Correva il 2008 quando Ubisoft annunciò quello che si prospettava come un titolo di forte rottura, in tutti i sensi. I Am Alive mostrava una Chicago distrutta da un terribile terremoto dalle origini sconosciute, attraversata dal giovane Adam, sopravvissuto in cerca della ragazza. Il trailer mostrava anche flashback relativi ai momenti antecedenti il cataclisma, ultimi scampoli di serenità prima dell'avvento della polvere letale, soffocante, funerea. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia da allora, ma di immagini in gioco o informazioni più dettagliate neanche l'ombra. Risultava quindi piuttosto scontato il fatto di nutrire più di un timore riguardo la salute del progetto, affidato ai Darkworks di Alone In The Dark.
Con un autentico colpo di scena però, Ubisoft ha annunciato lo spostamento dei lavori alla divisione Shangai, dichiarando che sarebbero ricominciati praticamente da zero, e l'uscita esclusivamente relegata al mercato digitale. Una gestazione che definire travagliata è un eufemismo, forse schiacciata dalle sue stesse, spropositate ambizioni, ma quello che conta è che il titolo è finalmente nelle nostre avide mani... escluso il supporto ottico.
Sei forte papà
Qualcosa però effettivamente è cambiato. Tutto il gioco è adesso un gigantesco flashback, ricavato dai filmati ritrovati nella videocamera di Adam Collins. L'uomo è in cerca della propria moglie e figlia, entrambe disperse dopo il cataclisma che ha ridotto la città di Haventon in un grottesco cumulo di pietre e metallo. I grattacieli disegnano sinistre linee diagonali nel cielo, la visibilità è ai minimi termini e la parte inferiore dell'agglomerato urbano è totalmente invasa dalla polvere. In questo scenario da puro filone catastrofico ci ritroviamo a vivere le avventure di Adam e dei sopravvissuti. L'arrivo nella città è all'insegna della solitudine più totale, con il nostro eroe impegnato a non soccombere tra le macerie e i loro poco ospitali abitanti.
Salta subito all'occhio una delle prime e più rilevanti caratteristiche del gioco, il suo brutale realismo. Come ampiamente anticipato, gli sviluppatori hanno omesso qualsiasi spunto sovrannaturale, non ci sono quindi mutanti indistruttibili o evocazioni ultraterrene. I nuovi mostri sono il risultato del crollo delle convenzioni sociali, che hanno lasciato il posto al degrado animalesco, l'egoismo e la follia. Le strade offrono incontri spiacevoli con barboni, rifugiati, militari impazziti e spietati sciacalli. Le attitudini variano dalla protezione esasperata dei presunti beni, fino all'ostilità vera e propria. Il gioco si pone ben pochi freni nel ricreare un'atmosfera totalmente degenerata, con episodi di violenza, stupro, cannibalismo, insulti e percosse. Ogni forma di dialogo è inutile in queste situazioni, al giocatore rimane solo la scelta se fuggire o combattere, e la seconda eventualità nella produzione Ubisoft Shangai si rivela molto dolorosa. Tuttavia non siamo completamente soli in questo viaggio, dal momento che a gioco inoltrato ci ritroviamo a scortare una vivace bambina, l'agguerrita madre e un misterioso "angelo custode" che segue le nostre vicende su una sedia a rotelle...
Sempre più in alto
I Am Alive ribadisce senza mezzi termini l'appartenenza al genere dei survival horror, titoli dove il giocatore è posto in una situazione di perenne svantaggio e precarietà, con munizioni e provviste ridotte all'osso. Gli sviluppatori evidentemente conoscono molto bene gli esponenti del genere, in particolar modo la saga di Silent Hill di Konami, ripresa in maniera quasi ossessiva a partire dai suoni dei menu, la visualizzazione della mappa e la strumentalizzazione dello scarso campo visivo, che diventa così orrore metafisico. Il desiderio di avvicinare il titolo anche al mondo dei platform ha portato nel calderone degli ingredienti altri illustri colleghi, da Uncharted di Sony all'Assassin's Creed della stessa Ubisoft, anche se le differenze sono avvertibili e rendono I Am Alive un titolo che vive di una dimensione propria.
Come già descritto nella nostra anteprima, il sistema di arrampicata prevede il consumo di un'apposita barra di stamina, che una volta esaurita porta in una condizione di sforzo fisico. In questa situazione disperata il giocatore è costretto a premere forsennatamente il grilletto destro per non precipitare nel vuoto, una trovata che crea una tensione mai vista prima d'ora in un gioco di piattaforme. Come se non bastasse, la barra può essere ripristinata solo consumando alimenti come cibo e le bottiglie d'acqua, presenti in quantità limitata nella mappa e necessari per salvare i superstiti che incontreremo nei nostro viaggio. Nel caso dei combattimenti invece l'inquadratura passa alla visuale in prima persona, proponendo un sistema decisamente originale. Anche in questo caso il titolo adotta una soluzione realistica, con scontri che si concludono in pochi secondi e che ci lasciano un notevole potere decisionale. Possiamo indurre gli avversari alla resa minacciandoli con una pistola, sorprenderli alle spalle o colpirli silenziosamente con l'ausilio di un letale arco. O possiamo semplicemente fuggire cercando di disperdere gli inseguitori per poi affrontarli singolarmente. A gioco inoltrato subentrano avversari che indossano speciali tute antiproiettile, e che necessitano di essere colpiti alla testa, o più semplicemente evitati. Comunque vada sappiate che i proiettili sono presenti in quantità estremamente limitata e un'arma speciale, il fucile a pompa, rappresenta addirittura un esemplare unico e non ricaricabile.
