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geoDefense Swarm, recensione

geoDefense torna su iPhone con un nuovo episodio e il solito gameplay immediato e coinvolgente.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   28/10/2009
geoDefense Swarm
geoDefense Swarm
Immagini

Sono passati poco più di sei mesi dall'uscita di geoDefense sull'App Store: un tempo più che sufficiente perché gli appassionati di quel particolare sottogenere degli strategici in tempo reale, definito "tower defense", si accorgessero delle sue grandi qualità. Sei mesi che hanno anche dato la possibilità ai componenti del team Critical Thought Games di sviluppare quello che si pone come un episodio extra della serie più che come un vero e proprio sequel.

geoDefense Swarm, recensione

Stiamo appunto parlando di geoDefense Swarm, che non stravolge in alcun modo le meccaniche del gioco originale ma le arricchisce di nuovi importanti elementi. Innanzitutto possiamo regolare il grado di difficoltà globale fra i due disponibili, che fondamentalmente rendono gli avversari più resistenti ai nostri attacchi, quindi cimentarci con trenta diversi stage divisi fra i tre livelli easy, medium e hard. Ogni stage fa storia a sé e presenta una mappa differente, con dei punti di entrata e di uscita per i nemici che dobbiamo bloccare. Il numero di torri è stato aumentato di un'unità (dunque ora ce ne sono in totale sette) e le loro capacità appaiono fin da subito molto diverse: ci sono i semplici cannoni, i laser, i lanciamissili, le torrette che emettono onde d'urto o scariche elettriche e così via. Ognuna di esse può essere potenziata fino a un certo punto, migliorando in efficacia e raggio d'azione, attraverso la solita interfaccia semplice e immediata, che ci permette di posizionare le torri, selezionarle, potenziarle ed eventualmente "venderle" con la sola pressione di un dito sul touch screen.

Di qua non si passa

Se avete già giocato con geoDefense, sapete bene in cosa consiste il gioco: l'obiettivo in ogni stage è quello di eliminare tutti i nemici che cercano di spostarsi dai punti di entrata a quelli di uscita.

geoDefense Swarm, recensione

Le nostre torrette costituiscono un po' la linea di difesa estrema, oltre la quale non c'è più nulla, dunque se dieci unità ostili riescono a uscire dallo stage si incorre nel game over. Perdere una partita con geoDefense Swarm non è qualcosa di insolito, anzi fa parte di un processo di apprendimento essenziale per capire come muoversi per completare le missioni; anche il livello di difficoltà, tarato verso l'alto, rende il prodotto fondamentalmente indirizzato agli esperti del genere. Non possiamo piazzare un numero infinito di torri, in primo luogo: il loro costo varia a seconda delle caratteristiche e bisogna pagare anche per potenziarle, ma il denaro si guadagna solo distruggendo i nemici. Un procedimento circolare che durante l'azione ci permette di apportare modifiche al volo al nostro schieramento, magari approfittando dei secondi che dividono ogni ondata avversaria. Gli stage sono prevalentemente aperti e privi di veri e propri ostacoli, dunque sta a noi cercare di "incanalare" il flusso delle unità nemiche per poterne meglio gestire l'avanzata. L'interfaccia grafica è estremamente chiara e ci mostra in ogni momento quante ondate mancano al termine dello stage, quanto denaro possediamo e qual è il nostro attuale punteggio. A proposito di punteggio, il gioco integra un player OpenFeint che si occupa di inserire i nostri record nelle classifiche online, gestisce la nostra eventuale lista amici e aggiunge, insomma, quel pizzico di "social networking" al prodotto... nell'attesa che gli sviluppatori pensino a come introdurre un eventuale multiplayer online.

Strategia bella da vedere

geoDefense Warm è il classico videogame che conquisterebbe anche con una grafica semplicissima, ma non è questo il caso. Il gioco vanta una realizzazione tecnica di grande qualità, dominata da poligoni in wireframe che si muovono fluidi sullo schermo e che proiettano spettacolari raggi di luce: i nostri proiettili si intrecciano, colpiscono il bersaglio e causano esplosioni particellari davvero ben fatte. Gli scenari sono chiaramente spogli, si tratta per lo più di spazi vuoti contrassegnati da caselle esagonali in cui solo ogni tanto figura qualche elemento di stacco. L'uso dei colori è il migliore possibile, caratterizzato da un chiaro piglio psichedelico; l'effetto finale quindi non è dissimile per intenderci da quello di Geometry Wars per Xbox 360. Per quanto concerne il sonoro, l'atmosfera creata è quella tipicamente "spaziale", con lunghi silenzi che vengono rotti da effetti molto riverberati, voci incluse. A pensarci bene, un accompagnamento musicale "di peso" potrebbe rappresentare per il prodotto Critical Thought Games la ciliegina sulla torta: speriamo che la cosa venga considerata per i prossimi episodi.

La versione testata è la 1.1

Conclusioni

Multiplayer.it
8.5
Lettori (4)
5.8
Il tuo voto

geoDefense Swarm non stravolte la struttura di gioco di geoDefense, ma del resto nessuno si aspettava che lo facesse. Non si tratta però nemmeno di un mero "more of the same", in quanto le novità introdotte appaiono tutt'altro che marginali. I trenta stage disponibili costituiscono una grandissima sfida (peraltro regolabile attraverso due ulteriori gradi di difficoltà), in grado di intrattenere davvero per molto tempo tanto per trovare la "soluzione" di ogni livello quanto per affinarla nel tentativo di realizzare un high score. Il gameplay è tanto immediato quanto ricco di spessore, e l'interfaccia funziona alla perfezione, dandoci la possibilità di controllare tutto con pochissimi tocchi e di apportare dei cambiamenti in modo rapido. Il comparto tecnico, infine, pur rifacendosi al gioco originale appare migliorato negli effetti e nella diversificazione degli stage. Insomma, se vi piace il genere dei "tower defense" e avete amato geoDefense, non c'è motivo al mondo per cui dobbiate lasciarvi sfuggire questo titolo.

PRO

  • Immediato, coinvolgente e ricco di spessore
  • Trenta stage molto impegnativi
  • Grafica spettacolare nella sua semplicità

CONTRO

  • Manca un accompagnamento musicale adeguato