Travis Touchdown è un killer professionista, maestro nell'uso della spada laser e assolutamente determinato a diventare il miglior assassino sulla piazza. Per assecondare il suo desiderio, la bella Sylvia, rappresentante dell'UAA (Unione Assassini Americani), gli propone una sfida: in cambio di una certa somma di denaro, Travis potrà sfidare i dieci migliori killer d'America e guadagnare la loro posizione in classifica, fino a diventare il numero uno. Nello scenario di Santa Destroy, una città fittizia i cui quartieri portano il nome di mosse di wrestling, il nostro impavido protagonista dovrà dunque darsi da fare per racimolare soldi, versarli di volta in volta alla UAA e quindi accedere a dieci emozionanti combattimenti per determinare chi è il miglior assassino del paese.
È questa, fondamentalmente, la trama di No More Heroes: Heroes' Paradise, versione "remix" dell'action game targato Suda 51 e uscito per Wii nel marzo del 2008. Potenziato dalla grafica in alta definizione, dalla presenza di alcuni boss tratti da No More Heroes 2 (che possono essere affrontati in una sorta di "modalità sogno") e da una serie di piccoli accorgimenti, il gioco alterna fin dalle prime battute elementi di indubbia eccellenza ad altri francamente mediocri, luci e ombre che trovano spazio in una struttura tipicamente "old gen", con location molto scarne dal punto di vista visivo e quasi per nulla interagibili.
Giardinieri della follia
No More Heroes: Heroes' Paradise può essere giocato sia tramite Dual Shock che utilizzando un controller Move. Quest'ultimo si comporta esattamente come il Wii-mote nella versione originale, dunque non aspettatevi di menare fendenti in tempo reale perché tale pratica viene richiesta unicamente al termine di ogni combo, ovvero quando bisogna finire l'avversario con un colpo capace di tagliargli la testa o il tronco di netto. Abbiamo effettuato i nostri test usando il classico Dual Shock, che grazie al lavoro svolto da AQ Interactive non presenta alcun problema nella configurazione dei comandi né risulta carente di particolari feature, visto l'accelerometro integrato e dunque la possibilità di ricaricare la spada laser quando l'indicatore sulla destra dello schermo si svuota. In quel frangente è davvero difficile non equivocare i movimenti di Travis, che deve smanacciare la sua spada finché non torna bella carica. Dicevamo del sistema di combattimento: a seconda del livello di difficoltà selezionato (inizialmente sono disponibili solo "facile" e "normale", mentre il livello "difficile" si blocca una volta finito il gioco), il nostro personaggio può approfittare di una parata semi-automatica, ma per il resto le cose cambiano poco: i pulsanti Quadrato e Triangolo servono rispettivamente per effettuare colpi bassi o alti con la spada, mentre il pulsante Cerchio ci permette di colpire di pugno.
Un attacco fisico caricato su un avversario che si chiude dietro la guardia può causare uno stordimento e aprirci la strada verso una serie crescente di mosse di wrestling da eseguire muovendo entrambi gli stick analogici: una soluzione molto simpatica e intuitiva; peccato che di rado tali manovre, per quanto spettacolari, risultino abbastanza efficaci da eliminare un nemico, anche di bassa lega, al primo colpo. Al termine di una combo, quando il nostro avversario è in fin di vita, sullo schermo compare un quick time event in cui bisogna muovere rapidamente lo stick analogico destro (o il controller Move) verso la direzione evidenziata per eseguire un colpo di grazia. Nel caso di scontri in inferiorità numerica, questa soluzione può permetterci di eliminare anche più nemici in una botta sola. Per quanto concerne le manovre evasive, infine, durante la parata Travis può scartare rapidamente di lato e dunque mettersi al sicuro dagli attacchi che non possono essere parati, caratterizzati da una luce dorata. I boss fight rappresentano senz'altro la massima espressione di tali dinamiche: come da tradizione, bisogna imparare come si muove a attacca il nemico, quindi approfittare di tutte le occasioni in cui mostra il fianco. E non mancano le sorprese, grazie alla straordinaria direzione di Suda 51, che rappresenta senza dubbio la parte migliore del gioco.
