Il 2012 è un anno importante per Cooler Master: la società di Taipei celebra infatti il quinto di secolo dalla sua nascita, e per festeggiare arricchisce la propria offerta con il case Cosmos II che la redazione di Multiplayer.it ha avuto la possibilità di provare in anteprima (sarà disponibile per il nostro mercato solamente nei primi giorni di febbraio). Ultra-Tower: questo è il nuovo termine coniato dagli strateghi del marketing per indicare il segmento di appartenenza dell'ultima (in ordine cronologico) evoluzione della famiglia Cosmos, che ha visto la luce nel luglio del 2007 con il Cosmos 1000, e ha subito una rivistazione in chiave "sportiva" qualche mese più tardi (agli inizi del 2008) con l'altrettanto osannato Cosmos S. Tre anni e mezzo di ricerca (lo chassis era pronto per la metà del 2011, ma la data di uscita è stata fatta slittare di qualche mese probabilmente per farla coincidere con il ventennale), hanno fatto lievitare i volumi di questo incrociatore, al cui cospetto persino il pur imponente HAF X (da noi recensito qualche mese fa) viene ridimensionato: basti pensare che la precedente punta di diamante di Cooler Master risulta più stretta (230 mm contro 340), bassa (599mm a differenza di 704) e meno profonda (550mm a fronte di 664) della nuova monolitica produzione della casa di Taiwan.
La Morte Nera
Dal punto di vista estetico il Cosmos II riprende gli stilemi tipici della serie, con le caratteristiche maniglie poste alle estremità che, oltre ad essere particolarmente pratiche per il trasporto - operazione che dubitiamo possa essere eseguita di frequente, considerato il peso a vuoto di 22kg - mantengono il fondo del case a debita distanza dal pavimento, permettendo così un corretto flusso d'aria all'alimentatore.
Mentre per la serie High Air Flow i designer si sono ispirati al mondo militare (nella nostra disamina avevamo accostato l'HAF X ad un carro armato Panther), il Cosmos tradisce con un po' di fantasia influenze dall'universo di Star Wars. Sin dal primo contatto il case di Cooler Master ci ha ricordato la Morte Nera dei film di Lucas; i materiali utilizzati sono l'acciaio e l'alluminio spazzolati, con inserti in ABS - il tutto molto gradevole al tatto. La colorazione nera conferisce sinuosità alle linee arrotondate del frontale, caratterizzato da due pannelli a scorrimento: quello posto sulla parte anteriore nasconde tre bay da 5,25" e due da 3,50" (denominati X-Dock, permettono l'hot swap grazie ad un controller), a cui vi si può accedere senza l'utilizzo di alcun utensile (gli slot più piccoli possono persino essere bloccati mediante la classica chiave). Lo slide superiore invece protegge i pulsanti di accensione e reset, e cela una vero tocco di classe, ossia un rheobus che permette di regolare il regime di rotazione delle ventole e di accendere o spegnere i led (sia che siano integrati nelle ventole, come nel caso di quella frontale, sia che siano indipendenti). A governare il tutto una centralina alimentata da un classico molex a 4 pin, a cui si possono collegare sino a 9 device suddivisi in quattro zone: anteriore, superiore, GPU e HDD. Tornando al frontale, merita una menzione la ricca dotazione di uscite che rimangono sempre a vista: alle tradizionali quattro porte USB 2.0 si aggiungono due porte USB 3.0, una eSata e le prese audio IN/OUT. Scendendo più in basso si può scorgere, dietro alla griglia a nido d'ape, la succitata ventola di aspirazione da 200mm, che è risultata essere molto silenziosa.
Testimonianza che nulla nel Cosmos II sia stato lasciato al caso è fornita dall'analisi dei massicci pannelli laterali, caratterizzati dalla presenza di alcune feritoie utili per far uscire l'aria calda. Le paratie, che possono in ogni caso essere completamente rimosse come nei case tradizionali, sono incernierate alla parte frontale, pertanto è possibile aprirle come se fossero dei veri e propri portelloni di un'astronave, semplicemente con la pressione di un tasto. Si tratta di una soluzione davvero riuscita che consente di accedere con estrema rapidità all'interno anche per eventuali interventi a cuore aperto, e non ci stupiremmo che in futuro possa essere adottata anche da altri costruttori. Chiudiamo il tour degli esterni passando alla parte posteriore, dove regna la semplicità: come scritto in precedenza e come ormai d'abitudine per i prodotti di un certo livello, la zona inferiore è destinata all'alimentatore, il cui flusso d'aria viene preservato da un utile filtro antipolvere facilmente asportabile, mentre in alto si trovano, oltre alla ventola da 140mm adibita all'espulsione dell'aria calda, tre feritoie circolari che facilitano il passaggio dei tubi in caso di utilizzo di sistemi di raffreddamento a liquido. Da evidenziare i dieci(!) slot per schede PCI, inequivocabile segno che sono supportati tutti i form-factor di schede madri, compresi gli XL-ATX. Considerate le dimensioni, ci sarebbe stato da stupirsi del contrario.
