Drakengard è una serie alquanto particolare nell'universo degli action RPG. I suo creatori, che poi sono gli stessi del sottovalutato NieR, l'hanno resa per certi versi unica, soprattutto per via di trame provocatorie che mischiano, in maniera talvolta estrema, tematiche adulte, vicende di violenza e sesso, ma anche tanta ironia. In tal senso, come esempio, basti pensare al fatto che Furiae, la sorellina del protagonista Caim nel primo gioco, fosse innamorata di suo fratello, o che altri personaggi, come Leonard e Arioch, erano rispettivamente un pedofilo e un divoratore di bambini.
La particolarità delle vicende, quindi, uniti a un gameplay a tratti ripetitivo ma anche divertente in alcuni passaggi, hanno fatto si che i primi due episodi si guadagnassero una discreta schiera di fan anche dalle nostre parti, e spinto gli sviluppatori a proseguire su quella strada realizzando un terzo capitolo che proprio nei giorni scorsi è stato rilasciato sul mercato nostrano. Drakengard 3 è disponibile esclusivamente in forma digitale sul PlayStation Store, con una edizione standard venduta al prezzo di 49,99 euro, e una da collezione, in numero limitato, a 69,99 euro. Questa versione speciale include un codice per il download del gioco, il volume "Novella", un CD con una selezione dei brani della colonna sonora, un poster a due lati e quattro contenuti extra, vale a dire un completo ispirato a Caim, un livello aggiuntivo con protagonista One, la sorella di Zero, il cappello "Giant Baby" e il doppiaggio giapponese del gioco (sono necessari 10 GB di spazio libero), tutti raccolti in uno speciale cofanetto. Ciò significa che chi fra i nostri lettori ama collezionare i giochi su supporto a disco, dovrà rivolgersi al mercato nord americano e a quello canadese, dove il titolo è invece disponibile in formato fisico.
Drakengard 3 è il nuovo capitolo dell'irriverente serie action RPG creata da Cavia
Non un vero sequel
Drakengard 3, dietro al quale ci sono sempre il direttore Yoko Taro e altri ex membri del defunto team Cavia, confluiti ormai presso Access Games, a dispetto del numero incluso nel titolo, non è un vero e proprio sequel del secondo episodio (quello in realtà in origine era ciò che poi si è trasformato in NieR), ma un prequel del primo, in quanto è ambientato in un'epoca imprecisata antecedente all'avventura di Caim e del suo drago Angelus. La trama, che innegabilmente è uno dei punti di forza della saga, almeno per chi ne apprezza lo stile poco convenzionale per il genere, narra quindi un mondo medievale governato dalle Intoner, sei sorelle capaci di scatenare potenti incantesimi intonando delle magiche melodie, e vede un cast di protagonisti tutto al femminile.
Grazie ai loro straordinari poteri, le maghe sono riuscite a riportare la pace nel mondo, con One, la seconda tra le sorelle, proclamata regina e guida di tutte le Intoner. Ma la ritrovata armonia viene messa in pericolo quando Zero, la maggiore, nel cui occhio destro è sbocciato un fiore che le ha prolungato la vita donandole un corpo speciale, tenta di sterminare le altre con l'aiuto di Mikhail, un drago enorme con la mente di un bambino di otto anni. Parte così una lunga avventura che fra combattimenti sanguinosi, gag e momenti spesso esilaranti condurranno i giocatori in un mondo di fantasia davvero insolito. Le sei sorelle hanno infatti un certo appetito sessuale, e come tradizione per i lavori di Yoko Taro e soci non mancheranno nel gioco momenti caratterizzati da dialoghi dai risvolti irrispettosi e bollenti, e sequenze censurate. Basti pensare agli argomenti che si possono trattare con personaggi come Five, divinità priva di freni inibitori che ama raccontare in giro le sue avventure notturne, che fa battutine ambigue e che rivelerà col tempo una passione contorta per sua sorella Zero, oppure come Four, la più timida delle dee con problemi di autostima e per questo l'unica di loro a essere ancora vergine. Peccato solo che alcune sottigliezze della trama o di certe battute potrebbero sfuggire a chi non conosce bene la lingua inglese, visto che nel gioco non ci sono i sottotitoli in italiano. Ad ogni modo, chiudendo l'argomento storia e passando ad analizzare la giocabilità, diciamo subito che Drakengard 3 non si discosta tanto dalla formula originale, riproponendo il binomio formato dal drago e dal suo cavaliere che si oppone da solo a interi eserciti nemici. Di fatto il gameplay si suddivide come tradizione della saga essenzialmente in due fasi, una a piedi e una in volo, anche se stavolta le sessioni di gioco appaiono un po' più coese fra di loro.
I combattimenti si svolgono in tempo reale e in maniera dinamica, con il giocatore che controlla la potente Zero che salta, schiva e scaglia fendenti contro gli avversari come in un classico hack and slash con una leggera spruzzata di elementi RPG. Ma mentre lotta furiosamente, la dea può sfruttare un sistema di sostituzione delle armi che le consente di cambiare al volo una delle quattro equipaggiate al momento, senza interrompere l'offensiva, in modo da poter sferrare colpi in sequenza e combo potentissime. Il cambio di armi, che in totale durante l'avventura sono circa una sessantina e che possono essere potenziate impiegando denaro e materiali di base, avviene con la semplice pressione di uno dei tasti dorsali bassi del pad, e la cosa è tra l'altro importante per sfruttare a dovere le peculiarità di ciascuna in funzione delle debolezze degli avversari. I quali a dire il vero non costituiscono una sfida eccessivamente elevata per il giocatore, risultando più che altro carne da macello. Almeno per le truppe, visto che invece i boss sono più ostici da abbattere e rendono più piacevoli gli scontri. Man mano che Zero uccide i sui nemici in un tripudio di sangue, inoltre, un'apposita barra energetica si riempie fino a consentirle di entrare in modalità Intoner, una fase critica dove può sferrare una sequenza di attacchi di inaudita violenza.
