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E chi chiamerai?

La versione hollywoodiana dei pompieri. Il sogno bagnato di ogni piccolo avventuriero degli anni 80. La summa dell'ironia improvvisata impacchettata in una pellicola che rende credibile l'incredibile. Vuoi tutto questo? E chi chiamerai?

RECENSIONE di Mattia Armani   —   28/03/2011
Ghostbusters: Sanctum of Slime
Ghostbusters: Sanctum of Slime
News Video Immagini

Versione testata: PC

Gli acchiappa-fantasmi tentano ancora una volta di sfondare nel mondo dei videogiochi e questa volta lo fanno in un titolo arcade destinato al mercato digital delivery. Un titolo che ci porta a sconfiggere un nuovo ditruttore che minaccia la città di New York, il diabolico Dumazu. La musica di Ghostbusters ci mette subito a nostro agio e le strisce che illustrano la trama non sono niente male. I dialoghi sono in linea con il feeling dei film e nella storia compaiono anche i quattro protagonisti originali oltre al vigliacco e debole Janosz, che ancora una volta non riesce a tenere le mani in tasca. Ma quando c'è da passare all'azione la palla passa alle reclute in una sorta di citazione a priori di quello che probabilmente troveremo nel terzo capitolo cinematografico della saga.

Vietato ai daltonici

Ghostbusters: Sanctum of Slime è un gioco d'azione con visuale dall'alto che vede quattro giovani acchiappa-fantasmi alle prese con l'ennesima crisi del mondo medianico. Uno shoot'em up a stanze che ci guida lungo 12 livelli in buona parte ispirati alle location delle due pellicole cinematografiche.

E chi chiamerai?

Durante le prime tre missioni si sbloccano le armi che sono 3 e sono alla base della meccanica principale del gioco che ci chiede di abbinare l'arma giusta al fantasma corretto, evitando i nemici che si fanno sotto a frotte. Un concept come un altro insomma ma realizzato in modo davvero semplicistico e poco attraente. Infatti i modelli dei fantasmi sono pochi, poveri e riproposti continuamente e non si differenziano per le abilità, chiamandoci magari a scegliere un'arma dopo averli osservati, ma arrivano già tinti del colore dell'arma che li può danneggiare. Capita così di essere attaccati da centinaia di zombie, pipistrelli o teschi rossi, blu e gialli che sintetizzano la fantasia e l'ispirazione spese per creare gli ectoplasmi di Ghostbusters: Sanctum of Slime. Tra l'altro, oltre ad essere pochi e realizzati malamente, i nemici si limitano a fare sempre la stessa cosa ovvero correrci in collo o tirarci qualcosa senza adottare alcuna tattica se non qualche giro prestabilito. Per i boss invece i classici giri sono più sensati visto che ci troviamo a fronteggiare un solo avversario che causa parecchi danni e deve essere bloccato con i celebri flussi protonici fino a quando non appare l'icona della trappola. Poi, una volta lanciato il dispositivo di cattura, si attiva un minigioco che chiede di premere rapidamente una sequenza di tasti per catturare l'entità ectoplasmica. Ma anche in questo caso l'esperienza è piuttosto limitata e il gameplay resta decisamente piatto. Non mancano ovviamente i power up che sono un classico di questo genere e sono doppio danno, resistenza e doppi punti. In termini di gameplay scegliere tra doppio danno e doppio punteggio non ha molto senso visto che si tratta di bonus che hanno scopi completamente differenti, e non ha molto senso nemmeno inserire pupazzetti collezionabili dei Marshmallow all'interno degli oggetti distruttibili in un gioco completamente privo di esplorazione. Infatti, oltre ad essere costretti a passare di stanza anonima in stanza anonima secondo un ordine prestabilito, ci troviamo anche obbligati a distruggere ogni singolo mobile prolungando un'esperienza già di per se poco esaltante. Meno insensata invece la presenza Slimer, il celebre aborto di tubero, che quando abbattuto regala un power up e aggiunge un po' di colore avendo forse uno dei modelli migliori, tolto forse l'enorme robot psicocinetico che attende i giocatori alla fine del secondo quadro.

E chi chiamerai?

Il mestiere dell'acchiappa-fantasmi

Durante la campagna single player siamo affiancati da altri tre acchiappafantasmi gestiti dalla CPU e una delle meccaniche fondamentali del titolo riguarda la necessità di curare i compagni caduti. Peccato che l'intelligenza artificiale degli alleati non sia tanto migliore di quella dei nemici portando i nostri compagni a tentare cure disperate senza più attaccare gli avversari. E se questo comportamento inizialmente è poco influente, visto che i fantasmi sono pochi e non attaccano spesso, nei livelli più avanzati diventa una vera e propria piaga capace di condurre verso il game over decine e decine di volte. Tornando alle 3 armi disponibili, lo zaino protonico spara il celebre che raggio può bloccare i nemici, il fucile a fermioni lancia una sorta di onda elettromagnetica e il plasma spara proiettili che si potenziano quando rimbalzano sul muro. Ebbene, l'induttore al plasma rappresenta il picco nella giocabilità di Ghostbusters: Sanctum of Slime visto che ci richiede un minimo di triangolazione. Per il resto il titolo si limita a farci correre sparando a casaccio con la sola accortezza di equipaggiare la giusta arma in base al colore dei nemici.

