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Il Regno è in pericolo

Riuscire a portare tutta la grandiosità di un MMORPG e il tatticismo di un RTS su una piattaforma mobile come iPhone a costo zero o quasi: ecco l'ambizioso obiettivo di Sega

RECENSIONE di Giovanni Polito   —   26/11/2010
KingdomConquest
KingdomConquest
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Possedere uno smartphone di ultima generazione, naturalmente non per forza un iPhone, implica ormai inevitabilmente la necessità di attivare un abbonamento dati, wifi e/o 3G, in grado di completare e sfruttare per intero il potenziale multimediale del device. Questo discorso, trasferito in particolare sui dispositivi Apple, è ancora più evidente vista la connessione strettissima che lega tali prodotti all'App Store.

Il Regno è in pericolo

iPhone infatti, una volta scartato ed attivato, può in sostanza soltanto telefonare o poco più; sono le numerose Applicazioni presenti infatti a renderlo il terminale unico che tutti ormai da anni prendono come riferimento. Il concetto di "always on line", certamente metabolizzato nell'uso quotidiano del melafonino, rappresenta però ancora oggi un rischio quando viene rapportato al piano videoludico in mobilità; è per questo che un'esperienza in stile MMORPG come quella di KingdomConquest, seppur teoricamente interessante, spinge ancora oltre l'immaginaria linea di confine tra giochi per cellulari e "giochi seri", dimostrandosi una vera e propria scommessa.

Un RTS o un MMORPG?

Teoricamente parlando, non dovrebbe certo essere difficile distinguere uno strategico in tempo reale da un Action-RPG on line, visto il differente concept che, almeno sulla carta, li contraddistingue; eppure, una volta avviato KingdomConquest, qualche certezza sin qui inossidabile potrebbe cominciare a vacillare. Già l'iniziale tutorial infatti, che si avvia dopo aver scelto la classe preferita del proprio alter ego tra Spadaccino, Guerriero e Mago, è diviso in due parti totalmente distinte: una dedicata al combattimento in senso classico, dove si apprenderanno i rudimenti della lotta fisica, e l'altra invece in cui ci si ritroverà di fronte ad uno scenario tipico da RTS, con conseguente costruzione di edifici, raccolta risorse e creazione di mostruosi eserciti. L'atmosfera fantasy, che permea tutto il mondo di gioco, fa da sfondo ad una vicenda abbastanza stereotipata ma che funziona sempre bene per giustificare massacri on line: nel regno di Magna, la Terra dei Mostri, il trono del sovrano El Dor è adesso vacante, fatto che sta provocando un'inevitabile instabilità. Per ritornare all'ordine e ripristinare quindi la serenità di questi luoghi servirà un'Alleanza che, solo dopo innumerevoli battaglie sanguinarie, potrà finalmente reclamare lo scranno del potere. Il raggiungimento dell'obbiettivo passa attraverso l'abbattimento di 7 torri difensive, da attaccare solo dopo aver raggiunto il livello adatto, all'interno delle quali si affrontano in successione 5 ondate di nemici dal potenziale crescente. La componente social del titolo Sega si manifesta già in queste occasioni: l'attacco alle torri infatti avviene sempre con l'aiuto di altri 3 giocatori, selezionati a caso o facenti parte della stessa alleanza se precedentemente aggregati; in questa sorta di raid si potranno accumulare punti esperienza utili per l'aumento delle skills. Le citate alleanze sono un ulteriore elemento di interazione che gli amanti della categoria non potranno che apprezzare: durante un raid casuale infatti è possibile richiedere ad un guerriero che si è dimostrato particolarmente valoroso di entrare nella propria alleanza; il contatto tra giocatori è possibile grazie al sistema di messaggistica integrato che permette la comunicazione tra tutti i partecipanti. Una volta affrontato il meccanismo legato alla lotta vera e propria (sorvolando sulle caratteristiche dei personaggi, visto che le differenze di approccio alla battaglia tra spadaccino, guerriero e mago sono le solite da decenni), restano da verificare i motivi e la struttura della parte strategica di KingdomConquest.

