2

Il re dei mostri

I potentissimi kaiju di Monsters Ate My Condo sono tornati, ma stavolta avranno del filo da torcere...

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   22/08/2015
Monsters Ate My Metropolis
Monsters Ate My Metropolis
Video Immagini

PikPok è un team di sviluppo particolarmente abile nella realizzazione di mobile game dall'umorismo folle e dissacrante, e Monsters Ate My Condo! (così come la sua versione migliorata, Super Monsters Ate My Condo!) rappresenta un ottimo esempio di questa tipologia di prodotti.

Il re dei mostri

Il gioco ci metteva infatti nei panni di un manipolo di assurdi mostri giganti, alle prese con il loro spuntino: interi appartamenti di colore differente, che cadevano dall'alto e andavano divorati in combo per totalizzare il maggior numero possibile di punti. A distanza di un po' di tempo, ritroviamo gli stessi personaggi in un nuovo episodio della serie, Monsters Ate My Metropolis, che però affronta la questione in maniera molto differente, quella di uno strategico a base di carte collezionabili. Tornano dunque alla carica l'enorme granchio Boat Head, chiamato così perché durante la sua fase di crescita sproporzionata ha travolto una nave che ora usa come cappello; Mr. Shigoto, il ciclope dal nome giapponese ma che si presenta in tenuta tradizionale bavarese; Reginald Starfire, un gigantesco unicorno azzurro; e infine Lord Ferocious, un carlino che funge da mente per un potente corpo meccanico. Non potremo però utilizzarli tutti, quantomeno non subito: rispettando i canoni delle produzioni freemium, il gioco consente all'inizio di sbloccare un unico mostro e poi eventualmente di acquistare gli altri con le monete ottenute o ricorrendo alla valuta reale. Il problema è che le cifre richieste per acquistare i mostri sono piuttosto alte, il che taglia un po' le gambe alla varietà - anche visiva - dell'esperienza.

Monsters Ate My Metropolis è un discreto strategico a base di carte, con mostri folli e irresistibili

Carte false

All'inizio del gioco bisogna scegliere uno dei mostri del roster, come detto, e creare una propria città. Dopodiché è possibile cimentarsi con una serie di tornei puntando a distruggere le città di giocatori sempre più bravi, scalando le classifiche per ottenere infine un premio in carte e monete. Non si tratta di un multiplayer propriamente detto, perché in pratica quelle che combattiamo sono entità controllate dall'intelligenza artificiale che sfruttano i mazzi dei relativi utenti, e il grado di sfida aumenta di pari passo con il livello d'esperienza dell'avversario.

Il re dei mostri

Nella pratica, la formula diventa purtroppo ripetitiva dopo un certo numero di partite. Passando al gameplay vero e proprio, tutto si basa sul colore delle carte e sul loro valore, che determina eventualmente il danno inflitto al nemico, con le barre dell'energia poste in alto e in basso sullo schermo. L'interfaccia mostra in qualsiasi momento le semplici regole che dobbiamo tenere presente: rosso vince su verde, verde vince su giallo, giallo vince su blu e blu vince su rosso. Considerando che potremo disporre di tre carte alla volta, estratte casualmente dal mazzo, viene da sé che dovremo cercare il vantaggio derivante dal colore per limitare i danni e attaccare in modo deciso, a maggior ragione se stiamo affrontando un avversario di alto livello. La valenza strategica di questi meccanismi appare buona in certi momenti, ma spesso si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un'esperienza un po' troppo semplicistica. Per fortuna si viene distratti dalle divertenti animazioni che accompagnano ogni attacco, e che vedono il mostro (o la città) colpire il nemico di turno con peperoni volanti, cipolle, dischi volanti, martelli, bombe e così via. Ogni manovra viene accompagnata da un quick time event che richiede l'uso del touch screen per fermare un indicatore a tempo o la rapida pressione dello schermo, e che se completato con successo amplifica l'effetto della mossa. C'è infine un attacco speciale che si carica man mano che mettiamo a segno i colpi, e che permette di rovesciare le sorti di una partita che magari si stava mettendo male. Il comparto tecnico si mette insomma al servizio del divertimento, inclusa l'assurda colonna sonora, ma come già accennato gli elementi freemium appaiono un po' troppo limitanti: oltre alla tradizionale energia d'azione, che si ricarica di un punto ogni minuto (ne servono venti per fare una partita), per entrare in possesso di nuove carte bisogna racimolare troppe monete, e la questione è ancora più sentita quando si tratta di sbloccare i mostri mancanti. È un peccato, perché con un po' di elasticità in più il titolo di PikPok avrebbe potuto garantire una maggiore varietà ed esprimere appieno il proprio potenziale.

Conclusioni

Versione testata iPhone (1.01)
Digital Delivery App Store, Google Play
Prezzo Gratis
Multiplayer.it
7.0
Lettori (1)
6.0
Il tuo voto

Monsters Ate My Metropolis si cimenta discretamente con un genere, quello degli strategici a base di carte collezionabili, ormai abbastanza inflazionato anche in ambito mobile. Il titolo di PikPok deve insomma misurarsi con una concorrenza molto agguerrita e spesso più raffinata, considerando il fatto che il gameplay si basa in questo caso su pochi concetti e risulta in diversi frangenti un po' troppo semplicistico, sebbene non manchino le partite tirate fino alla fine. A fare da protagonista sono però i mostri e le loro divertenti animazioni, che cambiano in base all'attacco e riescono dunque a intrattenere in modo simpatico durante gli scontri.

PRO

  • I mostri sono irresistibili
  • Grafica e sonoro ben fatti
  • Elementi strategici interessanti...

CONTRO

  • ...ma il gameplay risulta spesso semplicistico
  • Impostazione freemium limitante
  • Piuttosto ripetitivo