Obiettivi Xbox 360
I Am Alive propone i canonici 200 punti giocatore, suddivisi lungo 12 obiettivi, ovvero i classici standard Live Arcade. Non prendete la cosa sottogamba però, ottenere la metà dei punti comporta la conclusione dell'intera avventura e il salvataggio di almeno metà dei venti superstiti da recuperare. Per ottenerli tutti sarà necessario completare il gioco due volte, e in modalità Superstite, uno speciale livello di difficoltà che elimina i checkpoint istantanei e riduce sia provviste che munizioni: solo per veri duri.
Non è una città per asmatici
Altra caratteristica è la presenza asfissiante della polvere nelle parti inferiori della città, che ci ritroviamo a percorrere per arrivare alle varie locazioni. Questi tratti consumano inesorabilmente la barra di energia, portando a morte istantanea in caso del suo esaurimento. L'unico modo per riprendere aria, in tutti i sensi, è utilizzare inalatori e bibite (ovviamente limitati), o risalire momentaneamente ai piani superiori. Occorre quindi pianificare con una certa oculatezza i tragitti, dal momento che l'eventualità di smarrirsi rischia di essere pagata a caro prezzo. I Am Alive è sostanzialmente un titolo imperniato sui tempi, dove il giocatore è caldamente esortato a comprendere in anticipo un percorso già stabilito ma non sempre di facile lettura, quando piacevolmente confuso da strade alternative o supplementari. Non siamo in sostanza di fronte a un free roaming come qualcuno avrebbe sperato, ma un'avventura lineare con un discreto margine di esplorazione. Per rendere l'esperienza meno traumatica i programmatori hanno inserito dei checkpoint istantanei, rappresentati dalle batterie della videocamera, che possono essere anche raccolte in gioco. Un'idea molto originale, anche se coloro che vogliono finire il gioco in modalità Sopravvissuto dovranno rinunciare a questa comodità. Dal canto nostro abbiamo terminato l'avventura impiegando un tempo totale di otto ore. Rispetto al preview code, che presentava una prima parte molto concitata, se ne aggiunge una seconda più incline al riciclaggio e al backtracking, con aree da ripercorrere più volte e solo parzialmente giustificate dall'utilizzo di un rampino.
L'ultima parte soffre palesemente di un calo di idee, appoggiandosi un po' troppo ai combattimenti e locazioni derivative, anche se rimane intatta quella ambientata in un grattacielo, assolutamente tra le più riuscite. Rimane purtroppo una certa rigidità generale, non agevolata dal lieve ritardo nei controlli, nulla che possa inficiare la giocabilità, ma avremmo gradito più dinamismo e una maggiore interazione con l'ambiente circostante, del tutto imperturbabile se escludiamo gli eventi precalcolati. Per quanto riguarda il profilo tecnico siamo di fronte a un motore che testimonia il ridimensionamento della produzione, così come il passaggio al formato digitale, d'altronde la grandezza del gioco - inferiore ai 2 GB - è già molto significativa. Diverse texture peccano in definizione, così come il carico poligonale, incentrato più che altro sul protagonista, ma piuttosto carente sugli elementi di contorno. Il tutto è leggermente mitigato da una sporcizia video esasperata (quasi niente è a fuoco), una trovata efficace e tutto sommato coerente con la situazione, a patto di non soffermarsi troppo sui particolari. Nonostante quanto detto dobbiamo fare un plauso a Ubisoft Shangai per la direzione artistica, con un utilizzo poetico dei cromatismi, che diventano più caldi nei momenti di distensione, e un'atmosfera sempre carica di pathos. Il parlato è in inglese con i sottotitoli in italiano.
Conclusioni
Seppure ridimensionato nelle ambizioni e nella produzione, I Am Alive è una stimolante amalgama di idee vecchie e nuove, che farà la felicità degli amanti delle avventure adulte. Tutto è abilmente orchestrato per suscitare una tensione continua nel giocatore, con pochissime occasioni per tirare il fiato, esattamente come capita allo sventurato protagonista del gioco. Il level design mischia dinamiche platform con quelle del survival horror, aggiungendo sezioni di combattimento essenziali ma ricche di fascino e un'atmosfera eccellente. Non tutto funziona come dovrebbe, la seconda parte è meno ispirata, si avverte una certa mancanza di dinamismo e la realizzazione tecnica non è proprio rimarchevole, ma le 8 ore passate nelle polverose strade di Haventon giustificano ampiamente i 15 Euro necessari all'acquisto. A patto di avere i nervi ben saldi.
PRO
- Grande atmosfera
- Combattimenti originali
- Sezioni platform ben articolate
CONTRO
- Non per i deboli di cuore
- Tecnicamente non eccelso
- Controlli un po' legnosi