Da qualche anno assistiamo al successo indiscusso di un genere ormai affermato sulle piattaforme casalinghe e portatili. Stiamo parlando di quei rythm game che potrebbero essere definiti, in maniera sterile ma certamente precisa, come dei "simulatori di gruppo rock" che hanno fatto chiave per il proprio successo di una formula tanto semplice quanto geniale: dare l'impressione a chiunque di essere in grado di suonare uno strumento musicale ed emulare i propri idoli del rock, del pop, del metal... perfino della musica classica, in qualche caso.
Le periferiche inizialmente a forma di chitarra, affiancate poi da bassi, batterie e microfoni hanno visto crearsi un vero e proprio fenomeno di costume che potrebbe in qualche modo essere paragonato all'orientale Karaoke tradotto in una formula più facilmente comprensibile ed assimilabile da un pubblico occidentale. Si tratta, in fondo, di intepretare musicisti e cantanti ed attraverso la semplice percussioni di tasti o loro surrogati "suonare" le tracce musicali che ci vengono proposte a schermo. La vera abilità consiste fondamentalmente nel mantenere il ritmo ed a seconda della difficoltà impostata essere capaci di avere dita agili ed allenate.
Come fai se la chitarra non ce l'hai?
In questo panorama viene ad inserirsi Rock Band Unplugged, andando tuttavia a rompere uno schema. Finora siamo infatti stati abituati a vedere come punto forte ed identificativo di questo specifico genere videoludico proprio le sopra citate periferiche a forma di strumento musicale, che hanno dato ai giocatori un senso simulativo ben superiore alla mera pressione dei tasti di un pad o di una tastiera.
La versione per PSP del brand di Harmonix arriva invece fra le nostre mani priva di qualsivoglia supporto esterno. Comandi tradizionali, insomma, per il debutto di Rock Band su PSP. Il problema d'altro canto non era di facile soluzione: inserire periferiche hardware adatte a simulare gli strumenti del Rock Band per piattaforme casalinghe su una portatile che non offre escamotage quale quello adottato dal concorrente Guitar Hero ed il suo Guitar Grip per la portatile Nintendo diventava oggettivamente complesso.
Harmonix risolve il problema con grande disinvoltura, decidendo che se Maometto non può andare all'hardware allora dovrà essere il gameplay a venire da Maometto. E propone una formula perfino banale nella sua sostanza, ma di immediato successo pratico: se abbiamo una band rock, e tale band è composta da voce, basso, chitarra e batteria, perchè lasciarci ad intepretare un ruolo per volta? Molto meglio gestire l'intera band ed i suoi strumenti in una sola volta. E la formula funziona, ed anche bene; nell'esecuzione di ogni canzone abbiamo tutta la band sotto il nostro controllo, ognuna delle quattro tracce scorrerà a schermo affiancata. Per passare da una traccia (e quindi da uno strumento) all'altro è sufficiente una pressione dei dorsali della console, mentre le note che scendono a schermo devono essere suonate usando quattro tasti, croce e triangolo ed alto e sinistra della croce direzionale, nella configurazione predefinita. Un tasto, infine, è deputato all'attivazione dell'overdrive. Le varie tracce che compongono il brano nella sua interezza sono ripartite in strofe. Se suonate correttamente permetteranno alla barra di gradimento dello strumento attivo di mantenersi alta ed a noi di passare allo strumento successivo. Errori nella riproduzione delle sequenze causeranno invece, oltre all'abbassarsi della barra di gradimento, l'ammutolirsi dello strumento in questione ed una evidente caduta della godibilità della canzone stessa, monca di una sua componente. Questo dover passare da uno strumento all'altro in continuazione ed avere cura dell'armonia complessiva dell'esecuzione rende il gioco particolarmente dinamico e, diciamocelo, coinvolgente e divertente, più di quanto ci aspettassimo.
My Own Worst Enemy
La modalità portante del gioco è la nota "Tour", che come di consueto ci porta ad affrontare la scalata al successo attraverso una serie di concerti in tutto il mondo ed il relativo accumulo di denaro, fan e personale. C'è poi una modalità "Allenamento", che consiste in nulla più che un tutorial, ed una sezione dedicata agli extra che permette di accedere ad altre tre modalità alternative: "Sopravvivenza", "Riscaldamento" e "Modifica Partita". Nella prima ci troviamo sostanzialmente a suonare in una sorta di modalità libera, dove sono abolite le strofe e dobbiamo passare in maniera del tutto arbitraria da uno strumento all'altro, rendendo molto più difficile tenere alte le barre di tutti e quattro i componenti della band.
Nella modalità Riscaldamento potremo al contrario scegliere la traccia che preferiamo e passare del tutto liberamente da uno strumento all'altro senza temere che gli altri smettano di suonare. Il Modifica Partita consente sostanzialmente di attivare una sorta di cheat integrati, come l'immunità, l'assenza di assoli o lo sbloccaggio di tutti i brani del gioco. Tutte modalità di contorno che lasciano un po' il tempo che trovano, lasciando il gioco vivere della sua modalità principale, la Tour.
Vero grande assente, in questo titolo per il resto perfettamente riuscito e vivace, è una modalità multiplayer che lo penalizza fortemente, lasciando che l'esecuzione della quarantina di tracce di autori passati e moderni (fra cui citiamo i Jethro Tull, i Foo Fighters, i System of a Down e perfino The Who) diventi fine a se stessa e rischiando di perdere di mordente quando lo spettro della ripetitività si affaccia sulle nostre partite. E' vero che le difficoltà più alte rappresentano una vera sfida al giocatore più incallito, è vero che la possibilità di scaricare brani aggiuntivi dallo store allunga un po' la vita al gioco, ma è vero anche che alla resa dei conti il peggior nemico di Rock Band Unplugged è proprio l'assenza totale di un comparto multiplayer. Un vero peccato, perchè per il resto, che si tratti di gameplay o di comparto tecnico, ci troviamo di fronte ad un gioco davvero ottimamente riuscito nel suo genere e perfettamente inserito nella portatile Sony.
Conclusioni
Harmonix è riuscita con discreto successo a portare le dinamiche di Rock Band su PSP. Il gioco riesce a coinvolgere grazie alle dinamiche che richiedono di interpretare tutti e quattro gli strumenti contemporaneamente per realizzare un'esecuzione completa dei brani disponibili. Il sistema di controllo semplice ma funzionale, i vari livelli di difficoltà, l'ottimo comparto audio (soprattutto se fruite del gioco in cuffia) e la grafica sufficientemente gradevole sublimano alla carenza di hardware aggiuntivo intrattenendo in maniera dinamica e snella e proponendo livelli di difficoltà approcciabili ai meno capaci come ai più accaniti rockettari. L'unica vera, grande pecca è l'assenza totale di un comparto multiplayer, che impedisce al titolo di raggiungere lo stato dell'arte su PSP. Un'occasione mancata, ma per un soffio.
PRO
- Quattro strumenti da suonare in contemporanea
- Non si sente la mancanza di hardware aggiuntivo
- Buona e ampia scelta dei brani
- Brani aggiuntivi scaricabili dallo Store
CONTRO
- Assenza totale di multiplayer
- Modalità extra scarne e sostanzialmente inutili
- Alla lunga diventa ripetitivo