Nel corso degli ultimi cinque anni, Rovio è passata dall'essere una piccola zattera nell'oceano del mercato mobile a una gigantesca corazzata nell'industria dell'entertainment. Eppure, nonostante il successo indiscutibile del franchise Angry Birds, per tenere a galla un colosso del genere non basta un pugno di uccelli e porcelli, e lo dimostrano i 130 dipendenti mandati recentemente a casa dopo un'annata non proprio proficua. Nel tentativo di sperimentare nuove strade non legate necessariamente alla sua proprietà intellettuale di punta, l'azienda finlandese ha così fondato un ramo di publishing chiamato Rovio LVL11, per permettere a piccoli gruppi interni al team di realizzare giochi originali e magari dar vita a nuovi brand. Intitolato Retry e diretto da Markus Kallio, il primo progetto free-to-play sotto la nuova etichetta non si basa esattamente su un'idea inedita, ma nonostante prenda forte ispirazione da Flappy Bird, riesce ad approfondirne la meccanica per mettere in piedi un'esperienza assolutamente unica.
Con Retry, Rovio ha realizzato un'esperienza in cui si ritenta... e si ritenta... e si ritenta...
Pronti… ai posti… ritenta
Come se il nome del gioco non fosse già un forte indizio, gli sviluppatori hanno riempito ogni menù e ogni schermata con suggerimenti e messaggi che sottolineano quanto Retry si basi pesantemente sul "trial and error". Una volta avviato il primo livello, la sensazione di trovarsi davanti a un clone di Flappy Bird è enorme: si cerca di pilotare un aeroplanino in 2D attraverso attenti tocchi sullo schermo, cercando di evitare gli ostacoli lungo il percorso mentre si fatica a mantenere il controllo. Il feeling di deja vu dura però solo qualche istante, perché a differenza del gioco/fenomeno di Dong Nguyen, Retry propone veri e propri livelli, prima semplici e poi via via più articolati, con una serie di hangar che hanno la funzione di checkpoint, bivi e strade segrete da scovare solo attraverso diversi tentativi.
Se in Flappy Bird si può andare solo avanti, influenzando al massimo solo l'altezza del proprio avatar, in questo caso i tocchi sullo schermo danno una spinta sia in alto che in avanti: questo vuol dire che, tenendo premuto sullo schermo, ci si può esibire in spericolati giri della morte, una tecnica che con un po' di pratica permette di raggiungere alcune zone o tornare indietro per raccogliere oggetti. Come detto, le cose si fanno (molto) più complesse con l'avanzare dei livelli, e ottenere le ambite tre stelle alla fine del livello diventa una sfida veramente per pochi giocatori ostinati. Il sistema di punteggi si basa infatti sul numero di tentativi utilizzati per arrivare alla fine dello scenario, e così bisogna decidere se provare a finire il livello d'un fiato o se atterrare in uno degli hangar per salvare e ripartire.
A Kallio e alla dozzina di sviluppatori che hanno lavorato al gioco va riconosciuto un merito in particolare: nonostante il livello di sfida enorme, Retry riesce a non essere assolutamente frustrante, in parte grazie al riavvio istantaneo ogni volta che si muore, in parte per un design dei livelli che, specialmente più avanti, propone soluzioni sempre più interessanti. Non mancano neppure livelli-boss, estremamente difficili e che metteranno a dura prova i nervi dei più pazienti. Soprattutto, però, il sistema di controllo e la fisica all'interno del gioco richiedono un bel po' di pratica per essere compresi appieno, ma non sono mai ingiusti con chi gioca, e ogni volta che si muore la sensazione è quella di aver sbagliato qualcosa. I detrattori del modello free-to-play possono poi dormire sogni tranquilli. Retry utilizza un sistema di microtransazioni per poter utilizzare i vari hangar sparsi per i livelli, ma in alternativa i giocatori possono spendere le monete raccolte negli scenari, oppure sorbirsi una pubblicità di pochi secondi. Insomma, è possibile continuare a giocare e non pagare senza che l'esperienza diventi per questo più frustrante. Fanno eccezione i bulloni, più difficili da trovare normalmente ma che permettono di sbloccare potenziamenti e abilità temporanee per il proprio aereo, come la possibilità di virare più facilmente, di resistere agli urti o di attirare le monete distanti.
Conclusioni
A differenza di altri cloni di Flappy Bird, Retry ne riprende il feeling e alcune idee per proporlo in maniera efficace in una struttura un po' più elaborata e varia. Spostarsi dal punto A al punto B nel gioco non è per niente un'impresa facile, specialmente quando si raggiungono livelli con trappole e punti da superare con improbabili giri della morte. "Un altro tentativo ancora" sarà il mantra dei giocatori più tenaci, ma chi odia i momenti di "trial and error" lasci perdere: il gioco di Rovio non si chiama Retry per caso.
PRO
- Semplice e dall'alto tasso di sfida
- Level design via via più ostico e interessante
CONTRO
- Lasciate perdere se non amate il "trial and error"