Da quando gli sviluppatori indipendenti hanno capito che lo stile grafico dei titoli a 8 e 16 bit funziona siamo stati invasi da decine di titoli che utilizzano questo escamotage per sopperire un game design non proprio eccelso.
D'altronde siamo onesti, in ogni videogiocatore, anche in quelli troppo giovani per aver vissuto gli albori di questo settore, si nasconde un piccolo nostalgico disposto a perdonare i peggiori difetti di fronte a una grafica cubettosa. Life of Pixel è senza dubbio un titolo che fa dell'effetto nostalgia il suo punto di forza. È un platform duro e puro che viene qualificato più dal suo aspetto che dalle sue meccaniche. Racconta la storia di un simpatico pixel verde che visita un museo dedicato al retrogaming e proprio grazie a questo espediente narrativo fa compiere un vero e proprio viaggio nell'universo dei vecchi sistemi di gioco, attraverso non solo il loro stile grafico ma anche alle nozioni che vengono elargite prima di iniziare un livello. Sotto questo punto di vista bisogna applaudire gli sviluppatori, perché non si sono limitati ai grandi classici come NES, SNES, Atari 2600 o Commodore 64 ma hanno inserito anche nomi meno conosciuti come il BBC Micro, l'Amstrad e il Sinclair, adattando la grafica del gioco a quella del sistema, anche se dobbiamo ammettere che in alcuni casi ci sarebbe piaciuto un stile un po' più "sporco" invece della pulizia visiva tipico delle console moderne.
Grazie a Life of Pixel potremmo rivivere la storia dei videogiochi, un'imprecazione alla volta
Un pixel, molte imprecazioni
Pur essendo un platform 2D, Life of Pixel non ci chiederà solo di arrivare fino alla fine senza cadere vittima dei nemici o delle trappole disseminate lungo il percorso, ma anche di trovare tutte le gemme sparse nei livelli, un compito inizialmente molto facile ma che col tempo si trasformerà in un vero e proprio incubo.
La difficoltà del gioco segue infatti la progressione delle console, quindi tutto sarà abbastanza semplice nei sistemi più datati ma già all'Amiga avremo accumulato un numero imprecazioni sufficienti a far tappare le orecchie a Satana. A complicarci la vita ci penserà infatti un campionario di nemici molto variegato che non faranno altro che muoversi lungo un percorso prestabilito e che ci uccideranno se li tocchiamo due volte. Se poi cadiamo in una trappola, sia essa piena di punte acuminate o armata di laser mortali, basterà invece un solo colpo. In entrambi i casi non ci sono checkpoint né salvataggi, quindi si torna dritti all'inizio del livello. Ad aiutarci ci saranno però alcuni potenziamenti che spesso saranno fondamentali anche per completare determinati livelli. Le bombe per esempio ci permetteranno di distruggere gli eventuali ostacoli che bloccano il nostro cammino, mentre alcune bolle ci consentiranno di svolazzare e superare sezioni dall'approccio particolarmente ostico. Sulla carta questi "aiutini" sembrano un'ottima cosa, peccato che siano così poco presenti che quando ne abbiamo incontrato uno siamo morti per l'emozione e abbiamo dovuto ricominciare da capo.
Salto nel buio
Tuttavia i veri problemi di Life of Pixel riguardano la sua meccanica fondamentale: il salto. Normalmente i platform garantiscono un certo controllo a mezz'aria, alcuni permettono di variare il salto in base alla pressione del bottone, altri di cambiare direzione al volo. In Life of Pixel invece il salto è quello, sempre quello e solo quello, non importa quanto e come si preme. Questo purtroppo costituisce un bel problema nei livelli avanzati, perché compromette la possibilità di muoversi nello spazio con maggiore destrezza e vincola il giocatore a una sola forma di movimento. La situazione è resa ancora peggiore dal doppio salto che, se non viene eseguito con una precisione quasi chirurgica, si rivela quasi del tutto inefficace. Se infatti non premiamo il bottone al momento giusto il secondo salto sarà debolissimo e questo nove volte su dieci ci porterà in procinto di morire.
Qualcuno potrebbe giustamente obiettare che è un gioco difficile e in quanto tale è perfettamente giusto che sia richiesta una reattività superiore alla norma, ma l'impressione ricavata è che il tutto sia semplicemente frustrante senza nessun motivo apparente. I difetti purtroppo non sono finiti e riguardano anche il level design delle fasi più avanzate del gioco. Al di là del fatto che non tutti i livelli sono ben riusciti e che alcuni sembrano inutilmente lunghi, c'è anche un grosso problema con lo scrolling. All'inizio i livelli saranno semplici e racchiusi nella porzione visibile dello schermo, quando la situazione si complicherà gli spazi si amplieranno e dovremo muoverci in livelli molto più grandi il cui scrolling segue i movimenti del pixel. Il problema è che alcune volte questo non accade e per vedere cosa ci aspetta più avanti dovremo arrivare fino al bordo del livello. Talvolta sarà proprio questa la causa di innumerevoli morti stupide, soprattutto quando non si conosce il livello come le proprie tasche e si fa una specie di "salto della fede", sperando che ci sia il suolo ad accoglierci e non un fosso pieno di punte. Se sommate tutto ciò ad una meccanica di salto non proprio cristallina e al fatto che in caso di morte si riparte da zero, capirete che Life of Pixel non è un gioco difficile, è un gioco punitivo. È un peccato, un vero peccato, perché l'idea di ripercorrere la storia dei videogiochi ricostruendone non solo lo stile grafico, ma anche il sonoro, è decisamente interessante! E infatti saremmo eccessivamente cattivi se non dicessimo che in alcuni momenti il gioco ci ha realmente appassionato e divertito, ma purtroppo questi sprazzi non reggono il paragone con quelli in cui ci ha fatto arrabbiare per difetti che potevano essere ampiamente corretti.
Conclusioni
Sarebbe bello poter dire che Life of Pixel è un acquisto da effettuare a occhi chiusi, ma la verità che Wii U offre platform molto più belli che lo sovrastano facilmente. Se vi piace il retrogaming dategli pure un'occhiata, ma solo se Mario, Rayman e compagnia li avete ormai finiti e rifiniti.
PRO
- Accurata riproduzione della grafica del periodo
- Interessanti cenni storici
- Un sacco di livelli da giocare...
CONTRO
- ...alcuni però decisamente poco ispirati
- Meccanica del salto molto rozza
- Assurdo scrolling orizzontale che limita la visibilità