Versione testata: PlayStation 3
Sembra quasi incredibile, eppure sono già passati dieci anni dalla prima proiezione de Il Signore degli Anelli, trilogia diretta da Peter Jackson che ha avuto il merito di rilanciare a livello multimediale una delle storie più amate della letteratura internazionale. Non che J.R.R. Tolkien avesse bisogno di presentazioni, intendiamoci, ma è stato proprio il film a sdoganare una sorta di vero e proprio sfruttamento commerciale del brand, tra gadget di ogni genere e, ovviamente, videogiochi. Quest'ultimi, sfortunatamente, non sempre hanno colto nel segno e a parte qualche lodevole eccezione (come l'MMORPG Il Signore degli Anelli Online) si sono limitati a essere i soliti "tie-in" senza arte né parte progettati solo per cavalcare la moda del momento.
Conclusasi la trilogia nel 2003, gli appuntamenti videoludici con la Terra di Mezzo sono diventati sempre più rari e deludenti ma, ora che sono iniziate le riprese de Lo Hobbit, l'interesse dei publisher nei confronti della mitologia Tolkeniana si è nuovamente intensificato. Dopo il tragicomico Aragorn's Quest dello scorso anno, le nostre aspettative nei confronti de La Guerra del Nord erano decisamente gelide, nonostante le foto e i video molto promettenti. Ora, gioco alla mano, possiamo affermare che il prodotto di Snowblind Studios è una piccola gemma, imperfetta sì, ma decisamente meritevole di attenzione...
In tre si è in compagnia
Piuttosto che raccontarci per l'ennesima volta l'avventura di Frodo e compagni, La Guerra del Nord sfiora soltanto l'intera faccenda dell'Anello del Potere, relegandolo a mera comparsa insieme alla Compagnia tradizionale. La storia in effetti riguarda proprio la guerra nel nord del titolo, iniziata da Sauron per mano di un suo oscuro luogotenente, lo stregone Agandaur, il cui scopo è fondamentalmente soggiogare le regioni settentrionali della Terra di Mezzo per allargare i domini del suo padrone. Per questo motivo il sempreverde Aragorn affiderà a tre valorosi personaggi il compito di stanare Agandaur, scoprire i suoi piani e sconfiggerlo prima che riesca a fornire al Nemico un vantaggio decisivo.
Inizia così un'avventura parallela a quella della Compagnia dell'Anello che ci calerà nei panni del nano Farin, il ramingo Eradan e l'elfa Andriel: la storia delle loro peregrinazioni è decisamente godibile, sopratutto perché conduce il giocatore in alcune location particolarmente famose dell'universo letterario Tolkeniano, dalle Ettenlande a Bosco Atro. Gli eventi si intrecciano appena con quelli della trilogia originale, permettendoci di incontrare brevemente alcuni dei personaggi più famosi (peraltro modellati secondo le fattezze degli attori che li hanno interpretati nei film di Peter Jackson) durante una visita a Granburrone; La Guerra del Nord è infatti infarcito di riferimenti e chicche per i fan, sopratutto durante i dialoghi, completamente doppiati in un ottimo italiano, che presentano una struttura simile a quella proposta da BioWare in Dragon Age o Mass Effect.
In realtà non è possibile condizionare lo sviluppo della storia tramite le opzioni offerte durante le conversazioni, il cui unico scopo è quello di fornirci tonnellate di informazioni e dettagli opzionali su personaggi ed eventi, spesso tratte direttamente dagli enciclopedici tomi tolkeniani, o attivare delle missioni secondarie che ci permetteranno di acquisire oggetti di valore. Purtroppo, però, bisogna ammettere che i tre protagonisti non hanno neanche un po' del carisma dei personaggi creati da Tolkien, anzi a onor del vero non ne hanno affatto: la loro personalità è infatti appena tratteggiata e stereotipata e non ci viene fornito alcun dettaglio circa il loro rapporto e la loro storia, una mancanza che rende la trama meno avvincente, nonostante la maggiore caratterizzazione riservata a comprimari celebri come l'aquila Gwaihir o lo stregone Radagast.
Loot'n'slash!
