Detto fuori dai denti, Lionheart: Kings' Crusade non è brutto, ma quanti strategici in tempo reale simil-Total War ambientati all'epoca delle crociate dovremo ancora giocare prima che il mercato si saturi? Appena avviato il gioco il senso di deja-vu ci assale prorompente e, andando avanti nella campagna dei crociati, non ci abbandona fino alla fine. NeoCore, lo sviluppatore cui dobbiamo il bel King Arthur - The Role-playing Wargame, altro strategico in tempo reale le cui battaglie sono ispirate alla serie di Creative Assembly, sa come maneggiare la materia e non ha certo avuto grossi problemi nell'adattare nel nuovo titolo il lavoro già fatto.
L'avvio è rivelatore, perché siamo riusciti a giocare senza problemi pur non avendo giocato il tutorial. I controlli di selezione delle truppe sono quelli classici, i rapporti di forza tra le diverse unità in campo idem. Ci siamo trovati talmente a nostro agio con Lionheart che quasi credevamo di aver avviato un gioco vecchio...
Il feroce salatino
Ovviamente la messa in scena è sempre la stessa: c'è Riccardo Cuor di Leone e c'è il Saladino che se le danno con brio in terra santa. Se volete qualche ragguaglio sulle loro vicende, aprite un libro di storia che qui lo spazio scarseggia. La discesa in campo avviene senza troppi fronzoli: scelta una delle due campagne disponibili, che ovviamente permettono di prendere le parti di entrambe le fazioni, ci si trova immediatamente al comando degli eserciti. In effetti, rispetto ai titoli citati, mancano quasi completamente le sezioni tattiche pre e post missione, che si limitano a pochi elementi di configurazione degli eserciti dei quali parleremo. Detto in parole povere, nella campagna dei crociati bisognerà conquistare i sedici regni che compongono il dominio del Saladino, entrando gloriosamente a Damasco, mentre nella campagna del Saladino bisognerà riprendersi il maltolto e ricacciare gli inviati del Papa nella terra di Albione (dove Robin Hood attende). Conviene specificare che la seconda campagna è più difficile rispetto alla prima e che, quindi, conviene affrontarle in ordine, per impratichirsi con le meccaniche di gioco e prepararsi alle battaglie più difficili.
Dal punto di vista degli eserciti, le due fazioni cambiano poco e se avete giocato a un qualsiasi altro strategico con ambientazione simile negli ultimi anni, non faticherete molto a comprendere le potenzialità degli arcieri, della fanteria pesante, di quella leggera e della cavalleria. Ovviamente non mancano le truppe speciali e quelle di supporto, che aumentano notevolmente le configurazioni dell'esercito. Altre introduzioni che riprendono alcune delle novità degli ultimi anni, sono la crescita di livello delle unità, che diventano più forti vincendo le battaglie, e la possibilità di trovare artefatti in giro per le mappe.
L’assedio
Le battaglie di cui è composto il gioco sono generalmente ben studiate e danno l'idea della grande capacità degli sviluppatori d'interpretare il campo di battaglia in modo dinamico.
Le situazioni in cui ci si imbatte sono quelle classiche, quindi aspettatevi di assaltare roccaforti, di combattere in campo aperto, di dover sfruttare il terreno per compensare lo svantaggio numerico e così via. Generalmente ci si trova davanti a situazioni controllabili e meno confusionarie rispetto al genere, con grande vantaggio per quelli che amano avere una visione più netta di quello che succede sul campo. Certo, le battaglie sembrano molto meno campali di quelle di un Total War qualsiasi e manca lo spettacolo degli eserciti che impattano e si spandono sul campo di battaglia, ma in generale abbiamo gradito l'impostazione più rigorosa. La parte più interessante è quella degli assedi, con la possibilità di difendere le roccaforti catturate costruendo macchine da guerra di vario genere (torri, spuntoni e così via). Anche qui ci troviamo di fronte a un lavoro di grande sapienza che soddisferà gli strateghi più incalliti, ma rimane comunque difficile esaltarsi per qualcosa che, in fondo, conosciamo bene perché abbiamo già sperimentato altrove.
Fino al calar del sole
Dal punto di vista tecnico, Lionheart è un titolo che si mantiene su dei livelli elevati. Zoomare l'inquadratura su di una battaglia permette di godere di truppe ottimamente definite, con delle buone animazioni, che combattono in modo verosimile. Certo, qualcosa di più poteva essere fatto dal punto di vista della ricostruzione storica, ma in generale non ci si può lamentare. Anche i paesaggi sono molto belli, per quanto questo possa contare in un gioco del genere. Gli effetti sonori si segnalano solo per la loro funzionalità e non vanno ad intaccare gli standard ai quali siamo abituati. Va segnalato qualche ritorno al desktop di troppo, problema che affliggeva anche King Arthur. A noi non è accaduto spessissimo, ma sinceramente non abbiamo pronunciato parole gentili quando ci siamo ritrovati con il gioco impallato verso la fine di una battaglia che stavamo vincendo.
Conclusioni
Lionheart: Kings' Crusade non è malvagio, ma ha poco in più da offrire rispetto alla concorrenza. Tutto sa di già visto, anche rispetto al precedente titolo dello stesso sviluppatore, che a conti fatti era molto più articolato di questo. Dal punto di vista strategico si tratta di un buon prodotto e alcune missioni sono ben studiate, ma non c'è veramente nulla che lo distingua dalla massa.
PRO
- Molto solido dal punto di vista strategico
- Belli gli assedi
- Tecnicamente ben fatto
CONTRO
- Niente di nuovo sotto il sole
- Qualche bug di troppo
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core 2 Quad Q6600
- RAM: 4 GB
- Scheda video: GeForce 250 GTS
- Sistema operativo: Windows Vista
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows XP/Vista/7
- Processore: AMD Athlon 3500+ o Intel Pentium IV 3.4 Ghz o superiore
- RAM: 1 GB (XP) - 1,5 GB (Vista/7)
- Scheda video: nVidia 6600 o ATi Radeon X700 con 256Mb di memoria o superiore
- Spazio su disco: 8 GB
- DirectX: 9.0c