensato di scartarli entrambi e di proporre ai suoi fan la vera quarta avventura di Adol, con una sceneggiatura nuova di zecca su una console appena nata. Un bel taglio netto col passato, insomma, che ha permesso al giapponesissimo sviluppatore di invitare nel magico universo di Ys sia i veterani della serie sia quelli che non ne hanno mai sentito parlare. Ci sarà riuscito?

Il nuovo Ys è un acquisto obbligato per i fan degli action RPG con una PlayStation Vita in tasca

Forget me not

Badate bene, l'evento che fa da premessa a tutta la storia di Ys: Memories of Celceta è uno dei più banali possibili e immaginabili. Nella sequenza di apertura troviamo infatti un Adol ciondolante per le strade del paesino di Casnia che va a sbattere direttamente contro uno dei passanti, rimediando un cazzottone che lo mette KO. Stacco, bella sigla di apertura a cartoni animati, titolo, si torna al gioco: che diavolo sta succedendo ad Adol? Se lo chiede anche Duren, una vecchia conoscenza del nostro avventuriero dai capelli rossi, il quale ha perso la memoria. Ebbene sì, Memories of Celceta ha un protagonista afflitto da amnesia, probabilmente causata dalla sua esplorazione della vicina foresta di Celceta.

Ys: Memories of Celceta, recensione

Si dice che nessuno abbia mai fatto ritorno dalle sue profondità, ma Adol e Duren ricevono un'offerta impossibile da rifiutare: esplorarla e stenderne una mappa per conto del governo, il primo per riacquistare i suoi ricordi e il secondo per racimolare qualche spicciolo. L'avventura inizia così, insomma, quasi su due piedi, ma non temete perché non è poi così banale come il suo stesso incipit: nel corso delle loro peregrinazioni Adol e Duren si imbatteranno in personaggi e situazioni che andranno a dipingere un quadro molto più complesso e interessante, spesso giocando sull'amnesia di Adol e sui presunti "guai" che avrebbe combinato prima di perdere la memoria. Non mancano i momenti divertenti, insomma, e i dialoghi del buon cast contribuiscono a rendere la storia particolarmente piacevole anche nei momenti più tesi. Dicevamo in apertura che Falcom, con questo "reboot" del quarto capitolo di Ys, ne ha approfittato per aprire il franchise anche ai nuovi fan, e infatti è proprio l'escamotage dell'amnesia a permetterlo poiché i ricordi di Adol sono sparpagliati per la regione e una volta recuperati non solo aumenteranno le sue statistiche ma innescheranno anche dei flashback che ci racconteranno degli scorci della sua infanzia, approfondendo il personaggio come mai era successo prima d'ora.

Ys: Memories of Celceta, recensione

In questo modo saranno contenti i fan storici, che avranno finalmente l'occasione di saperne di più sul loro beniamino e su cosa l'ha spinto ad imbarcarsi in una vita di avventure, e soddisfatti i neofiti che potranno quindi godersi il mondo di Ys anche se non ne hanno mai giocato uno prima. La storia è raccontata completamente in inglese (piuttosto scolastico, ma i non anglofoni sono avvisati) attraverso numerose illustrazioni o cinematiche che fanno uso del motore grafico di gioco, a volte doppiate e più spesso no. Il risultato è un Ys più simile a un jRPG tradizionale in termini di narrazione, grazie anche a una buona realizzazione visiva che, però, non ci ha fatto gridare al miracolo: i modelli dei personaggi e le loro animazioni sono più che soddisfacenti, le location numerose, varie e dettagliate, ma tutta l'avventura appare come filtrata da una patina sfocata che cerca di restituire un'atmosfera eterea finendo col diventare più che altro fastidiosa. I colori brillanti garantiti dallo schermo OLED appianano un po' questo problema, e il frame rate sempre costante anche negli scontri più spettacolari fa perdonare un comparto grafico che sarebbe potuto essere migliore. Chiude il cerchio la buona colonna sonora di Hayato Sonoda, piacevole accompagnamento senza particolari acuti.

Trofei PSVita

Piuttosto nutrita la schiera di Trofei a disposizione del giocatore: quaranta di bronzo, nove d'argento, due d'oro e il platino a completare la collezione. Alcuni si sbloccheranno semplicemente completando il gioco, per altri invece bisognerà faticare, per esempio recuperando ogni ricordo di Adol o soddisfacendo particolari requisiti in combattimento.

