Versione testata: PC
Disponibile per PC e Xbox 360 (rispettivamente via Steam e Xbox Live Arcade), Breach rappresenta il coraggioso tentativo da parte di uno sviluppatore indipendente di affrontare a viso aperto quelle produzioni milionarie, ormai fortemente radicate nel mercato dei videogame, che dominano il filone dei first person shooter a sfondo bellico. I primi trailer del titolo di Atomic Games enfatizzavano le potenzialità dell'Hydrogen Engine, specie in termini di interattività con lo scenario: bombe e lanciamissili sventravano gli edifici, distruggevano impalcature in legno e facevano esplodere veicoli, in una serie di sequenze che miravano senz'altro a ricreare il feeling di Battlefield: Bad Company 2, con le sue ambientazioni completamente interattive grazie al potente motore Frostbite. Provare il gioco "dal vero", però, ha subito chiarito le cose: acquistare Breach come alternativa a uno fra Call of Duty: Black Ops o il già citato Bad Company 2 potrebbe rivelarsi un'operazione a dir poco deludente.
Quando le forze in campo sono così differenti, infatti, c'è poco da discutere e la questione non riguarda il mero budget destinato al progetto, ma anche e soprattutto il talento e la competenza che grazie a tale budget è possibile "acquistare". Ma procediamo per gradi. All'accessibile prezzo di 14,99 euro, lo sparatutto di Atomic Games ci offre quattro classi (Fuciliere, Mitragliere, Cecchino, Supporto e Recon), cinque mappe (Ascesa, Passaggio, Silo, Picco e Notturno) e altrettante modalità (Infiltrazione, Convoglio, Sopravvissuto, Recupero e TDM - Team Death Match) con cui cimentarsi rigorosamente in multiplayer, per un minimo di quattro e un massimo di sedici giocatori, attivando o meno l'opzione Hardcore (che riduce al minimo l'interfaccia e aumenta considerevolmente i danni dei proiettili). Il sistema di esperienza integrato ci permette a ogni uccisione di guadagnare punti e salire di livello, sbloccando non solo nuove armi e i relativi accessori, ma potenziando al contempo il nostro personaggio che dall'arma singola delle prime partite passerà a disporre di un equipaggiamento molto più completo, che comprende due armi principali e vari extra fra congegni e incentivi.
Operazioni ombra
Il matchmaking di Breach funziona discretamente bene, pur non vantando le feature aggiunte negli ultimi anni dai suoi concorrenti più illustri. È possibile creare una nuova partita o entrare in una in corso, con il sistema che ci permette di ordinare i risultati della ricerca in base a vari fattori: numero di giocatori e slot liberi, modalità, mappa e così via. A seconda della classe selezionata, il nostro approccio al match può cambiare radicalmente: il Fuciliere è la categoria più versatile, dotata di default di un M4A1 che si rivela efficace tanto dalle brevi quanto dalle medie distanze, mentre il Mitragliere ci è sembrato molto meno utilizzabile per via della scarsa precisione che non viene compensata da chissà quale potenza di fuoco.
Il Cecchino si sposa molto bene con la conformazione di gran parte delle mappe, vista la presenza di numerosi ripari dietro cui potersi appostare in tutta calma, mentre il Supporto va scelto solo ed esclusivamente se optiamo per una tattica in stile "toccata e fuga": il fucile a pompa in dotazione non si presta a nessun'altra soluzione. La classe Recon, che va sbloccata "completando" le classi Fuciliere e Cecchino, è invece dotata di default di un AK47 e si pone come una soluzione equilibrata ma potente. Abbiamo giocato sia utilizzando la classica combinazione di mouse e tastiera, sia collegando un controller per Xbox 360. La seconda opzione purtroppo non ci ha convinto nemmeno un po': nonostante la presenza di alcune regolazioni per la sensibilità, la gestione dello stick destro risulta sempre troppo lenta e non abbastanza precisa per essere competitivi. Mirando con il mouse, invece, nessun problema. Nel caso si voglia comunque utilizzare il joypad, la configurazione dei comandi risulta molto simile a quella di un qualsiasi episodio di Call of Duty: il grilletto sinistro serve per mirare, quello destro per sparare, la pressione dello stick sinistro sulla sua asse innesca la corsa, il pulsante X ricarica l'arma, il pulsante A serve per saltare e così via. Le similitudini con il franchise Activision però si fermano qui: la sensazione di mobilità, la vivacità degli scenari e soprattutto l'ambiente sonoro di Breach si rivelano fin dalle prime battute molto più modesti, restituendo la sensazione di un prodotto fondamentalmente "vecchio", afflitto da tutta una serie di bug visivi più o meno fastidiosi.
Cattive compagnie
La tanto decantata interattività degli ambienti c'è e si vede, ma applicata a degli scenari tutto sommato modesti per qualità e design non sorprende più di tanto. Le cinque mappe incluse nel pacchetto sono infatti piuttosto anonime e dotate di uno scarso livello di dettaglio, anche se bisogna dire che vantano sempre dimensioni generose e si prestano dunque a strategie differenti.
In tutti gli scenari esiste un qualche passaggio che porta all'estremità opposta della location, di modo che si possa sorprendere un nemico appostato, e dunque almeno non si presentano situazioni problematiche dal punto di vista del gameplay. Per quanto concerne invece le modalità, sono tutte abbastanza classiche: il Team Death Match non ha chiaramente bisogno di presentazioni, Infiltrazione è una modalità territoriale basata sulla conquista di un certo numero di postazioni sulla mappa, Sopravvissuto è una battaglia senza respawn in cui appunto sopravvive il più abile, mentre Recupero è una variante di "cattura la bandiera". Convoglio, alla fine dei conti, risulta l'unica modalità originale del lotto: a turno uno dei due team deve far muovere alcuni veicoli da un punto A a un punto B, mentre l'altro deve fare il possibile per impedirglielo. Il comparto tecnico, al di là dei bug citati in precedenza, risulta appena discreto e manca di personalità, mentre purtroppo l'esperienza in multiplayer viene spesso minata dalla presenza di lag.
Conclusioni
Per il suo prezzo di vendita, Breach costituisce una possibilità in più per gli amanti degli sparatutto in soggettiva, una sorta di "divertissement" fra una partita a Call of Duty e una a Battlefield, dotato di un sistema di crescita basato su meccaniche classiche e di una buona combinazione fra classi, mappe e modalità, anche in questo caso all'insegna della rivisitazione piuttosto che dell'originalità. Il tentativo di porsi in diretta competizione con mostri sacri come COD e BC2 non risulta essere, per assurdo, il problema più grosso della produzione targata Atomic Games: ci fossimo trovati davanti a un clone ben fatto, magari dotato di un net code impeccabile, il discorso avrebbe infatti avuto un senso. Il problema è che Breach "copia male", non possiede un minimo di personalità e rivela attraverso piccoli e grandi bug la sua incapacità di competere a un certo livello.
PRO
- Prezzo molto accessibile
- Discreto numero di classi, mappe, modalità e armi
- Scenari dotati di una buona interattività
CONTRO
- Realizzazione tecnica modesta
- Sistema di controllo non sempre all'altezza
- Frequenti problemi legati al lag
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore Intel Core i3 350M
- 4 GB di RAM
- Scheda video ATI Mobility Radeon HD 5650
- Sistema operativo Windows 7
Requisiti minimi
- Processore Intel Core 2 Duo 1.88 GHz
- 2 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce 8600, GT240 o ATI Radeon HD 2600
- 1.6 GB di spazio libero su hard disk
- Sistema operativo Windows 7, Windows XP o Windows Vista