Nonostante la chiusura di Lionhead Studios e la decisione di fondare un nuovo team per dedicarsi a progetti più piccoli, Peter Molyneaux sembrava decisamente aver perso il pelo ma non il vizio: prima con quella super trollata di Curiosity e successivamente con un titolo come Godus - afflitto da gravi problemi di sviluppo e in fin dei conti incapace di mantenere le aspettative - il celebre designer britannico si era portato dietro tutti quei discutibili atteggiamenti che hanno contraddistinto la sua più recente carriera. È dunque con un giustificato sospetto che la comunità mobile ha accolto l'arrivo del qui presente The Trail, terza opera dello studio 22Cans: si tratterà finalmente di un gioco come si deve o di un'ennesima presa in giro?
Le buone premesse di The Trail si perdono tra acquisti in-app e una tendenza alla monotonia
Camminando camminando
Le premesse di The Trail sono indubbiamente intriganti, a cominciare da un concept non scontato che vede l'utente nei panni di un pioniere sbarcato con pochi mezzi e tante speranze in un nuovo mondo da esplorare che ha le fattezze dell'America dell'epoca coloniale: l'obiettivo è quello di arrivare alla cittadina di Eden Falls per dare vita ai propri sogni di gloria, ma come suggerisce il titolo del gioco, gran parte dell'enfasi è posta per l'appunto sul percorso da compiere per arrivare a tale obiettivo.
Lungo il cammino si è infatti chiamati a raccogliere risorse, fabbricare nuovi elementi, completare missioni e commerciare con altri personaggi, tutte attività che contribuiscono ad accrescere l'esperienza del protagonista e i denari nel suo portafogli. I procedimenti sono di norma abbastanza intuitivi, anche se i meccanismi di tutorial lasciano parecchio a desiderare omettendo informazioni importanti che tocca scoprire da soli a suon di tentativi: si gioca mantenendo lo smartphone in verticale e si utilizza praticamente un solo dito, strisciando sul display e toccando gli elementi su schermo per interagirvi in diverse maniere a seconda del contesto. A completare un quadro che sulle prime battute appare più che roseo interviene anche una realizzazione tecnica davvero notevole, forte di una grafica che adotta un convincente cel shading che conferisce al prodotto un piacevole look a la Wind Waker e un comparto sonoro che si fregia di musiche di buon livello e un doppiaggio inglese molto curato. Con il Molineaux degli ultimi anni, però, la fregatura è sempre dietro l'angolo e The Trail purtroppo non fa eccezione: svanita la curiosità delle fasi iniziali dell'avventura, il gioco si rivela per quello che realmente è, ovvero un walking simulator piuttosto noioso, con una componente crafting che lascia il tempo che trova, elementi gestionali fin troppo abbozzati e soprattutto con delle meccaniche di acquisti in-app che sul più bello entrano a gamba tesa erigendo un muro tra chi è disposto a pagare e chi no. Gran parte del tempo con il gioco lo si spende ad osservare il protagonista che avanza in automatico (è consentito regolare solo la velocità dell'andatura) su un percorso prefissato, guardandosi attorno per raccogliere con dei tap gli ingredienti necessari a fabbricare strumenti, vestiti e oggetti. Una monotonia che viene interrotta raggiungendo gli accampamenti che si trovano lungo il percorso, dove è possibile ripristinare l'energia che si dilapida camminando, darsi al crafting ed effettuare compravendite con altri utenti tramite un piccolo minigioco. Come detto in precedenza, basta poco per accorgersi che The Trail non interpreti la formula del free to play nel migliore dei modi: se non si cede all'acquisto di componenti a pagamento, ci si ritrova ben presto a dover ricorrere a un pesante grinding per raggiungere i propri obiettivi, cosa che non fa che acuire il senso di noia che già pervade la produzione 22Cans. Una volta raggiunto il fatidico insediamento di Eden Falls, le cose cambiano leggermente ma senza migliorare più di tanto: è possibile stabilirsi acquistando una proprietà e dedicarsi a una serie di attività per incrementare il proprio indotto, e c'è anche una spruzzata di componente social che prevede l'interazione con altri giocatori al fine di creare la comunità più prosperosa. Nonostante alcuni richiami a titoli quali Animal Crossing, anche in questo frangente The Trail finisce per rivelarsi più tedioso del dovuto e soprattutto eccessivamente legato a meccanismi di monetizzazione.
Conclusioni
Peter Molyneux colpisce ancora, e il terzo progetto di 22Cans è nuovamente un prodotto che non riesce a convincere appieno, anche se per motivi diversi dal passato: stavolta non c'entrano le promesse non mantenute, bensì un gameplay con troppo poco spessore per giustificare il tempo (e anche il denaro per coloro che volessero acquistare i contenuti a pagamento) che The Trail richiede per arrivare ai suoi obiettivi. Qualcuno forse gradirà la rilassatezza dell'esperienza offerta da 22Cans, ma una volta chiusa l'applicazione è difficile scrollarsi di dosso la sensazione di non aver fondamentalmente fatto nulla.
PRO
- Tecnicamente molto valido
- Concept di base interessante
- Stile di gioco rilassato e accessibile
CONTRO
- Fondamentalmente piatto e noioso
- Gli acquisti in-app sono fin troppo presenti
- Diverse meccaniche non illustrate a dovere