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Gears of War in salsa asiatica?

Un mondo post apocalittico, una minaccia oscura che tormenta ciò che resta dell'umanità: è il nuovo sparatutto in terza persona di Tecmo Koei.

RECENSIONE di Massimo Reina   —   20/10/2010
Quantum Theory
Quantum Theory
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Versione testata: PlayStation 3

La saga di Gears of War di Epic per Xbox 360 è diventata in ambito videoludico la pietra di paragone per tutti gli sparatutto in terza persona. Con quel suo stile unico, con la dinamicità dell'azione e con l'implementazione del sistema di copertura che hanno significato una autentica evoluzione del genere, essa costituisce per qualsiasi software house desiderosa di cimentarsi nella realizzazione di un prodotto dello stesso tipo una preziosa fonte di ispirazione. Ma nel contempo anche una presenza ingombrante così come sempre accade in questi casi.

Gears of War in salsa asiatica?

Il modello perfetto al quale tutti, giocatori e addetti ai lavori, faranno inevitabilmente riferimento nel momento in cui dovranno analizzare un nuovo titolo stilisticamente simile. Tutto ciò deve aver tormentato parecchio i sogni degli sviluppatori di Tecmo Koei in questi anni, o perlomeno da quando hanno cominciato a progettare il loro sparatutto in terza persona futuristico, la presunta risposta orientale al capolavoro Epic. Al punto che per tagliare la testa al toro, come si suol dire, hanno pensato di imitare quasi in toto i due giochi della sopracitata serie, finendo per creare un lavoro che in molte situazioni sfiora addirittura il plagio, come avremo modo di vedere tra poche righe. Quantum Theory è ambientato in un futuro post-apocalittico dove l'umanità è stata decimata da una terribile guerra atomica. Non bastassero le conseguenze di questo sanguinoso conflitto i pochi sopravvissuti all'olocausto, ormai allo stremo delle forze, sono minacciati da un materiale nero chiamato Erosion, una sorta di melma senziente che può plasmarsi in varie forme e corrompere quelle esistenti, scaturita da una misteriosa torre spuntata dal sottosuolo nella comunità di Cocoon. Le colonie umane decidono quindi di formare delle milizie speciali per distruggere l'Erosion e abbattere la torre vivente inviando il super soldato Syd e la sua squadra ad assaltare l'edificio.

Emulo di Gears of War

Che Quantum Theory più che ispirarsi a Gears of War lo abbia proprio clonato quasi in tutto salta subito agli occhi una volta iniziato a giocare. Il protagonista e i suoi compagni sembrano le copie dei vari Marcus, Dom, Augustus "Cole Train" Cole, Baird e degli altri membri della Squadra Delta per look, armi (con qualche variante estetica) e modi di fare. Idem le ambientazioni in cui questi ultimi si muovono, cupe, grigie e post apocalittiche anche se prive di quella qualità estetica, come vedremo più avanti, che caratterizzava la produzione Epic. Perfino i nemici che popolano le varie aree in cui è suddivisa l'avventura sono dei mostri che in parecchi aspetti ricordano le locuste.

Gears of War in salsa asiatica?

Il gioco, inutile a questo punto sottolinearlo, è uno sparatutto in terza persona in cui lo scopo primario è quello di farsi largo fra orde di nemici di livello in livello, sfruttando un arsenale di armi futuristico e un sistema di copertura alle cui meccaniche viene data grande enfasi. Le dinamiche di questa feature si svolgono esattamente come in Gears of War: ogni frammento di roccia, ogni angolo, ogni elemento dello scenario possono essere utilizzati dal personaggio principale (e in teoria anche dagli altri) come riparo semplicemente premendo un apposito tasto. Da dietro l'improvvisato ricovero Syd può poi sporgersi, mirare e sparare contro i nemici evitando nel contempo i loro colpi. Ma è qui che iniziano le magagne. Questi elementi pur essendo tutto sommato ben implementati nelle meccaniche di gioco, appaiono però un po' troppo lenti e impacciati, così come legnosi sono il movimento e la copertura, con un avanzamento tra i vari ripari di cui sopra dettato solo in certi casi dalla comparsa di nuovi nemici all'orizzonte e non da reali esigenze difensive o tattiche. Manca insomma quella sensazione di assedio, di combattimento vitale, di sopravvivenza estrema in cui la barricata diventa l'ultimo ostacolo fra la vita e la morte. E pertanto l'azione conseguentemente si frammenta, rallenta e fa perdere quella spinta iniziale di uno scontro a fuoco cruento e all'ultimo sangue.

