Lo sapete che Paper Mario ha appena sedici anni? Pensando a quella cartuccia del Nintendo 64 nostalgia e ricordi si fondono; l'impressione, nello scrivere questo incipit, è che siano passati una valanga di anni, eppure no. Ne sono trascorsi - lo ripetiamo - appena sedici. Certo, non è poco: alcuni lettori non erano neanche nati, altri pargoli o a malapena adolescenti.
È però un lasso di tempo incredibile se ci si ferma ad analizzare cosa sia rimasto oggi di quell'era videoludica non (o comunque meno) mainstream. Beh, un po' poco, giusto qualche sopravvissuto che contorcendosi sta ancora provando a sfondare il muro dell'anonimato delle nuove generazioni di giocatori. Perché il grosso di chi videogioca oggi, vuoi per motivi anagrafici vuoi per affinità di gusto, difficilmente avrà mai messo seriamente le mani su un esponente della saga di Paper Mario. E questo lo sviluppatore Intelligent Systems lo sa. L'industria del gaming ha bisogno di sostenibilità economica, ma anche di qualità per accontentare i fan storici; e poi ci vogliono idee, ci vuole l'esperienza di saper narrare una storia senza far annoiare chiunque la stia vivendo. Il tutto è ancora più difficile se lo stile grafico utilizzato strizza l'occhio a target di giocatori non facilmente catalogabili, allo stesso modo difficilmente accontentabili nella loro ricerca del piacere di giocare. Paper Mario: Color Splash va esattamente in questa direzione, facendo un passo in avanti verso un orizzonte difficile: la ricerca di una nicchia di intenditori, mai come oggi desiderosa di un prodotto non perfetto ma più che apprezzabile nella somma delle sue parti.
Seppur non perfetto, Paper Mario: Color Splash intrattiene con una maestria insuperabile!
Mondi di carta
Se avete seguito notizie e anteprime, se il chiacchiericcio generale sul titolo vi ha fino a oggi appassionato, allora saprete benissimo che il fulcro di Paper Mario: Color Splash non è il sistema di combattimento. Attenzione: questo non vuole assolutamente dire che l'attenzione dedicatagli sia poca, né che l'abilità artigiana degli sviluppatori sia per una volta venuto meno. È che è palese quanto stavolta Intelligent Systems desideri in primo luogo farvi entrare in un mondo e raccontarvi una fiaba in stile Paper Mario. E poi - e solo poi - farvi utilizzare il GamePad per dare libero sfogo alla loro straordinaria follia autoriale.
Ciò che attende chi darà fiducia al team è un mondo spensierato, vibrante, delicato nell'affermarsi con uno stile artistico sublime ma molto, molto divertente e ricercato nella proposizione di dialoghi e interventi scriptati. E poi, beh, viene tutto il resto. Capiamo che potremmo sembrare riduttivi, ma non vediamo modo migliore di presentarvi la nuova fatica di Intelligent Systems se non dire ciò che realmente ci ha donato e sta tutt'ora donando Paper Mario: Color Splash, ovvero tantissimi momenti piacevoli, in grado di farci sorridere e stimolarci ad aspettare con trepidazione la prossima linea di dialogo. C'è poco da fare: a livello narrativo questo è un prodotto scritto e orchestrato con grande competenza. Non c'è la ricerca cinematografica, non vi troverete pomposità o ricette hollywoodiane, solo ed esclusivamente una grazia sopraffina nel proporre un costante turbinio di idee dialettiche, scambi brillanti, giochi di parole e personaggi buffi. È da questo substrato che bisogna partire, altrimenti è dietro l'angolo il rischio di banalizzare le scelte di design adottate. Partendo proprio dalla parte meno memorabile, il combattimento.
Mazzi e mazzate
Contro ogni pronostico, Intelligent Systems mette in campo il sistema a carte del predecessore Sticker Star senza perdere alcuni tratti da rhythm game tipici della saga di Mario&Luigi, ma semplificando ulteriormente i fattori in campo. Con un massimo di 99 carte a disposizione, il mazzo si può scorrere su GamePad, la carta si posizionerà quindi su una plancia a slot variabili. Poi si attiva la fase del colore - collezionabile interagendo con quasi ogni elemento nei livelli - che determinerà la forza del colpo, e in successione l'attivazione delle carte scelte.
Ogni fase è portata avanti dalla pressione del tasto "Fatto", con il risultato che il flusso rilassa enormemente la gestione degli input. Se ci uniamo la quasi inesistenza di un qualsiasi fattore di avanzamento - eccezion fatta per i punti vita - arriviamo alla conclusione che il combattimento è un pianeta a sé stante, dove il collezionare carte più forti o già colorate diventa condizione sufficiente (non necessaria) per avanzare senza grossi problemi. Questa non è per forza una critica, semplicemente una linea disegnata sotto il concetto sopra espresso: considerando il combat system originario del primo Paper Mario, approfondito con il Portale Millenario ma poi abbandonato e reso più casual con Super Paper Mario - un platform a tutti gli effetti - e fatta virare su un sistema a carte con Sticker Star, la direzione del team è chiara. Purtroppo, la semplicità voluta del sistema pone il fianco a strategie di gameplay abbastanza immediate: non appena si avranno sufficienti monete per acquistare le carte desiderate, avanzare lungo i livelli diventa più un proforma che altro. Divertente, a tratti frizzante ma chiaramente una parte accessoria dell'intero impianto, che indirizza sul sempreverde backtracking, sull'esplorazione e su un paio di chicche il vero fulcro ludico.