E chi chiamerai?

Insomma qualcuno deve aver pensato che un gameplay semplice e condito da orde di nemici è sempre vincente. Ebbene, come molti sanno la questione è decisamente più complessa. Quando c'è un gameplay semplice il dettaglio, il bilanciamento e le collisioni diventano fondamentali per rendere interessante e appetibile un titolo e questi elementi sembrano proprio mancare in blocco al titolo targato Behavior Studios. Per quanto riguarda i controlli non ci sono particolari differenze tra pad e tastiera. Infatti nonostante si usi un puntatore per mirare, la velocità di spostamento degli acchiappa-fantasmi è contentuta e il pad è più che sufficiente per gestirla. Tra l'altro la risposta dei comandi è fin troppo lenta e spesso imprecisa e questo, in un titolo arcade basato sull'abilità manuale, è un'ulteriore macigno su una produzione già carente sotto diversi aspetti.

Chi non gioca in compagnia

Ghostbuster: Sanctum of Slime si può giocare in coop fino a quattro utenti e purtroppo abbiamo scoperto con somma delusione che la versione PC non offre la cooperativa online, il che ci ha costretto a limitare l'esperienza a due giocatori. Ma sono bastati per vedere che il titolo in compagnia funziona meglio. Diventa infatti possibile coordinarsi con i vari tipi di arma e gestire meglio le cure quando i compagni cadono e inoltre questa modalità ci regala qualcuno con cui distrarci quando ondate di nemici tutti uguali ci tengono inchiodati in stanze quasi sempre simili per periodi di tempo che sembrano infiniti.

E chi chiamerai?

Infatti sulla lunga distanza ripetitività, difetti e gameplay povero si fanno sentire comunque. Inoltre la difficoltà verso il nono quadro diventa un altro motivo di irritazione trasformandosi in un incubo e non grazie a un bilanciamento serrato, bensì a causa del caos e dell'impossibilità di capire se un proiettile nemico ci stia colpendo o meno. E anche le sessioni a bordo della Ecto 1 in versione fuori strada non risollevano il quadro generale e si smarriscono nel caos più totale, oltre a perdere anche quel minimo feeling rappresentato dalle location spartane ma ispirate ai film. Strade anonime e giocabilità inesistente non richiamano certo alla mente la New York delle pellicole e invece di distrarre dalla formula base finiscono per trasformarsi in ostacoli da superare in fretta e furia. La parte più interessante del titolo, a parte i primi minuti alle prese con un raggio protonico che sono sempre emozionanti per un appassionato degli acchiappa-fantasmi, è rappresentata dagli oggetti di Ghostbuster acquistabili per l'avatar di Xbox Live. I cinque gadget sono il cappellino da baseball (80 punti MS), la divisa (240 punti MS), la versione telecomandata della Ecto Mobile in versione 4WD (320 punti MS), la mascotte dei Marshmallow Stay Puft (320 punti MS) e Slimer in versione pet (320 punti MS).

Conclusioni

Multiplayer.it
4.5
Lettori (2)
3.1
Il tuo voto

In definitva Ghostbusters: Sanctum of Slime offre gameplay risicato, modelli ripetitivi, collisioni approssimative e non succede assolutamente nulla incrociando i flussi. E la trama, la colonna sonora e la cooperativa, che migliora lievemente l'esperienza, non bastano a rendere il titolo appetibile. Si paga meno di 10 euro, certo, ma è lo stesso range di prezzo di titoli coop come Magicka che da una formula simile ha saputo tirare fuori qualcosa di nuovo e di estremamente divertente, seppure non privo di difetti. Insomma ci troviamo di fronte all'ennesima licenza sprecata e quando si parla degli acchiappa-fantasmi lo spreco è bello grosso. Tirando le somme l'unico obiettivo raggiunto da questo Ghosbusters è la quota rosa. Ebbene si, tra le reclute c'è una donzella. E così, per chiudere in bellezza, va a farsi friggere anche tutta l'ironica iconografia ghostbusteriana del raggio protonico e del testosterone galoppante che ci ha accompagnato per tanti anni.

PRO

  • Colonna sonora originale
  • Una nuova storia degli acchiappa-fantasmi

CONTRO

  • Comparto tecnico trascurato
  • Pochi modelli e caratterizzazione scarsa
  • Gameplay scalcinato e ripetitivo

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema Operativo: Windows 7
  • CPU: Core i7 920
  • Memoria: 2 GB
  • Scheda Video: GeForce GTX 275

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP SP2, Vista SP2, Windows 7
  • Processore: Intel Core 2 Duo E4300 o AMD Athlon X2 4400+
  • RAM: 1 GB
  • Scheda video: ATI Radeon HD 2600 o NVIDIA GeForce 8600
  • Hard Disk: 500 MB di spazio libero