Il Regno è in pericolo

Obiettivo del giocatore è fondamentalmente costruire una sorta di feudo personale, un piccolo mondo privato con il quale pian piano espandersi nelle vicine terre utilizzando l'interfaccia a quadrati della mappa di gioco. Collezionando le risorse (anch'esse molto classiche, come cibo e materie prime), si può creare un esercito di mostri e potenziarlo, oltre ad aumentare la capacità produttiva degli edifici. Gli eserciti, così creati, possono poi essere inviati alla conquista delle terre vicine; l'esito della battaglia sarà deciso dal livello e dalle caratteristiche delle singole unità. Le creature che compongono l'armata sono rappresentate da carte, ognuna dotata di determinate qualità ma soprattutto di una barra della salute, che si consumerà dopo tante battaglie; il livello di esperienza dei soldati-mostro è sempre indicato sulla carta mentre la tipologia di truppe scelte contemporaneamente (poggiando la carta preferita sugli appositi spazi dell'interfaccia Unità) può arrivare ad un massimo di 3. Ulteriore elemento di interesse è infine dato dallo scambio delle carte-mostro collezionate con gli altri giocatori. Tecnicamente parlando, il gioco non stupisce e anzi appare decisamente sottotono, soprattutto se paragonato agli standard raggiunti ultimamente da altre produzioni; da segnalare poi che, a causa delle moltissime informazioni presenti a schermo (soprattutto in modalità RTS), l'hud di gioco potrebbe confondere il giocatore non abituato al tocco preciso "in punta di dita". Un plauso va invece alla gestione dell'on line: Sega, inizialmente colta alla sprovvista dal successo del gioco, ha gradualmente aperto nuovi server per ampliare il numero di giocatori possibili e, al momento in cui scriviamo, sono già arrivati al quinto. Nelle battaglie in Co-Op poi non esiste il benché minimo lag, regalando un'esperienza di gioco comunque molto divertente. Peccato solo per il mancato supporto a Game Center anche se è possibile il login tramite il proprio account Facebook.

KingdomConquest, nonostante il vasto mondo che racchiude e i server da gestire, viene venduto al costo di zero euro. Il motivo della gratuità però è presto detto: Sega punta molto sul sistema delle microtransazioni che, con l'acquisto di CP (la moneta del gioco), permettono di sbloccare anticipatamente dungeon, risorse e mostri che altrimenti si dovrebbe attendere per giorni o addirittura mesi. Ciliegina sulla torta, anche il semplice tempo di costruzione e di upgrade degli edifici può essere abbattuto spendendo CP con la conseguenza però, sempre abbastanza fastidiosa, di avvantaggiare negli scontri chi spende rispetto a chi aspetta la normale tempistica di gioco.

Prezzo: gratuito
La versione testata è la 1.1.1
Link App Store

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (5)
5.2
Il tuo voto

KingdomConquest è un titolo vasto, completo e diversificato, un primo esperimento di gioco totalmente on line che convince quasi del tutto; l'interfaccia un po' confusionaria potrebbe inizialmente scoraggiare chi, spinto dalla gratuità ma senza esperienza precedenti in MMORPG, si ritrova davanti ad un mare di icone e di funzioni diverse. Il tutorial però, molto chiaro e ben fatto, aiuta a districarsi e a superare gli iniziali problemi; in definitiva dunque un buon titolo, da scaricare in ogni caso se appassionati del genere.

PRO

  • Esperienza di gioco appagante
  • Un RTS e un MMORPG in un solo prodotto
  • On line impeccabile

CONTRO

  • Tecnicamente appena accettabile
  • Interfaccia di gioco troppo affollata
  • Micro transazioni necessarie ma fastidiose