Gears of War in salsa asiatica?

Trofei PlayStation 3

Sono cinquantuno i Trofei disponibili in Quantum Theory, distribuiti sia nella modalità single player che in quella multiplayer. La maggior parte di essi si ottengono con la progressione nella campagna in singolo, eliminando un certo numero di nemici o completando determinati scenari, altri, alcuni davvero particolari, si ottengono tramite le partite multigiocatore.

Combattimenti a testa bassa

Ma non è questo purtroppo l'unico problema riscontrato durante le battaglie. Anche il sistema di puntamento delle armi è abbastanza ostico da controllare e pertanto crea non poche difficoltà quando si cerca di mirare e colpire un nemico. Senza contare il fatto che la ricerca a tutti i costi della originalità ha spinto gli sviluppatori a produrre una sorta di cortocircuito artistico, da cui sono scaturite armi dai modelli talmente fantasiosi che non danno chiarezza su cosa siano allo switch tra di loro fino a quando non si equipaggiano e usano. Rallentando ulteriormente l'azione. Non che questo sia un grosso problema a conti fatti, vista la stupidità intrinseca degli avversari che solo in rari casi creeranno vere minacce all'utente. La loro intelligenza artificiale è infatti parecchio limitata a voler essere gentili, e questo non tanto per la natura di creature violente quanto piuttosto per una programmazione errata da parte degli sviluppatori.

Gears of War in salsa asiatica?

Troppe le lacune evidenziate dai nemici coi loro comportamenti per poter giustificare il tutto con la semplice definizione di "mostri senza cervello": essi compiono attacchi sconclusionati a testa bassa senza preoccuparsi minimamente di sfruttare il terreno, una posizione o di abbozzare almeno un minimo di tattica. Al massimo qualcuno di loro si limita a fare su e giù da qualche riparo e poco altro, ma solo perché si trova posizionato dietro a un particolare elemento scenico più che per logica e istinto di protezione. Le uniche novità nel gameplay di questo prodotto risiedono nella possibilità di interagire con Filena, la partner del protagonista controllata dall'intelligenza artificiale, e nell'implementazione di sessioni in stile platform. Nel primo caso si tratta di usare la propria compagna come una sorta di arma da lancio, da scagliare contro i nemici in modo che possa colpirli con la sua spada, oppure distrarli mentre il personaggio principale si sposta in una nuova posizione utile per attaccare a colpi di fucile o con una carica.

Fionda umana

In quest'ultimo caso considerando che nel corpo a corpo il massimo ottenibile da una montagna di muscoli come Syd è solo una sorta di spintone incapace di infliggere grandi danni a chiunque, meglio puntare a delle mosse di coppia da eseguire sempre con Filena. Le combo dei due personaggi messi assieme infatti, risultano molto più efficaci degli attacchi fisici in singolo di cui accennavamo poc'anzi e consistono in una sfilza di pugni dall'effetto esplosivo per Syd e le solite sciabolate per la partner.

Gears of War in salsa asiatica?

