Versione testata: Xbox 360
Il secondo capitolo dell'originale Call of Juarez, uscito nel 2007 su PC ed Xbox 360, è un prequel, anch'esso ambientato nel selvaggio mondo del West all'epoca della guerra Civile Americana ed ispirato ai migliori spaghetti-western, con tutti i clichè e le ambientazioni tipiche del caso: sparatorie nei saloon, assalti alla diligenza, fughe di prigione e duelli con i Pellerossa americani. Chi più ne ha, più ne metta: Call of Juarez: Bound in Blood è il sunto massimo della vita da Cowboy, raccontando una storia avvincente attraverso quattro capitoli intrisi di azione, sangue e dialoghi pulp. La storia narra le vicenda dei fratelli Ray e Thomas McCall, inizialmente tra le fila dell'esercito confederato, infine come disertori alla ricerca del famigerato oro di Juarez ed una nuova vita, libera e senza guerra.
Ray è il fratello maggiore, quello con più esperienza, quello che sa come va il mondo ed ha sempre qualcosa da insegnare. E' bravo nei duelli ravvicinati e nell'utilizzo dei revolver, è più resistente, forte e può anche sollevare un pesante mitragliatore Gatlin. Thomas invece è decisamente più scaltro e rapido, è specializzato nell'utilizzo del fucile ed è quindi favorito negli scontri a lungo raggio. Inoltre, è in grado di usare il lazo per aprirsi varchi e raggiungere punti insormontabili. Tutto il gioco ruota attorno al legame dei due fratelli: ogni livello può essere affrontato in modo diverso a seconda del personaggio che scegliamo. Inizialmente, alcune missioni possono essere affrontate solo con Ray o Thomas, infine ci sarà data la scelta di decidere il nostro preferito ed utilizzarlo a piacimento.
La faccia nel vento, il ferro nel braccio
L'avventura inizia quando i fratelli, tornando alla loro casa, scoprono che la fattoria è stata attaccata dai soldati dell'Unione. I due tradiscono l'esercito e diventano disertori tentando di difendere la propria famiglia. Da qui, una serie infinita di eventi li porta ad attraversare l'America alla ricerca del famigerato oro perduto di Juarez, arrivando fino in Messico. I quattro capitoli del gioco si snodano attraverso decine di missioni (raggruppate in capitoli e atti), tutte diverse tra loro e molto coinvolgenti. Il lavoro del team di sviluppo è stato quello di voler diversificare al massimo le possibilità offerte al giocatore e la varietà di azioni da compiere, sempre in contesti ed ambienti diversi. Si passa dalle sfide testa a testa, con visuale in terza persona e mano sulla fondina, agli assalti alla diligenza. C'è da affondare battelli che attraversano il fiume, far saltare ponti, salvare belle ragazze, cavalcare con la faccia nel sole, e tanto, tanto altro. Per tutta la durata del gioco, circa dieci, dodici ore, non si fa mai la stessa cosa. Molti livelli possono essere superati solo grazie a specifiche abilità del personaggio, molti altri con una cooperazione tra i due, dandosi una mano per salire punti troppo alti, sfondando porte all'unisono, coprendosi a vicenda nelle sparatorie, oppure guidando la carovana mentre l'altro abbatte i nemici che ci inseguono a cavallo. Esistono dei boss intermedi, e si affrontano tutti nella bellissima modalità "faccia a faccia": con l'analogico sinistro si sposta il nostro personaggio, mentre con quello destro si comanda il movimento della mano, posta appena sopra la fondina. E' necessario coordinare il movimento con un ottimo tempismo, dettato dallo scoccare della campana di mezzogiorno. In quel momento, la pistola più veloce sopravvive, l'altra perisce. Durante gli scontri l'intelligenza artificiale della CPU si comporta molto bene: i nemici si riparano, corrono da una parte all'altra, tirano candelotti di dinamite nella nostra direzione, rendendoci il compito decisamente arduo. Dopo alcune uccisioni possiamo però attivare la modalità "concentrazione", durante la quale scatta uno slow motion che ci rende la mira più semplice ed efficace. Ray può "agganciare" numerosi nemici contemporaneamente su schermo e sparare velocemente a tutti, mentre Thomas riesce ad uccidere istantamente chiunque finisca nel suo mirino. I livelli sono tutti ben disegnati dal punto di vista architettonico, ma soprattutto per quanto riguarda la costruzione di una scena d'azione che lasci al giocatore zone di copertura, vie secondarie, strade alternative, segreti da scoprire. La strada da seguire è sempre lineare, ma il giocatore è libero di spaziare nel livello potendo percorrerlo come meglio crede. A volte, non molto spesso, è lasciata al giocatore la libertà di muoversi in alcuni sandbox in stile free roaming da esplorare in sella ad un cavallo, alla ricerca di venditori d'armi, mestieri per guadagnare soldi e taglie da incassare. Oppure, semplicemente galoppare il nostro destriero guardando l'orizzonte e godendoci il favoloso panorama offerto dal selvaggio West. Queste sessioni, estremamente piacevoli, servono a staccare un po' dall'azione e darci del tempo libero da impiegare nel mondo dov'è ambientata l'avventura principale, proprio come se ci trovassimo in un altro gioco, questa volta più simile ad un Grand Theft Auto.