Trofei PlayStation 3
Drakengard 3 regala quarantasette trofei, di cui 34 di bronzo, 9 d'argento, 3 d'oro e 1 di platino. Per ottenerli bisogna soddisfare alcune richieste a difficoltà crescente, come collezionare cinque armi o aprire cinquanta forzieri, via via fino a quelli più difficili, come eliminare mille nemici nel corso dell'avventura o portare ogni arma al massimo livello di potenziamento, per poi giungere all'agognato platino.
Spade e dragoni
In caso di bisogno Zero può inoltre appoggiarsi su Mikhail. Il drago può infatti essere cavalcato dalla protagonista pure a terra, ed attaccare sia da lì che dal cielo: nel primo caso può sfruttare le proprie zanne per mordere gli oppositori, oppure il suo soffio infuocato per bruciarli, mentre alzandosi in volo può incenerirli sempre con lo stesso metodo, oppure schiacciare col proprio peso i soldati nemici tuffandosi in picchiata su di loro. Descritto in questo modo tutto può sembrare bello e divertente, ma in realtà Drakengard 3, così come i titoli della serie che lo hanno preceduto, soffre di una certa ripetitività di fondo che alla lunga può annoiare i non fan. Il gioco è caratterizzato in tal senso da un'estrema linearità nelle missioni, a cui certo contribuisce anche un level design poco ispirato in termini di varietà. Anche le quest secondarie, utili magari per ottenere denaro o materiali, oltre che per cercare di spezzare il ritmo di quella principale e incrementare la longevità, risultano noiosette dopo un po'.
Ad ogni modo ciascuna di questi incarichi ha un suo tempo limite entro il quale completare una serie di obiettivi, e ha dei requisiti particolari che obbligano il giocatore a modificare di volta in volta il suo stile di gioco, perché magari costretto a combattere utilizzando solo una spada o a fare a meno di determinate mosse, oppure perché deve trovare oggetti e nemici specifici o scassinare dei forzieri. Come se non bastasse, ai problemi sopra citati si aggiungono anche dei fastidiosi rallentamenti durante qualsiasi momento del gioco a causa di un framerate ballerino, e una telecamera non sempre posizionata a dovere durante le battaglie. Sempre in tema di difetti, ma passando alla parte estetica, Drakengard 3 fa registrare purtroppo dei passi all'indietro rispetto al già citato NieR (essendo i precedenti Drakengard usciti su PlayStation 2, prendiamo lui come riferimento per un raffronto). Graficamente è palese una certa pochezza a livello di dettaglio sia in termini di texture che di palette di colori, soprattutto per gli ambienti (che già nell'ultima avventura di Cavia non facevano gridare al miracolo), mentre di discreta fattura sono i modelli dei personaggi principali, che vantano un buon character design, e che si diversificano da quelli secondari per una maggiore cura dei particolari. Per quanto riguarda la parte audio, invece, discorso all'opposto: qui abbiamo trovato ottimo il doppiaggio in inglese (quello giapponese è disponibile a parte, come detto in apertura), mentre la colonna sonora si è rivelata varia e di buona fattura, risultando, grazie anche a qualche brano indimenticabile, come una delle cose meglio riuscite dell'intero gioco.
Conclusioni
Dare un giudizio su un titolo particolare come Drakengard 3 non è per certi versi facile. Se dovessimo tenere conto solo del suo stile, e prendere quindi in considerazione quelli che da sempre sono, nel bene e nel male, le peculiarità delle produzioni targate Cavia (o di coloro che hanno fatto parte di questo team ormai disciolto), allora non potremmo far altro che valutarlo in maniera positiva. In fondo sorvolando sui difetti, il gioco è un discreto hack'n'slash che fa della storia il suo punto di forza. La trama è infatti piacevole e riesce nella sua semplicità a mantenere un buon equilibrio tra i momenti cupi e quelli comici, oltre a motivare l'utente a proseguire nell'avventura incuriosendolo a dovere. Ma dovendo fare una recensione oggettiva, e quindi rivolta anche a un pubblico più vasto, non possiamo nel giudicarlo basarci solo sulla storia e non tenere conto di quello che non va a livello tecnico. E in questo caso non parliamo di difetti trascurabili come per il sottovalutato NieR, ma di problemi più marcati. Che da soli non bastano ovviamente per bocciarlo, ma che certo influiscono nell'impedirgli di essere promosso totalmente ed ottenere qualcosa in più nel voto finale. Ragion per cui ci sentiamo di consigliarlo esclusivamente ai fan della saga, disposti a chiudere un occhio sui difetti elencati nella recensione.
PRO
- Storia non particolarmente complessa, ma interessante a suo modo
- Comparto audio sopra la media
- Interessanti i combattimenti coi boss
CONTRO
- Tecnicamente antiquato
- Frame rate piuttosto instabile
- Gameplay alla lunga ripetitivo e poco vario