Il Signore degli Anelli: La Guerra del Nord è un vero e proprio gioco d'azione in terza persona, incentrato sull'esplorazione dei vari stage in cui saremo assaliti da orde su orde di nemici. Il nostro obiettivo sarà spesso molto semplice: procedere lungo un sentiero preimpostato che soltanto di rado offre bivi e percorsi alternativi spesso limitati alla scoperta di un'area nascosta, sconfiggendo tutti i nemici che ci sbarreranno il passo, raccogliendo nuovi oggetti ed eliminando gli occasionali boss di turno. In pratica siamo di fronte a un vero e proprio hack'n'slash, nonostante alcuni elementi tentino di renderlo meno ripetitivo di quanto effettivamente sia. Per cominciare, il sistema di combattimento è davvero semplice ma anche molto efficace: con un tasto dedicato ai colpi leggeri, ma veloci, e uno a quelli potenti, ma più lenti, è possibile concatenare delle semplici combo per affettare i nemici, concludendole con violentissimi smembramenti in slow-motion.
Una freccetta gialla ci suggerirà quando è possibile sferrare una sorta di devastante attacco extra, per il resto parliamo di un mero buttong-mashing dall'inizio alla fine, alternato all'utilizzo di alcune abilità speciali, ottenibili collocando sapientemente i punti guadagnati a ogni level-up in una sorta di triplo albero di talenti che ricorda quello dei più comuni MMORPG. In questo modo è possibile specializzare ulteriormente ogni personaggio: Farin, per esempio, combattente corpo a corpo per eccellenza, può migliorare notevolmente la sua abilità con le armi a due mani o la sua efficacia nell'utilizzo di spada e scudo, imponendo naturalmente stili di gioco differenti. Lo stesso vale anche per Eredan, specializzato nella lotta a distanza tramite archi e balestre, e Andriel, la cui competenza nella magia richiede una maggior cautela e strategia posizionale. Il giocatore dispone quindi di molteplici modi in cui affrontare il gioco, una varietà che viene però tradita da un game-design un po' discutibile che impedisce di selezionare al volo il personaggio da controllare: per passare da Farin a Eredan, per esempio, bisogna concludere necessariamente lo stage in corso, e solo allora sarà possibile cambiare personaggio, modificandone l'equipaggiamento e distribuendo i punti guadagnati al suo eventuale level-up durante la precedente sessione di gioco.
Trofei PlayStation 3
Il Signore degli Anelli: La Guerra del Nord propone un totale di 47 Trofei: 32 Bronzo, 13 Argento, 1 Oro e 1 Platino. Alcuni di essi si sbloccheranno quasi automaticamente, magari parlando con un certo NPC o raggiungendo determinati livelli di esperienza, altri invece richiederanno sforzi un po' più consistenti, obbligando il giocatore a trovare tutti i segreti, completare il gioco al massimo livello di difficoltà e via dicendo.
A parte questo, il gioco svolge un buon lavoro di supporto nel caso si giochi da soli: nonostante la scarsa possibilità di controllo, limitata all'ordine di attaccare lo stesso bersaglio o assumere una posizione difensiva, i compagni automatizzati provvederanno a collaborare il più velocemente possibile, per esempio nel caso si venga atterrati e si resti impotenti in attesa di essere rianimati (la sconfitta degli altri due personaggi condurrà a uno spiacevole Game Over, ovviamente). La modesta intelligenza artificiale ci tradisce soltanto nelle fasi più avanzate, quando i combattimenti subiscono un'improvvisa quanto inopportuna impennata nella difficoltà generale, scagliando contro il giocatore numerosi nemici eccessivamente coriacei o aggressivi: a quel punto si diventa praticamente assuefatti alle pozioni curative, fortunatamente acquistabili o generosamente distribuite da casse e forzieri. Queste problematiche vengono facilmente risolte dalla possibilità di giocare insieme ad altri giocatori umani, online o localmente tramite split-screen, ed è sicuramente in modalità co-op che La Guerra del Nord offre il massimo del divertimento, sopratutto per via dell'intera meccanica del loot che sostanzialmente è il motore del gioco. Praticamente qualunque cassa, forziere o nemico offre un qualche tipo di oggetto, da semplici munizioni a oggetti più o meno potenti per migliorare l'equipaggiamento dei nostri eroi, suddiviso in svariati slot relativi a elmo, spallacci, corazze e via dicendo.
Gli oggetti offrono i consueti valori difensivi ma anche bonus alle statistiche o all'efficacia dei nostri colpi; alcuni di essi, benché molto rari, presentano degli slot a loro volta, in cui incastonare gemme che conferiscono ulteriori bonus; altri oggetti ancora fanno parte di veri e propri "set" e indossando varie parti di queste serie si ricevono bonus esclusivi e davvero potenti. La maggior parte delle armi e delle armature presenta una rappresentazione grafica unica ed è chiaro che, a fronte della ripetitività intrinseca del genere a cui il gioco appartiene, è proprio la varietà e le possibilità offerte dal loot che spingono ad eliminare un altro nemico, a raggiungere un nuovo boss o un nuovo forziere. Giocando da soli questi oggetti possono essere offerti ai nostri compagni, che li indosseranno subito, tuttavia spariranno non appena cambieremo il personaggio da noi utilizzato: questa è soltanto una delle varie inconsistenze che impediscono a La Guerra del Nord di raggiungere una valutazione più alta.