Ti guardi d'intorno con gli occhi di ghiaccio
L'esplorazione è incentivata dalla possibilità di scoprire nuove armi, casse di denaro oppure oggetti da collezionare. Tutte le statistiche, insieme all'accuratezza dei colpi per ogni arma utilizzata, sono poi riportate in una schermata alla fine di ogni missione. La quantità delle armi è vastissima. Pistole, carabine, fucili, ovviamente; ma anche coltelli, cannoni, mitragliatori gatlin, torcie incendiarie e sedie di legno da poter impugnare a due mani. L'avventura può essere affrontata in molteplici modi in base al personaggio comandato, ma anche a seconda delle armi che vogliamo utilizzare. Bound in Blood è dotato anche di una corposa modalità online, attraverso la quale è possibile allestire partite classificate o personalizzate potendo scegliere tra una vasta lista di mappe, tutte riprese dagli ambienti originali del gioco, e decine di personaggi che comprendono l'Hombre messicano, i Pellerossa, i Cowboy, i militari dell'Esercito Americano, il Texano, lo sceriffo e così via. C'è una modalità cooperativa che introduce tutta una serie di missioni secondarie, ed un'altra opzione chiamata "Sceriffo vs Banditi" che lascia poco spazio all'immaginazione: divisi in due squadre, una prende il controllo dei buoni, mentre l'altra dei ladri saccheggiatori di banche. Questo tipo di opzione multiplayer, che ci vede contrapposti ad un'altra squadra, è di gran lunga quella più divertente e completa del gioco. Visto che quest'ultimo si svolge completamente con due personaggi, era quasi scontata una modalità cooperativa per quanto riguarda la storia principale, ma purtroppo questa opzione è venuta a mancare. In ogni caso, è evidente lo sforzo di Techland (lo sviluppatore polacco) di voler confezionare un prodotto next-gen più completo possibile, sotto ogni punto di vista, come ormai si conviene per ogni prodotto di alto profilo.
Obiettivi Xbox 360
Call of Juarez: Bound in Blood è un gioco che sa premiare e regalare soddisfazioni anche dal punto di vista degli obiettivi da sbloccare. Completare il gioco in modalità difficile vi farà sbloccare quasi la metà dei 1000 punti in palio, mentre i restanti sono divisi equamente tra obiettivi multiplayer online (non molto semplici, a dire la verità) ed azioni bizzarre come far saltare 10 galline con la dinamite, atterrare venti nemici dalla carovana, oppure abbatterne cinque in sella al nostro "cavallo della morte".
Il bello del West
Lo studio polacco dei Techland si è dimostrato ampiamente al di sopra delle aspettative, sia per quanto riguarda il cuore del gioco, la giocabilità, ma anche sul fronte tecnico e grafico. Il primo Call of Juarez era forse troppo acerbo, scarno, semplice, pur mostrando buone cose. Questo seguito (che in realtà è un prequel) utilizza la quarta incarnazione del Chrome Engine, motore grafico 3D proprietario in sviluppo da ben nove anni. Il Chrome 4 si è rivelato poliedrico e ben strutturato: gira su PC come su PlayStation 3 ed Xbox 360, implementando uno splendido HDR a 64bit, una gestione poligonale massiccia e complessa che gira fluida a 30/40 fps, ma soprattutto una serie infinita di effetti particellari, metereologici, volumetrici. Stupenda la gestione delle luci dinamiche, delle ombre portate e del sole che abbaglia e crea un effetto distorsione all'orizzonte, proprio come nel deserto. Bellissima anche la vegetazione, tutta disegnata dalla GPU in modo procedurale. Ogni filo d'erba o albero è animato, illuminato, ombreggiato. Il poche parole, il mondo di Call of Juarez è credibile e vero, solido, d'impatto. La potenza grafica del Chrome è stata messa in mano ad ottimi artisti, che hanno ricreato decine di ambientazioni diverse in modo encomiabile: saloon, città, mine, fiumi, colline, grand canyon, villaggi messicani. La qualità delle animazioni è ottima, in particolar modo quella dei corpi senza vita dei nemici che volano giù dai cavalli, stramazzano al suolo o cadono dai balconi. Volendo trovare un punto debole al look di Bound of Blood, possiamo citare il non troppo convincente character design dei personaggi, forse troppo rigidi e freddi nel contesto nel quale sono inseriti. Il comparto audio è ottimo, e la vasta campionatura di effetti sonori (ce ne sono centinaia) è supportata da una soundtrack efficace nel sottolineare i momenti di azione o di suspance, melodie adatte al contesto western e temi che ricordano da vicino Ennio Morricone. Il gioco è interamente in italiano, ma mostra una qualità delle voci e della recitazione molto altalenante. Ad ottime interpretazioni, come quelle della maggior parte dei personaggi secondarie, si alternano voci poco attinenti e mal calate nel contesto narrativo.
Conclusioni
Il nuovo Call of Juarez ha tanti meriti, ma soprattutto quello di aver reso un genere, quello degli FPS, un pò meno inflazionato del solito. Grazie all'ambientazione western, gli sviluppatori di Techland hanno potuto creare un gameplay fresco, nuovo e molto vario, coadiuvato da una componente estetica di primo livello grazie al nuovo motore grafico Chrome 4. La quantità di nemici, armi, situazioni ed opzioni è massiccia: peccato per la mancanza della modalità cooperativa per due giocatori e un doppiaggio con molte luci ed ombre. In definitiva, Call of Juarez: Bound in Blood è il modo più verosimile per vivere in prima persona il rude mondo del West Americano di fine '800.
PRO
- Gameplay vario e divertente
- Una delle più belle rappresentazioni del West mai creata in un videogioco
- Caratterizzazione dei personaggi
CONTRO
- Character design dei personaggi
- Niente modalità cooperativa nella storia
- Qualità del doppiaggio altalenante