In attesa di poter mettere le mani sull'affascinante e misterioso ABZÛ di Giant Squid, la cui uscita è prevista per il prossimo 2 agosto su PC e PlayStation 4, questa estate i videogiocatori appassionati di mare e oceani hanno anche un altro titolo cui prestare attenzione, ovvero Song of the Deep, un'opera ispirata alla mitologia irlandese che stuzzica l'interesse anche per le società coinvolte nello sviluppo.
Stiamo infatti parlando del nuovo publisher GameTrust, nato da una costola di una nota catena di negozi che vende videogiochi, ma soprattutto dei celeberrimi Insomniac Games, autori di titoli che non hanno bisogno di presentazioni come Ratchet & Clank, Spyro The Dragon, Resistance e il bistrattato Sunset Overdrive. A differenza delle grandi produzioni cui ci ha abituati la casa di sviluppo californiana, Song of the Deep ha il sapore dell'indie game di alta qualità, i cui valori produttivi possono essere accostati a quelli delle "perle artigianali" di Ubisoft, come Valiant Hearts e il fascinoso Child of Light, col quale condivide anche qualche tratto stilistico. L'operazione risulta coraggiosa anche per il genere prescelto dagli sviluppatori, ovvero quello dei cosiddetti "metroidvania", che oggi, purtroppo, non ha il medesimo ascendente di un tempo sulla maggioranza dei giocatori, benché mantenga un certo grado di interesse tra quelli più esperti. Uscito da un paio di giorni su PC e PlayStation 4 al costo di circa 15 Euro, lo abbiamo portato a termine in circa otto ore senza aver raccolto tutti i collezionabili e i potenziamenti: ecco il resoconto del nostro appassionante viaggio nelle profondità marine.
Stile delizioso e una soundtrack ispirata in Song of the Deep, ultima fatica di Insomniac Games
Il coraggio di una figlia
Merryn, la protagonista del gioco, è una ragazzina che vive da sola col padre pescatore in una casetta affacciata sul profondo blu. Ogni sera, la piccola attende il rientro del genitore sullo scoglio più alto con una candela accesa in mano, un gesto d'amore che illumina la via all'imbarcazione stagliata all'orizzonte. La routine viene bruscamente interrotta quando un giorno Merryn non vede rientrare il padre, e dopo averlo atteso invano tutta la notte con gli occhi gonfi di lacrime, si addormenta sulla scogliera e lo sogna: è ancora vivo ma in serio pericolo. La ragazzina decide subito di agire e con gli strumenti a disposizione costruisce un piccolo sommergibile, col quale, incurante dei pericoli, si lancia alla ricerca del genitore disperso. Questo, a grandi linee, è l'incipit della trama di Song of the Deep, che si dipana con delicatezza grazie a illustrazioni fiabesche e al racconto della narratrice, fedele compagna del giocatore per tutto il corso dell'avventura.
Nella storia sono coinvolte misteriose civiltà sommerse e creature marine leggendarie, dettagli che influenzano il setting fantasioso delle ambientazioni, benché non manchino riferimenti a fauna e suggestivi ecosistemi realistici, come foreste di kelp e le immancabili barriere coralline.
Il giocatore controlla il piccolo sottomarino guidato da Merryn e all'inizio dell'avventura dispone solo di un semplice artiglio retrattile col quale interagire con ambiente e nemici, tuttavia, progredendo si sbloccano diversi potenziamenti fondamentali sia per accedere a nuove aree che per raccogliere collezionabili e tesori. L'esplorazione, come ogni buon Metroidvania che si rispetti, rappresenta il cuore pulsante dell'esperienza, e tutti i livelli che compongono la vasta mappa di gioco sono collegati fra loro, anche attraverso portali. Il backtracking è naturalmente presente ma è sviluppato con intelligenza, spingendo il giocatore a tornare sui propri passi anche solo per sperimentare i nuovi gingilli installati, che possono essere potenziati spendendo le monete raccolte da un improbabile paguro Bernardo. Oltre alla già citata pinza magnetica, utilissima per attaccare i nemici e spostare oggetti, ci sono anche vari tipi di siluri, sistemi di propulsione più efficienti, sonar e fari che giocano un ruolo chiave nella risoluzione di enigmi e puzzle ambientali, spesso basati sulla fisica coinvolgendo barriere, correnti marine, interruttori, leve e via discorrendo. Se nella prima parte del gioco essi risultano ben integrati nel processo di esplorazione, senza inficiare il gusto della scoperta e il pathos del racconto, nella seconda parte il livello di difficoltà degli enigmi sale sensibilmente e in taluni casi (rari, per fortuna) viene messa a dura prova la pazienza del giocatore, non tanto per la complessità dei ragionamenti richiesti, quanto per il farraginoso metodo di risoluzione, che spezza il ritmo dell'avventura. Ve n'è uno in particolare che coinvolge raggi laser colorati e specchi che risulta al limite della frustrazione. A un certo punto della storia la nostra Merryn sarà anche in grado di uscire dal sottomarino e nuotare nelle insenature più strette, un aspetto del gameplay che arricchisce ulteriormente il piacere della scoperta, catalizzato dalle meravigliose ambientazioni create dagli artisti di Insmoniac. Alla bellezza delle fasi esplorative si contrappone il sistema di combattimento approssimativo, poco stimolante anche a causa della scarsa varietà di nemici e dei pattern d'attacco piuttosto scolastici. Il bestiario comprende creature ispirate a meduse, rane pescatrici, attinie, granchi e Nautilus, tutte caratterizzate da un discreto design. Non mancano naturalmente anche i boss, ma sono pochini e non particolarmente carismatici.
