Sulla caduta di un mito come Sonic The Hedgehog sono stati versati fiumi d'inchiostro, e per quanto uno non voglia aggiungere ulteriore sale sulle ferite, un'occasione come il remake 3D Classics del secondo episodio della serie, per Mega Drive, datato 1992 (23 anni fa), rivela in modo plastico e impietoso la differenza tra quello che era il porcospino blu "da giovane", e quello che è oggi, bistrattato e violentato da una SEGA che non sembra più avere la minima idea di dove portarlo, sia dal punto di vista della presentazione che del gameplay. La qual cosa fa ancora più male visto che Sonic The Hedgehog 2 è qui, concreto, ancora splendido nonostante gli anni, un esempio e modello che, chissà perché, nessuno sembra avere la forza di seguire.
La linea 3D Classics per Nintendo 3DS si arricchisce di una nuova gemma: Sonic The Hedgehog 2!
Corri come un porcospino!
In un'epoca nella quale Super Mario World aveva settato nuovi standard nel genere del platform (standard mai più superati, secondo alcuni, ma questa è un'altra storia), la risposta della storica rivale SEGA fu uno strambo, ma assolutamente cool, porcospino blu che faceva della velocità la sua arma vincente.
Ma Sonic The Hedgehog, per quanto impressionasse a un primo impatto per come corresse, per tocchi di classe spettacolari come i giri della morte, per la grafica all'epoca incredibile, era un gioco molto più profondo di quanto non apparisse, dotato di un level design complesso che lasciava molto spazio all'esplorazione coi suoi bivi, le sue strade alternative e i suoi Smeraldi da raccogliere per guadagnare il finale completo. In Sonic The Hedgehog 2 Yuji Naka e il suo Sonic Team calcarono ancora di più la mano con la "doppia anima" della saga: le fasi frenetiche fatte di combinazioni di giri della morte, loop vertiginosi, respingenti, salti, anelli da raccogliere e nemici da eliminare in un percorso da imparare a memoria e che regala grande esaltazione, si alternano a deliziose fasi più riflessive ma altrettanto soddisfacenti, nelle quali scegliere la strada da intraprendere, andare a scovare segreti e recessi nascosti, avere a che fare con ostacoli, piattaforme mobili e nemici la cui gestione richiede più pensiero che riflessi pronti. Ogni fan del Sonic 2D ha il suo episodio preferito, questo secondo è ancora in cima alla classifica nel cuore di molti proprio per come riusciva a combinare in maniera equilibratissima le sue due anime, e per quanto forse in Sonic CD si siano raggiunte vette ancora più alte, il discorso rimane ancora oggi inattaccabile. Certo, anche all'epoca i difetti c'erano: una difficoltà artificialmente aumentata tramite, ad esempio, elementi inseriti apposta - "cheap" direbbero gli anglofoni - nelle fasi veloci per farvi perdere al 99% tutti gli anelli faticosamente conquistati, oppure alcuni stage palesemente non all'altezza di altri, e in generale tutta la parte finale di Sonic The Hedgehog 2 sembra meno studiata della prima metà. E ancora, la grande novità del secondo episodio, l'introduzione di Miles "Tails" Prower come secondo personaggio controllato dalla CPU o da un altro giocatore, sia in modalità cooperativa che competitiva, sebbene molto coraggiosa non era certo il principale punto d'attrazione. Ma in definitiva negli anni '90 tutta la saga, e quest'episodio in particolare, era una fantastica alternativa a Super Mario, in alcuni aspetti addirittura superiore.
L'effetto 3D
Come diciamo nel corpo del pezzo, esistono ben due modalità di sfruttamento dell'effetto 3D: una che sposta i fondali in profondità, un'altra che crea quell'effetto per il quale gli elementi in primo piano sembrano quasi "uscire dallo schermo". In entrambi i casi la stereoscopia è ottimamente implementata, ed esalta i tanti livelli di parallasse che all'epoca insieme alla velocità rendevano il gioco incredibile da vedere, senza influire per nulla su frame rate e gameplay.