Pennino forbice
Dicevamo, il back tracking, proprio quell'elemento così strettamente figlio del level design. Se questo funziona, il resto è a cascata. Per fortuna, l'abilità di Intelligent Systems - ormai maestra di costruzione di livelli vista anche la recente e fortunata esperienza puzzle su Nintendo 3DS - non è seconda a molti altri. La scelta di impostare una mappa isometrica stile Super Mario World non è banale: ogni livello è così circoscritto nella sua dimensione, ambientazione, nei suoi elementi attivabili e caratteristiche peculiari.
Tutti fattori che aiutano il team nella narrazione, proposta a balzi da un livello all'altro, da un personaggio al successivo, con in mezzo parentesi di gameplay non pionieristiche ma assolutamente stuzzicanti. Aggiungiamo l'elemento di colore, in ogni senso: la capacità di sfruttare il martello per dipingere o completare sezioni di livello senza vernice - per inciso, portata via indovinate da chi? - fornisce al giocatore una bilancia completista che lo farà alternare tra avanzamento e sosta in livelli già visitati. Inoltre, visto che di carta parliamo, Intelligent Systems inserisce una caratteristica di gameplay leggermente minore ma benvenuta: la forbice di scenario. A fronte di determinate situazioni il GamePad diventa una tavolozza dove ritagliare parti di schermo per permettere a Paper Mario di avanzare o a certi trigger di venire attivati grazie all'utilizzo di carte specifiche. Insomma, è chiaro che in tutto questo non ci sia nulla di epocale, ma è proprio l'ambizione dello sviluppatore a non andare in una direzione che scardini quanto già acquisito dagli appassionati, in un'ottica di fruibilità che riesce a rivolgersi a più intervalli anagrafici. Il team sembra proprio voler sussurrare una quantità di elementi piacevoli da assaporare singolarmente che messi insieme arricchiscono il quadro, riuscendoci e vincendo seppur non a tavolino la sua scommessa.
Linee brillanti
Ci sono due elementi invece in cui Color Splash veramente splende: lo script dei dialoghi e l'impianto tecnico/artistico. Per il primo, è presto detto: plauso a chiunque a Francoforte si sia premurato di effettuare la localizzazione perché l'atterraggio in italiano è da applausi. I giochi di parole, le battute, la riflessione intelligente nel comune parlare di alcune linee di dialogo rese universali in maniera assolutamente non banale, le frasi e la personalità di Tinto, l'assistente di Mario, la simpatia dei Toad. Non dev'essere semplice far ridere con una tale innocenza, eppure Color Splash sarà regalarvi dei sorrisi spontanei, sempre corretti nella scelta del dizionario, adatta e fruibile da ogni età. Guardando invece il lato artistico, siamo nuovamente di fronte a un'eccellenza, ancora una volta con uno stile cartoonesco, ancora una volta con una personalità di carta unica che avvolge ogni elemento di ogni scenario. Le facce dei comprimari, le posture dei nemici, gli elementi ambientali e architettonici sono resi con una tale cura di dettaglio e con un tale gusto estetico che dovrete impegnarvi per non affezionarvi alla proposta visiva di Color Splash. Ultima nota sonora: il compositore interno di Intelligent Systems ha nuovamente fatto centro, con una scaletta che fa dell'ottimo jazz la sua base preferita sulla quale costruire gli arrangiamenti.
Conclusioni
Potrebbe sembrare in controtendenza, eppure Paper Mario, da quel lontano 2000, non è cambiato di una virgola. Ogni capitolo è sempre stato specchio ideale della piattaforma di rilascio, a volte strizzando l'occhiolino ai più altre volte dichiarando il proprio amore agli integralisti del mondo di carta. Per profondità, Color Splash non è il miglior Paper Mario, ma è un ottimo Paper Mario: intelligente, non banale, condito di trovate ben riuscite che dicono in maniera chiara quanto il team abbia voluto donare un'esperienza leggera ma piacevolissima. Certo, una volta scoperti un paio di trucchetti non sarà difficile avanzare, ma rientra tutto nel desiderio di un impasto omogeneo ed equilibrato che è vero, non regalerà picchi incredibili, ma mantiene l'asticella di gameplay e narrativa sempre su uno standard da pollice alto. Aggiungete un comparto tecnico e sonoro splendido e capirete perché ad appena 50€ ha assolutamente senso, per chiunque abbia gusti ricercati, regalarsi qualche decina di ore per assaporare a fondo la nuova creatura del talentuoso team affiliato di Kyoto.
PRO
- Tecnicamente sublime
- Eccellente localizzazione in italiano
- Pieno di idee, ottima amalgama...
CONTRO
- ...ma senza picchi ludici esagerati
- Combat system facilmente assimilabile