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La recensione di Rainbow Six: Siege - Operazione Chimera

Ubisoft prova a superarsi con operazione Chimera: cosa chiedere di più?

RECENSIONE di Tommaso Valentini   —   08/03/2018
Tom Clancy's Rainbow Six: Siege - Operazione Chimera
Tom Clancy's Rainbow Six: Siege - Operazione Chimera
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Dopo qualche settimana sui server di prova si è finalmente resa disponibile Operazione Chimera. Negli scorsi mesi vi avevamo già dato un'infarinatura di ciò che questo imponente aggiornamento avrebbe significato per Rainbow Six Siege e dell'importanza che questo supporto ha rappresentato per il titolo. Ora che Lion e Finka sono pronti per essere utilizzati durante i match e che la modalità Outbreak è disponibile per tutti giunge quindi il momento di tirare le somme e di valutare quanto valore sia stato aggiunto alla produzione. Prima di entrare però nello specifico ci preme osservare come Ubisoft stia cercando di cambiare, in modo assolutamente positivo, l'approccio ai DLC e ai contenuti extra nell'universo degli sparatutto. Call of Duty e Activision hanno fatto il bello e il cattivo tempo fino ad oggi indirizzando il pubblico a pensare che forse quindici euro per quattro mappe e qualche nuova skin potessero essere in qualche modo giustificabili. Il colosso francese pensa e ringrazia invece i fautori del successo di Rainbow Six: Siege, proponendo da ormai un anno a questa parte, tutti i contenuti in maniera gratuita e facendo capire là fuori che si può costruire un rapporto di reciproca fiducia tra sviluppatori e tra chi fruisce attivamente del gioco. Se non volete spendere una lira potete insomma dare il vostro apporto riempiendo i server e mantenendo viva la community, sbloccando gli operatori con i crediti ottenuti dopo ogni partita, oppure finanziare direttamente lo sviluppo comprando il season pass e ottenendo tutti i contenuti con una settimana di anticipo. Due formule che abbracciano al 100% il mercato accontentando ogni tipo di giocatore con un ritorno incredibile di immagine. Abbiamo insomma un nuovo paramento per giudicare e definire il supporto anche per gli altri FPS multiplayer, che ora devono fare i conti con Ubisoft e la sua idea di DLC. Se tutto questo non fosse ancora sufficiente sappiate che da ora in avanti, e anche in maniera retroattiva, tutti i gadget e gli attachment per le armi saranno disponibili sin da subito, senza la necessità ulteriore di comprarli, e i giocatori che compreranno Rainbow Six Siege si troveranno per le mani anche tutti e venti gli operatori iniziali, per poter così entrare subito nel meta senza doversi ammazzare di ore di gioco per avere un roster abbastanza cospicuo. Tutte scelte che da sole basterebbero a farci promuovere Chimera senza esitazioni.

La recensione di Rainbow Six: Siege - Operazione Chimera

Leon a Wembley!

Solitamente ci concentriamo sui contenuti quando arriva un aggiornamento di questo tipo, ma Operazione Chimera porta alcuni bilanciamenti davvero importanti negli operatori, tanto da rischiare di rivoluzionare il meta solo con questi accorgimenti. Ela era chiaramente un operatore davvero troppo utile, con gadget fortissimi e armi altrettanto pericolose. Le è dunque stato ridotto il danno, aumentato il rinculo e al posto delle granate a impatto si trova ora per le mani uno scudo. Anche le modifiche a Kapkan sono interessanti e la rimozione del filo spinato, spesso poco utilizzato visto che bisognava correre da una parte all'altra per piazzare le mine, dovrebbe garantirgli più flessibilità. L'ultimo operatore a essere stato ritoccato pesantemente è l'eccellente Blitz, che passa da essere un operatore con 1 di velocità e 3 di armatura a un bilanciato 2-2: un mostro adesso a chiudere il gap dopo aver accecato gli avversari. Nelle partite che abbiamo visto è sempre stato scelto in attacco, vuoi per la novità, vuoi perché ora risulta davvero efficacissimo nell'uno contro uno. Ci sono anche modifiche alle animazioni della ricarica - che ora può essere interrotta - e nella consueta rotazione delle mappe.