I tre moschettieri

Come da tradizione, Memories of Celceta è un action RPG in cui il giocatore, nei panni di Adol, esplora il mondo e passa i nemici a fil di spada grazie a un sistema di combattimento in tempo reale decisamente divertente. Al giocatore è concessa una discreta libertà: tendenzialmente bisogna dirigersi verso il prossimo obiettivo segnato sulla mappa per portare avanti la storyline principale, ma spesso nulla ci vieta di tergiversare e scoprire la mappa in direzioni totalmente opposte che conducono frequentemente a porzioni di zona concepite solo per custodire forzieri, depositi di risorse naturali o ricordi opzionali.

Ys: Memories of Celceta, recensione

Nei vari villaggi che visiteremo sarà possibile intraprendere delle missioni facoltative, le quali normalmente ci chiedono di sconfiggere determinati nemici o recuperare alcuni materiali: completarle significa esplorare ancor di più la mappa - cosa per cui, peraltro, saremo ricompensati - e guadagnare oggetti e denaro con cui, ovviamente, acquistare nuove armi o potenziare le vecchie. Memories of Celceta propone infatti un semplice sistema di "crafting" che ci consente di rendere più efficace il nostro equipaggiamento, aumentando la resistenza delle armature o infondendo dei bonus alle armi. Si tratta di un livello di personalizzazione un po' superficiale di cui non abbiamo mai sentito veramente il bisogno, tranne che nelle fasi finali dell'avventura, e che comunque impreziosisce marginalmente un sistema di combattimento già molto buono di suo. Ci fosse stato un "lock on", saremmo stati ancora più contenti: il giocatore controlla uno dei tre membri del party e può passare a uno degli altri due con la semplice pressione di un tasto. Colpisce, tra parentesi, l'ottima intelligenza artificiale dei due compagni automatizzati, in grado di attaccare i bersagli giusti, raccogliere oggetti per noi e schivare gran parte dei colpi nemici.

Ys: Memories of Celceta, recensione

Non si tratta certo di un mero button mashing, attenzione: disponiamo di una sola combo a personaggio, ma anche di una nutrita serie di mosse speciali che possono essere associate ai quattro tasti frontali in combinazione con il tasto R. Il tasto L, invece, permette di scatenare una super mossa particolarmente devastante che consuma un indicatore da riempire eseguendo le mosse speciali o mettendo a segno dei colpi caricati. La parata e la schivata, se eseguite con perfetto tempismo, possono rispettivamente mitigare i danni per intero o rallentare il tempo per alcuni secondi, offrendoci delle ottime opportunità di attacco. Il punto è che ogni personaggio può infliggere dei tipi di danni ben precisi (taglio, impatto o perforazione) e alcuni nemici si rivelano essere più o meno vulnerabili oppure resistenti a un certo tipo di arma, suggerendo al giocatore di cambiare personaggio al volo per infliggere più danni e, con un po' di abilità, concatenare gli effetti delle mosse speciali in combo lunghe e devastanti. Apparentemente caciarone, il sistema di combattimento di Ys: Memories of Celceta è invece molto divertente e mai frustrante, grazie anche a un sistema di checkpoint e punti di trasporto ben congegnato, coadiuvato dalla possibilità di salvare in qualsiasi momento e persino di accelerare la velocità delle sequenze non interattive.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.5
Lettori (23)
8.4
Il tuo voto

Un action RPG portatile perfetto, dunque? No, certo, ma Nihon Falcom ha fatto bene i compiti e ci ha restituito un Ys in gran forma che si spera riesca a fare ancora più proseliti. Ys: Memories of Celceta è insomma un ottimo titolo, minato da alcuni piccoli difetti, che consigliare vivamente a tutti i fan, vecchi e nuovi, del genere e dello storico franchise. Peccato solo che finisca sul più bello: speriamo quindi che Falcom stia già lavorando ad un sequel e, ovviamente, di vederlo sui nostri scaffali il più presto possibile.

PRO

  • Una bella storia per tutti i fan vecchi e nuovi
  • Sistema di combattimento molto divertente
  • Pensato ottimamente per il gaming portatile

CONTRO

  • Finale frettoloso, quasi un cliffhanger
  • Abbiamo sentito la mancanza di un sistema di lock-on
  • Graficamente PlayStation Vita può fare di meglio