Uno sguardo agli interni
Gli ingegneri di Taiwan hanno deciso di suddividere in quattro zone gli interni del Cosmos II, al fine di garantire la massima razionalizzazione degli spazi. La parte frontale permette l'installazione di cinque dischi da 3,50" senza l'ausilio di viti (nel caso di unità da 2,50" o 1,80" invece bisogna avvalersi dell'adattatore a corredo); nella zona inferiore destra ci sono altri sei cestelli dedicati agli hard disk, che possono venire raffreddati da una coppia di ventole in dotazione. A questi undici slot si aggiungono i due X-Dock frontali che permettono l'alloggiamento di device da 3,50", portando così a tredici il numero massimo di dischi rigidi installabili (scheda madre permettendo) contemporaneamente. La camera in basso a sinistra è, come scritto poco sopra, riservata alla PSU. Va evidenziato che la parte inferiore dello chassis è separata fisicamente dalla zona superiore: pertanto i cavi dell'alimentatore, per raggiungere la scheda madre, devono forzatamente passare attraverso delle guarnizioni in gomma ponendo in questo modo le basi per un ordine interno notevole. La camera centrale del case, ossia la vera sala di controllo, è di dimensioni decisamente generose e a beneficiarne sono ovviamente le configurazioni più estreme. Anche i sistemi a quattro GPU sembrano quasi minuscoli una volta alloggiati all'interno del Cosmos II: persino le schede video Lightning di MSI (qui la recensione della 580GTX), tra le più lunghe in commercio in quanto utilizzanti un PCB personalizzato, non creano alcun tipo di problema di installazione.
Sono ufficialmente supportati dispositivi di lunghezza massima di 38,50cm e, considerando che attualmente il record spetta ai 32cm scarsi della Radeon 6990, si può facilmente capire come questo prodotto non tema le generazioni future di hardware e anzi rappresenti un ottimo investimento nel medio/lungo periodo. Sulla piastra centrale è stato applicato un enorme foro per agevolare la manutenzione e il ricambio del dissipatore della CPU. Anche in quest'ottica si possono apprezzare i giochi delle proporzioni: il notevole sviluppo della base fa in modo che pure i cooler più ingombranti, come ad esempio il Cooler Master V10, siano agevolmente contenuti all'interno senza creare problemi di chiusura del pannello di sinistra. I designer hanno saggiamente sfruttato le dimensioni del Cosmos per lasciare un notevole spazio (circa 3cm) anche tra la paratia di destra e la mainboard tray: in questo modo è possibile nascondere i cavi di alimentazione dietro la scheda madre, senza correre il rischio che possano venire stritolati in fase di chiusura del case. La zona superiore ospita invece una ventola di aspirazione da 120mm che può essere affiancata da altre due "gemelle" o, al contrario, completamente rimossa, per permettere l'alloggiamento di un radiatore da 360mm; alla stessa maniera è possibile eliminare completamente i sei bay hdd in fondo a destra per lasciare spazio ad un ulteriore radiatore da 240mm.
Non per tutti
L'installazione di un sistema ad alte performance è stata davvero appagante utilizzando il Cosmos II: oltre alla comodità delle operazioni di fissaggio, resa possibile dai grandi spazi a disposizione, ciò che maggiormente ha gratificato è stato l'ordine interno una volta completato il lavoro. Con il case HAF X, impiegando un sistema spinto come quello descritto nel nostro speciale, eravamo comunque stati costretti a scendere a qualche piccolo compromesso, come la rimozione di alcuni condotti che non erano compatibili con la componentistica non-standard utilizzata, e dovendo far passare giusto un paio di cavi sopra la scheda madre. Tutto questo non accade con il nuovo chassis di Cooler Master, che permette anche a chi utilizza sistemi di raffreddamento a liquido di potersi godere una pulizia fino ad ora difficilmente ottenibile con altri prodotti. Unico e piccolo neo riscontrato nelle nostre prove è la mancanza di una finestra in plexiglass sulla paratia di sinistra, che possa mettere in bella mostra il cuore del PC, ma si tratta probabilmente di un sacrificio pagato sull'altare della silenziosità, che raggiunge livelli significativi grazie anche al summenzionato spessore delle porte laterali. Cooler Master indica in 389,00€ il prezzo indicato per il Cosmos II: si tratta senza dubbio di una cifra considerevole, ma giustificata da un lato dalla qualità dei materiali e del lavoro svolto e dall'altro dalle capacità di espandibilità che permetteranno ai possessori di questo monolite di non dover più preoccuparsi di sostituire il case per il lustro a venire.
In conclusione
Cooler Master fa centro con il Cosmos II e consolida la propria posizione nella Champion's League dei costruttori di case. Stilisticamente impeccabile, estremamente espandibile, dotato di forte personalità, rappresenta un acquisto che ogni giocatore "estremo" farebbe bene a tenere in considerazione. Il prezzo elevato tuttavia potrebbe scoraggiare chi non dispone di un budget elevato. In definitiva abbiamo apprezzato design, dimensioni imponenti, l'estrema cura nei dettagli e la silenziosità offerta. Mentre ci resta un po' l'amaro in bocca per l'impossibilità di rimuovere in mainboard tray, l'assenza di una paratia in plexiglass e, ovviamente, il posizionamento all'interno dei listini che non lo rende accessibili a tutti.