La recensione di Rainbow Six: Siege - Operazione Chimera

Se invece volete sperimentare qualcosa di nuovo, Finka e Lion fanno al caso vostro e fanno parte di una nuova visione di Ubisoft per operatori dalle capacità globali che possono cioè impattare sulla partita a prescindere dal loro posizionamento. L'idea è arrivata con Dokkaebi e ora viene ulteriormente ampliata in maniera ancor più pericolosa. Finka è infatti una specie di DOC dedita all'assalto: la sua abilità speciale le permette di dare un sovrascudo ai propri compagni di ben venti punti ferita e di curare persino i compagni acciaccati, senza il bisogno di vederli, ovviamente. Il buff migliora anche la velocità, accorcia i tempi di ricarica e potenzia la resistenza agli stordimenti. Il più grosso problema che abbiamo visto durante i match è che per poter funzionare in maniera egregia il boost deve essere lanciato coordinandosi con i propri compagni, una soluzione davvero difficile da ottenere quando si gioca in solitaria affidandosi al matchmaking. Per l'utenza normale dunque, Finka resterà probabilmente ai margini delle scelte relegando l'operatore ai soli gruppi organizzati, cosa invece che non pensiamo accadrà con Lion. Lion è un mostro. Due di armatura e due di velocità lo rendono un attaccante temibile e la possibilità di evidenziare i nemici delineandone la sagoma in caso di movimento lo rende sempre pericolosissimo, sia prima di uno sfondamento sia anche solo per infastidire i difensori e costringerli a restare immobili. A differenza di Finka, Lion ha un timer messo bello in evidenza grazie all'interfaccia integrata, liberando i giocatori da tediose organizzazioni o comunicazioni. La sua utilità è innegabile e se usato in maniera intelligente può essere davvero devastante. L'abilità può essere usata in attacco ma anche in maniera difensiva quando si protegge il defuser kit, impedendo agli avversari di fare irruzione, pena ricevere un paio di proiettili in petto attraverso le pareti.

Un gradito regalo a base di alieni

E poi, oltre a tutti questi cambiamenti arriva anche Outbreak, una modalità a tempo limitato che ribalta il concetto di Rainbow Six: Siege e arriva a tuono offrendo qualcosa di realmente diverso. Diverso per il titolo, ovviamente, e non per il genere visto che Left 4 Dead e anche la modalità Extinction di COD avevano già fatto vedere qualcosa di molto simile. Si tratta di un omaggio fatto dal team di sviluppo ai giocatori e un regalo dello studio ai propri sviluppatori, dandogli qualcosa di nuovo e stimolante su cui lavorare. Outbreak va dunque preso per quello che è: una modalità extra dalla durata di una manciata di settimane fatta e pensata con l'unico scopo di divertire. Fa parte di quella visione di cui vi parlavamo all'inizio, con Ubisoft Montreal intenta a regalare contenuti per continuare a far restare sui server i propri giocatori. In questo caso potrete gettarvi nella mischia a testa bassa con due amici, o altri due giocatori casuali, in tre differenti location e tentare di debellare la minaccia aliena. Ubisoft ha lavorato poco, però, sul design dei nemici, che risultano essere poco ispirati e meri cloni di creature viste in altri titoli. C'è il classico bestione che carica a testa bassa e che va colpito in un punto debole sulla schiena, anonimi cadaveri ignorantissimi che si lanceranno all'attacco, altre bestie esplosive capaci di fare breccia nelle pareti rinforzate e megere in grado di lanciare potenziamenti e colpi dalla distanza, con animazioni molto simili a quelle viste su Destiny. Si accetta tutto consapevoli che è un contenuto temporaneo e extra, anche se con poco più impegno sarebbe potuta divenire una modalità da volere a tutti i costi. Anche le mappe e i compiti non offrono poi nulla di realmente innovativo, pur restando piacevoli da giocare per una manciata di tentativi. La modalità manca insomma di profondità e benché ci sia stato il tentativo di dare agli operatori presenti una nuova veste modificandone parzialmente le abilità, difficilmente avrete voglia di continuare a giocarci una volta portata a termine e sbloccate le eventuali skin e ricompense. Una buona distrazione, che non può nè vuole ambire ad essere altro.

La recensione di Rainbow Six: Siege - Operazione Chimera

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori
ND
Il tuo voto

Cosa si potrebbe chiedere di più a questa nuova operazione? Davvero nulla se guardiamo l'offerta generale. Abbiamo due operatori inediti in grado di proporre nuove meccaniche, una modalità gratuita e bilanciamenti capaci di cambiare il meta. Ubisoft sta dunque remando nella giusta direzione e il continuo apprezzamento dei giocatori non può che essere il segnale che tutti stavano aspettando per spingere ulteriormente sull'acceleratore. Se la tendenza è questa e non ci saranno scivoloni la strada di Rainbow Six potrebbe davvero essere costellata di successi.

PRO

  • Lion e Finka sono estremamente divertenti da usare
  • Outbreak è un buon diversivo dalle solite partite competitive
  • Bilanciamenti mirati

CONTRO

  • Il meta è ancora tutto da definire, osserviamo da vicino le modifiche a Blitz
  • Nemici di outbreak davvero poco originali e ispirati