L'eroe di Noshrac

Il protagonista di Son of Nor è il classico predestinato dotato di poteri strabilianti a cui tocca l'ingrato compito salvare un'umanità allo sbando. Ovviamente Noshrac, il mondo desertico in cui il nostro eletto si trova a vivere, non è un posto tranquillo bensì un luogo zeppo di mostri e di antiche strutture piene di enigmi mortali. Ma l'eletto di turno può sfruttare la potenza degli elementi, può plasmare la terra, può accrescere il proprio potere e combinare questi elementi per superare marchingegni e dilemmi di ogni sorta. Questo è il succo del titolo d'azione sviluppato dai ragazzi di StillAlive, classico team indie pieno di entusiasmo che, forte di un concept interessante, ha da subito ottenuto il sostegno di parecchi giocatori. Ma siamo sicuri che la fiducia del pubblico e la passione siano sufficienti per promuovere Son of Nor? Che una buona idea sia sempre sufficiente a giustificare ogni compromesso?

Son of Nor ci chiede di salvare l'umanità mettendoci nei panni di un potente mago elementale

Elementale Watson

Indossati i panni dell'eroe di Noshrac possiamo da subito contare sul controllo dell'elemento terra e sull'inestimabile potere della telecinesi. La prima abilità ci consente di moltiplicare o eliminare la sabbia e di sfruttarla per bloccare i nemici, infastidire i personaggi non giocanti e raggiungere luoghi altrimenti fuori portata. La telecinesi è invece fondamentale per interagire con diversi puzzle e ci consente di attaccare direttamente gli avversari scagliando a velocità supersonica rocce, alberi, carote giganti e svariati altri oggetti con cui è possibile interagire. Prendere la mano con il sistema di controllo è una questione di attimi e le cose restano piuttosto intuitive anche quando il nostro eroe impara progressivamente ulteriori magie che possono essere combinate in un turbinio di nemici che decollano, si sbriciolano e prendono fuoco.

Grazie a questa formula Son of Nor risulta piuttosto divertente e raggiunge il culmine quando ci chiede di sfruttare i nostri poteri per superare diversi enigmi che talvolta devono essere affrontati in velocità. E non è finita qui. L'action di StillAlive Studios può essere affrontato in modalità cooperativa, fino a due giocatori in split-screen locale e fino a quattro online, sfruttando dinamiche che regalano una marcia in più all'esperienza. L'unione di più giocatori consente di spostare massi particolarmente pesanti, di combinare più incantesimi per creare tornado di fuoco o altre devastanti amenità e di tenere in sospensione decine di oggetti infuocati per trasformare una stanza in una trappola mortale. Tra l'altro Son of Nor è compatibile con l'Oculus Rift e l'esperienza può essere potenziata sfruttando alcuni sistemi di controllo particolari. Il titolo funziona infatti con il Tobii Eye-Tracking, che sostituisce il puntatore del mouse con la vista del giocatore, e con l'Epoch Emotiv che legge l'attività elettrica dell'encefalo consentendo di lanciare i comandi senza muovere un dito. Non avendo affrontato il gioco utilizzando questi strumenti non possiamo dire quanto l'esperienza risulti diversa, ma possiamo presumere che aumentino la sensazione del giocatore di avere un controllo diretto sui poteri del protagonista, oltre a permettere a chi ha problemi di tipo motorio di fruire comunque del titolo.

Un difficile compromesso

Riassumendo possiamo affermare che le combinazioni tra elementi sono sfiziose, alcuni puzzle le sfruttano in modo intelligente e il sistema di controllo funziona piuttosto bene. La veste grafica è invece scarna e manca chiaramente di ispirazione ma su questo fattore possiamo anche chiudere un occhio vista la natura indie di un progetto tutto incentrato sul gameplay. Non è però possibile fare lo stesso per la qualità complessiva dell'esperienza che non brilla per originalità della trama, costanza qualitativa e rifiniture. Per fortuna alcune architetture non sono malaccio e nel complesso l'atmosfera, sostenuta da una colonna sonora suggestiva, è buona. Ma dal punto di vista tecnico l'intera esperienza è un continuo di alti e bassi.

Le scene di intermezzo sono trascurabili e i nemici non brillano per realizzazione, varietà o intelligenza finendo per appiattire un gameplay che potrebbe essere sfruttato con maggiore efficacia. Inoltre i glitch si sprecano e quando il terreno è irregolare le collisioni lasciano a desiderare producendo effetti negativi sul gameplay. Fortunatamente a salvare parzialmente l'esperienza ci pensa la portata degli incantesimi che è davvero ampia e regala un'autentica sensazione di potenza. Inoltre la sabbia risulta realizzata piuttosto bene, con tanto di fisica credibile, e possiamo da subito manipolarla in modo massiccio modificando intere zone quasi come se ci trovassimo in un'editor. Ma questi elementi non bastano a compensare animazioni appena abbozzate che fanno pensare a un titolo incompleto, un titolo che si fa notare per una fisica abbondante ma applicata in modo rozzo. Se a questo aggiungiamo una trama poco originale e una struttura dei livelli non certo memorabile diventa difficile promuoverlo. Eppure alla sufficienza ci arriviamo comunque, pur facendo pesare gli evidenti difetti sul giudizio finale, perché ci troviamo di fronte a un gioco che è in grado di dire qualcosa. Nonostante i numerosi difetti Son of Nor è divertente ed è da premiare anche per l'adattamento dei testi in diverse lingue compreso l'italiano e per lo sforzo compiuto nel doppiaggio in inglese e in tedesco che pur non sfoggiando una qualità eccelsa, risulta comunque apprezzabile.