Attenzione però: nel caso in cui Filena dovesse essere ferita a morte e non curata per tempo dal compagno, saranno guai. La morte di uno dei due membri corrisponde infatti al game over. Cosa tutt'altro che impossibile da evitare in alcuni casi, come altrettanto impossibile è, nel novanta per cento dei casi, sopravvivere ai salti imposti dalla componente platform proposta dagli sviluppatori in determinati frangenti. Visto che la torre vivente in cui è ambientato il gioco è caratterizzata da ambienti vivi, da elementi in grado di spostarsi e di modificare la propria morfologia così da far apparire o sparire interi blocchi, ecco che bisogna muoversi talvolta da una piattaforma all'altra: peccato che tutto ciò corrisponda il più delle volte a un salto nel vuoto per la difficoltà nel dosare tempismo e direzione del salto. A questo punto vi starete senz'altro chiedendo se questo Quantum Theory sia tutto da buttare via o se abbia almeno qualcosa per cui valga la pena giocarlo, un minimo di qualità, qualcosa che insomma si possa salvare. A nostro parere, oltre all'astinenza fortissima da Gears of War, di quelle che fanno chiudere entrambi gli occhi agli appassionati pur di trovare un palliativo, potrebbe essere il comparto multigiocatore a invogliare qualcuno a giocare con il titolo Tecmo Koei.

Tecno mondo

Pur con tutti i suoi difetti, la mancanza di originalità e qualche leggero lag nonostante i server poco affollati, è comunque questa opzione a essere la più discreta fra quelle presenti nel prodotto, almeno se paragonata all'intero contesto di appartenenza.

Gears of War in salsa asiatica?

La modalità è disponibile per un numero massimo di otto giocatori e prevede una serie di situazioni di gioco: c'è quella chiamata Guardiano, il cui svolgimento è identico a quello del sopracitato titolo Epic con due squadre a fronteggiarsi con a capo un leader che fino a quando non tira le cuoia garantisce la rigenerazione illimitata dei propri compagni. Poi abbiamo il classico deathmatch chiamato per l'occasione Carnefice, con tutti i giocatori contro tutti, oppure a squadre (Dead or Alive), e Caos Controllato, una modalità in cui è possibile per l'host personalizzare i parametri che regoleranno lo scontro e gli obiettivi dello stesso. In un contesto non certo perfetto come quello descritto fino a ora ci si mette anche un comparto grafico che propone, come detto in apertura articolo, scenari dal design abbastanza scialbo, con texture povere e una palette di colori dalle tinte opache tendenti sempre al grigio spento e al verdino.
Le ambientazioni punteggiate di coperture fisse e di altre che appaiono dal nulla come piante che crescono velocemente dal terreno, a simulare l'influenza del materiale di cui è composta la torre e i suoi effetti sulle cose, sembrano lo stesso spoglie e quasi tutte uguali, con grossi vani alternati a stretti corridoi, in un ripetersi continuo di scorci visivi troppo simili tra loro. Non va meglio con le animazioni dei personaggi, in alcuni frangenti piuttosto legnose e poco rifinite. Un po' meglio il comparto sonoro con un doppiaggio in inglese senza infamia e senza lode, a parte per la voce del protagonista, troppo monocorde, e un accompagnamento sonoro molto tenue in cui solo le urla e l'effetto delle armi risalta un tantino.

Conclusioni

Multiplayer.it
5.0
Lettori (75)
5.3
Il tuo voto

Doveva essere il Gears of War di PlayStation 3 prima almeno di diventare un progetto multipiattaforma, l'opera destinata a regalare alla console Sony un suo sparatutto moderno degno dell'esclusiva Xbox 360, ma a conti fatti Quantum Theory del capolavoro di Epic ha davvero ben poco, se non solo le intenzioni e moltissimi scimmiottamenti qua e là. Il titolo Tecmo Koei nonostante gli scopiazzamenti non riesce nell'intento di miscelare assieme lo stile giapponese con quello occidentale, rivelandosi una autentica delusione sotto il profilo sia del gameplay che della realizzazione tecnica, e perfino della trama, incapace di garantire il minimo coinvolgimento.

PRO

  • Attacco di coppia
  • Modalità multigiocatore

CONTRO

  • Grafica dalla palette scialba
  • Giocabilità a tratti irritante
  • Abbastanza monotono e ripetitivo
  • Intelligenza artificiale ai minimi storici