Nostalgia canaglia
Sonic The Hedgehog 2 è invecchiato decisamente bene, ma non può dirsi nel novero di quei, invero pochissimi, titoli che non sentono affatto il peso dell'età. I limiti menzionati sopra, la difficoltà alimentata artificialmente e qualche livello meno ispirato, saltano ancora di più all'occhio alla luce di quello che è successo in questi 23 anni.
Un aspetto che probabilmente tradisce i nostri ricordi è costituito dagli stage bonus in finto 3D, a cui si accede arrivando ai checkpoint con almeno cinquanta anelli. All'epoca fecero sensazione per impatto grafico e gameplay, oggi, col 3D vero a farla da padrone sulla scena, sono poco più che noiosi e imperfetti intervalli. A maggior ragione risplende quindi l'opera, al solito particolarmente completa, di conversione operata da M2. Particolarmente completa innanzitutto per tutta l'usuale serie di chicche destinate a far rivivere al meglio l'esperienza: due diversi tipi di 3D stereoscopico, la possibilità di simulare l'effetto dei vecchi televisori a tubo catodico, quella di scegliere tra la versione giapponese e quella internazionale, e anche di esaltare la meravigliosa colonna sonora di Masato Nakamura (uno degli aspetti più curati dei vecchi Sonic), così come gli effetti, emulando il chip audio del Mega Drive 2, la seconda versione del 16-bit SEGA che oltre a un design più accattivante sfoggiava proprio delle potenzialità sonore maggiori. Ma anche sul fronte del gameplay sono state fatte delle aggiunte notevoli che esprimono la piena comprensione da parte del team di quelli che sono i limiti del gioco. I controlli interamente configurabili, la possibilità di scegliere quale livello giocare sin da subito, una modalità che vi fa partire con dieci anelli ad ogni stage e che a ogni colpo toglie solo la metà dei suddetti, l'opzione di ottenere l'invulnerabile Super Sonic senza passare dai bonus stage sono tutte modifiche molto sensate e ben accette, come i 3D Classics ci hanno ormai abituato. Una piccola mancanza in questo senso è solo l'impossibilità di eliminare lo split screen nel multiplayer competitivo, per sfruttare il quale avrete comunque bisogno di due console e due copie virtuali del prodotto. Un lavoro ottimo, che esalta un gioco storico e validissimo. E che, impietosamente, mette a nudo ancor di più la miseria in cui è caduto un franchise che ha fatto la storia. Miseria che, ci sia concessa un'ultima annotazione polemica, non si annida solo nel gameplay: qui c'è Sonic, semplice, in tutta la sua essenza, un personaggio di 25 anni fa che però rimane ancora innegabilmente cool e affascinante. Il perché ultimamente si sia deciso di modificarne il design e il "lore" aggiungendo sciarpe e creando personaggi e storie al limite del ridicolo, rimane un triste mistero.
Conclusioni
Sonic The Hedgehog 2 è un vero e proprio caso di scuola. Innanzitutto, pur con qualche piccolo limite, è una sorta di bibbia di design su come si facevano i platform 2D negli Anni '90, quando il genere andava per la maggiore. E poi è una crudele pietra di paragone per valutare esattamente la situazione in cui è finito il povero porcospino blu, a livello sia di gameplay che di design. Non è un gioco su cui il tempo non abbia lasciato alcun segno del suo passaggio, ma rimane ottimo di per sé, e l'usuale, fantastico lavoro di M2 rende questa la versione definitiva. Aggiungete il prezzo al solito bassissimo e non c'è motivo di non consigliare 3D Sonic The Hedgehog 2 a nostalgici e neofiti.
PRO
- Una vera lezione di level design
- Conversione eccezionale e completissima
- Qua dentro c'è Sonic in tutta la sua essenza
CONTRO
- Qualche difettuccio c'era già all'epoca
- Un paio di cose non invecchiate al meglio