Il fascino degli abissi
Per godere appieno di Song of the Deep l'uso del joypad è assolutamente consigliabile, dato che il controllo attraverso mouse e tastiera risulta sin troppo macchinoso, soprattutto quando è richiesta precisione millimetrica nei movimenti. Il sommergibile fluttua nell'acqua con moto inerziale, e benché le collisioni con ostacoli e pareti non rappresentino un problema per l'integrità dello scafo, alcuni enigmi coinvolgono il trasporto di pericolose mine, altri richiedono tempismo perfetto per superare porte con timer, senza dimenticare le faticose risalite delle correnti marine aggrappandosi di appiglio in appiglio con la pinza magnetica.
Interessante, ma purtroppo poco sfruttato, l'utilizzo dei fari, necessari per far scansare le meduse che impediscono determinati accessi e per sbloccare alcuni tesori. Curiosamente il prezioso sonar viene scovato solo nella parte finale del gioco, e oltre a rendersi indispensabile in quei tratti dove la visibilità è impossibile anche con le luci accese, è fondamentale per il recupero di tutti i collezionabili, dato che riesce a svelare i passaggi segreti tra gli elementi dello scenario. La buona varietà delle ambientazioni e le caratteristiche originali di ciascuna di esse, che mescolano sia elementi naturali che artificiali in chiave prettamente steampunk, impreziosiscono il level design della suggestiva opera Insomniac, il cui valore artistico è paragonabile ai titoli Ubisoft che sfoggiano l'eccellente motore UbiArt framework per la grafica 2.5 D, come gli ultimi due bellissimi capitoli di Rayman. Buone anche le animazioni, sebbene non manchi qualche piccolo bug, come compenetrazioni di alcuni nemici con gli elementi dello scenario e movimenti non sempre fluidi. Su PC, al di là della risoluzione e del V-Sync, non vi è alcuna opzione grafica avanzata, e curiosamente i requisiti minimi e consigliati si equivalgono. Purtroppo, benché con la nostra configurazione di prova i 60 fotogrammi al secondo siano praticamente granitici, con qualche tentennamento rilevato solo durante i salvataggi, si avverte del fastidioso stuttering, un fenomeno che potrebbe essere mitigato con una patch o driver aggiornati. Ottimo anche il comparto audio, grazie alla colonna sonora "ambient" perfettamente integrata col contesto marino, agli effetti sonori cristallini e al buonissimo doppiaggio in inglese, sottotitolato in italiano.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10
- Processore: Intel Core i7-4790 3,60 GHz
- Memoria: 8 GB RAM
- Scheda Video: MSI Geforce GTX 980
Requisiti minimi
- Sistema operativo: 64-bit Windows 7 o superiore
- Processore: 4 CPU >= 2.0 Ghz
- Memoria: 4 GB di RAM
- Scheda video: 1GB VRAM o superiore
Requisiti consigliati
- Sistema operativo: 64-bit Windows 7 o superiore
- Processore: 4 CPU >= 2.0 Ghz
- Memoria: 4 GB di RAM
- Scheda video: 1GB VRAM o superiore
Conclusioni
A causa di alcuni enigmi fuori contesto nella seconda metà del gioco e di un sistema di combattimento poco profondo e vario, Song of the Deep non può ambire all'eccellenza, ciò nonostante si tratta di un prodotto solido, con una trama piacevole e un comparto artistico di assoluto spessore, che spinge il giocatore a esplorare e scoprire ogni anfratto della vasta mappa. Se amate l'ambientazione marina e il genere dei metroidvania, potete farlo vostro senza troppi pensieri, a patto di poterlo giocare col joypad. Ci aspettiamo il rilascio di una patch che risolva i fastidiosi fenomeni di stuttering sperimentati in fase di prova.
PRO
- Artisticamente delizioso
- Il fascino dell'ambientazione marina
- Mappa vasta e backtracking intelligente
- Gameplay valido ma solo col joypad
CONTRO
- Puzzle avanzati fuori contesto
- Sistema di combattimento poco approfondito
- Stuttering e qualche bug minore