Trofei PlayStation 3
Sono ben cinquantuno i trofei che possiamo ottenere giocando con No More Heroes: Heroes' Paradise. La maggior parte dei trofei di bronzo si ottiene semplicemente avanzando nel gioco, ovvero sconfiggendo i vari boss e salendo nella classifica UAA. Le cose si fanno un po' più complicate, invece, per i trofei d'argento, ottenibili portando a termine obiettivi più specifici, come collezionare tutte le figurine dei luchador oppure ottenere un certo punteggio nella modalità Score Attack. I due trofei d'oro, infine, si sbloccano raggiungendo i 15 milioni di punti nello Score Attack e sconfiggendo un totale di 5100 nemici.
Una conversione sepolta nella memoria
Come accennato in precedenza, la struttura di No More Heroes: Heroes' Paradise ci vede girare per le strade di Santa Destroy alla ricerca di improbabili lavori part-time (spaccare noci di cocco, raccogliere rifiuti, convincere dei micetti a cimentarsi con una gara di velocità, ecc.) oppure omicidi su commissione, allo scopo di racimolare il denaro necessario di volta in volta per accedere a una sfida valevole per la classifica UAA.
La mappa della città viene visualizzata in stile sandbox, ma purtroppo la realizzazione dello scenario lascia molto a desiderare e più di ogni altra cosa ci ricorda che questo titolo non solo ha due anni sulle spalle, ma è anche stato concepito tenendo a mente i limiti del Wii. Al di là della mancanza di interazione e alla semplicità dei modelli poligonali che costituiscono gli edifici, le nostre scorrazzate a bordo del tamarrissimo scooter bianco di Travis sono accompagnate da un frame rate afflitto da continui cali, in determinati frangenti talmente evidenti da renderci difficile la guida (e i numerosi ostacoli invisibili, in tal senso, non aiutano). Vista anche la qualità dei minigame che costituiscono i lavori part-time, nonché la ripetitività delle missioni di omicidio, ciò che risulta è un'esperienza molto spesso noiosa, in cui ci si trascina (il più rapidamente possibile) da una strada all'altra per raggiungere quanto prima la somma necessaria per affrontare una nuova sfida e accedere a un boss fight.
Ai luoghi in cui possiamo guadagnare soldi si frappongono quelli in cui possiamo spenderli: un laboratorio dove acquistare nuove spade (ce ne sono quattro in tutto) e potenziamenti per le stesse, un negozio d'abbigliamento dove possiamo personalizzare l'aspetto di Travis acquistando giacche, magliette, occhiali da sole e pantaloni davvero stilosi, nonché una videoteca da cui il nostro protagonista è solito rifornirsi di video hard, ma che vende anche i più famosi incontri dei luchador messicani (dalla cui visione Travis può imparare nuove mosse di wrestling). Molti di questi oggetti possono essere equipaggiati quando ci troviamo nella stanza d'albergo in cui vive il personaggio, che peraltro può salvare la partita unicamente sedendosi sul water. Ed è proprio mentre Travis è seduto sul water che arriva una piccola sorpresa: dopo qualche ora, il sistema vi chiederà se siete stanchi. Quella che sembra la classica misura "anti affaticamento" si rivela invece una simpatica trappola, in quanto Travis si addormenta sulla tazza e sogna di combattere contro alcuni dei boss di No More Heroes 2! E questa non è che una delle numerose trovate "artistiche" del gioco che, ripetiamo, in tal senso si rivela fin da subito un prodotto straordinariamente affascinante, intriso di uno stile per molti versi geniale.
Conclusioni
No More Heroes: Heroes' Paradise alterna una direzione artistica straordinaria, ricca di soluzioni di grande impatto ed efficacia, a limitazioni tecniche difficili da digerire, specie considerando che il gioco gira su una PlayStation 3. La struttura molto semplice, che si avvale di alcuni espedienti per spezzare quella che altrimenti sarebbe un'assurda monotonia (dieci boss fight di fila?) e spinge la durata dell'avventura a circa tredici ore (che è quanto abbiamo impiegato per portarla a termine), non è di per sé un difetto ma andava supportata con contenuti di maggior spessore, sia per quanto concerne il sistema di combattimento sia, soprattutto, per quanto concerne la realizzazione tecnica, che in alcuni frangenti risulta persino imbarazzante. Un titolo controverso, insomma, che i fan di Suda 51 e del suo stile dovrebbero prendere al volo ma che potrebbe far storcere il naso a più di una persona.
PRO
- Direzione artistica strepitosa
- Coinvolgente e impegnativo, pur con i suoi limiti
- La grafica alterna cose molto belle...
CONTRO
- ...ad altre davvero inguardabili
- Evidenti problemi nel frame rate
- Minigame quasi mai divertenti