Granburrone, abbiamo un problema
Oltre all'impossibilità di modificare l'equipaggiamento e le statistiche dei nostri compagni quando non li stiamo utilizzando, La Guerra del Nord è afflitto da alcune ingenuità che, pur non essendo particolarmente nefaste, rendono l'esperienza meno piacevole di quanto potrebbe essere. Il sistema di checkpoint, ad esempio, blinda completamente il giocatore al punto in cui è arrivato nel gioco, talvolta impedendogli di fare un passo indietro e magari accumulare qualche punto esperienza in più nelle zone precedenti per affrontare una battaglia particolarmente ostica. In quel caso, non c'è scampo: o si ricomincia da capo o si sbatte la testa contro il muro finché un amico non ci viene incontro in modalità co-op. E' raro, ma può succedere, e quando succede diventa particolarmente frustrante (Assedio di Nordinbad, sì, parliamo di te). Un altro problema che esula dalla semplice pignoleria riguarda il sistema di collisioni talvolta fallace: nel marasma dei combattimenti è difficile notarlo ma in effetti sono spesso dei colpi apparentemente a vuoto che infliggono danni ai nostri nemici o viceversa e una maggiore attenzione avrebbe condotto a una migliore gestione dei combattimenti più complessi, sopratutto a fronte della già citata impennata del livello di difficoltà.
Per fortuna il grosso dei problemi finisce qui e per il resto La Guerra del Nord si rivela un gioco estremamente godibile, anche dal punto di vista tecnico: se è vero che la maggior parte dei nemici si somiglia sia dal punto di vista estetico che comportamentale, bisogna comunque dire che i ragazzi di Snowblind Studios hanno svolto un ottimo lavoro con la modellazione poligonale di ogni creatura, umanoide o meno, ispirandosi sopratutto alle idee di Peter Jackson. Le ambientazioni sono ricche di dettagli e rievocano sapientemente l'atmosfera del racconto originale, che ci si inoltri nelle tetre cripte di Tumulilande o si corra nella piovosa quiete di Brea. Le "città" come Brea, appunto, o Granburrone possono apparire forse eccessivamente ristrette e poco popolate, in quanto meri "hub" di compravendita e riparazione, ma in compenso sono ricche di dettagli così come le vaste aree in cui si sviluppa il gioco, il cui unico demerito è quello rappresentato dall'eccessiva linearità della mappa, ma non certo dal colpo d'occhio, per quanto minato da texture non sempre all'altezza dell'hardware. Infine, la colonna sonora rimane in effetti un po' anonima per tutta l'avventura, cercando di mimare forse quella composta da Howard Shore per la trilogia cinematografica senza effettivamente riuscirci, ma offrendo comunque un efficace accompagnamento sopratutto durante le battaglie.
Conclusioni
Il Signore degli Anelli: La Guerra nel Nord non è certamente un capolavoro ma è senza dubbio tra i migliori dedicati al meraviglioso mondo di J.R.R. Tolkien, un mondo che gli sviluppatori di Snowblind Studios sono riusciti a riproporre in modo molto efficace grazie alla loro grande attenzione per i dettagli e la mitologia tolkeniana. Sostanzialmente è un hack'n'slash molto semplice, impreziosito da alcune chicche e minato da qualche eccessiva ingenuità di programmazione, facendo sì che il gioco dia il meglio di sé sopratutto se giocato in modalità multigiocatore, lasciando il singolo ai più affezionati al genere. La strada percorsa è quella giusta e a Snowblind Studios non resta che limare qualche dettaglio per fare centro nel caso di un eventuale sequel. Peccato, però, che il periodo dell'uscita non sia tra i più fortunati.
PRO
- Ottima trasposizione dell'universo Tolkeniano da un originale punto di vista
- Grande cura per i dettagli
- Sistema di loot e potenziamento semplice ma appagante
CONTRO
- Difficoltà calibrata in modo approssimativo
- Alcune scelte di design sono piuttosto infelici (checkpoint in primis)
- I tre protagonisti non sono minimamente caratterizzati