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A Space for the Unbound, la recensione di una straordinaria avventura punta e clicca indonesiana

Mojiken confeziona A Space for the Unbound, una storia profonda e malinconica, ambientata nell'Indonesia degli anni '90.

RECENSIONE di Giulia Martino   —   25/01/2023
A Space for the Unbound, la recensione di una straordinaria avventura punta e clicca indonesiana
A Space For The Unbound
A Space For The Unbound
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Si impiega un po' di tempo per comprendere perché le tonalità del blu e dell'azzurro siano dominanti in A Space for the Unbound, ultimo videogioco creato dal team indonesiano Mojiken. Una volta capito, non si guarda più il cielo allo stesso modo. Le strade percorse da Atma, Raya, Marin e dal resto del vivace cast di personaggi sono piene di vita, ma anche di bullismo, violenza domestica, aspettative opprimenti da parte dei propri genitori. I ragazzini intrappolati in questi anni '90 videoludici sono in bilico tra la magia (e, a volte, gli orrori) dell'infanzia e le responsabilità connesse all'età adulta: sopra di loro, un cielo sterminato, profondo, sempre bellissimo, che spesso occupa più della metà dello spazio presente su schermo.

A Space for the Unbound è un'avventura punta e clicca a forte trazione narrativa, con tanti testi - e una eccelsa qualità media della scrittura - e interazioni semplici, ma significative, con l'ambiente e i gli abitanti della città, tra cui una miriade di gatti, essenziali nella trama sapientemente intessuta da Mojiken. In un mondo che pone al centro l'Occidente e i suoi costumi, è splendido volgere lo sguardo verso Oriente e in particolar modo verso i colori magnifici dell'Indonesia, dove le architetture post coloniali convivono con una natura capace di riflettere tutte le sfumature dell'umano. A fronte di un lieve calo di ritmo nella parte centrale del gioco, possiamo affermare che A Space for the Unbound è una grande conferma per gli sviluppatori di Mojiken, che raggiungono nuove vette espressive e artistiche.

Vi raccontiamo di questa straordinaria avventura adolescenziale nella nostra recensione di A Space for the Unbound.

Tutti i colori dell'anima

La storia di A Space for the Unbound inizia con Atma e Nirmala impegnati a scrivere un racconto
La storia di A Space for the Unbound inizia con Atma e Nirmala impegnati a scrivere un racconto

La storia si apre presentandoci Atma, un ragazzino che frequenta le scuole superiori, e Nirmala, bimba dalla fervida immaginazione appassionata di disegno e scrittura. Atma aiuta la sua piccola amica a strutturare una storia a cui Nirmala sembra tenere davvero molto, e che sarà il leitmotiv dell'intera trama di A Space for the Unbound. Purtroppo, Atma viene spazzato via dalle acque del vicino fiume in piena, per poi risvegliarsi misteriosamente in classe, a scuola, e fare la conoscenza di una ragazza, Raya, che gli dice di essere la sua fidanzata.

Appare subito chiaro che la trama di A Space for the Unbound vuole far leva su elementi soprannaturali, ma nel complesso la storia creata da Mojiken è concreta, vibrante e attuale. Questo perché affronta temi difficili, ma riesce a farlo con eleganza e con pochissima retorica: un'utile avvertenza iniziale ci informa che verranno toccati argomenti come ansia, bullismo e depressione. C'è spazio anche per una forte critica al sistema scolastico e alle aspettative di genitori talvolta costretti a chiedere prestiti esorbitanti per potersi permettere di mandare i figli a scuola, vista come un luogo di "glorified detention", più simile a un carcere che a un'istituzione che dovrebbe coltivare sapere e sensibilità. Lo si vede dall'architettura opprimente, dalle sbarre presenti all'ingresso, dalla violenza dei bulli sotto lo sguardo distratto degli insegnanti. Eppure, in A Space for the Unbound c'è sempre spazio per la bellezza del cielo, per l'affetto spontaneo - ma non scontato - di un gattino incontrato per strada. È la storia di un percorso all'insegna dello sviluppo della capacità di prenderci cura, con amore, di noi stessi e degli altri, nel segno dei poteri apocalittici di una ragazza apparentemente come tante.

Se questo messaggio di comprensione reciproca sembra contraddetto da alcune meccaniche di gioco - picchiare bulli a più non posso con combo à la Street Fighter non è proprio il massimo per insegnare l'empatia verso il prossimo - A Space for the Unbound si riscatta in alcuni momenti sorprendenti, in cui la soluzione sta nel fare un passo indietro e limitarsi all'ascolto delle ragioni dell'altro. Ecco che si può entrare nella mente di un anziano per aiutarlo a ricordare suo fratello, o aiutare i procedimenti di un tribunale circondato da solenni oche starnazzanti, o ancora aiutare un videogiocatore appassionato di giochi arcade a battere un boss micidiale, in realtà nient'altro che il suo autoritario capo a lavoro.

Tuffarsi nell'anima degli altri

L'Indonesia di A Space for the Unbound è un luogo di incontro tra culture e religioni differenti
L'Indonesia di A Space for the Unbound è un luogo di incontro tra culture e religioni differenti

Questa è la meccanica centrale di A Space for the Unbound, finalizzata a permettere ad Atma di entrare nella mente e nel cuore di amici e avversari per scoprire le loro autentiche ragioni, alla ricerca dei problemi che impediscono loro di esprimersi in pienezza. Lo Spacedive ci condurrà negli abissi dell'animo umano, offrendo al team di Mojiken l'assist perfetto per mostrare le straordinarie abilità artistiche dei suoi membri: dal regno dei gattini di Raya al simil-Masterchef della povera cuoca tormentata dalle aspettative del nonno, le menti dei comprimari di A Space for the Unbound offrono sempre spunti e suggestioni affascinanti, ricchissimi di immaginazione.

Come accennavamo, non mancano gli scontri, gestiti in maniera molto semplice tramite combinazioni di tasti che appaiono a schermo. Nulla di troppo complesso anche negli aspetti punta e clicca del titolo: le soluzioni sono solitamente intuitive, salvo un paio di enigmi maggiormente strutturati. In linea generale, sono la storia e le sorprese degli Spacedive a mantenere alta l'attenzione dei giocatori per le dodici-quindici ore necessarie al completamento dell'avventura, corredata da obiettivi secondari tratti da una liste di esperienze da fare nella vita stilata da Atma e Raya all'inizio del gioco. La pixel art regala scorci indimenticabili e mantiene sempre una grande chiarezza in ciò che succede a schermo; quanto alle musiche, siamo stati lieti di scoprire un genere musicale tutto indonesiano, il keroncong, frutto dell'integrazione tra le tradizioni musicali portoghesi e locali a partire dal XVI secolo: molto coerente per una storia che fa dell'incontro il suo tema principale.

Con lo Spacedive possiamo entrare nelle aree più recondite dell'anima dei personaggi di A Space for the Unbound
Con lo Spacedive possiamo entrare nelle aree più recondite dell'anima dei personaggi di A Space for the Unbound

Peccato per la mancanza di una traduzione in lingua italiana, che avrebbe senz'altro ampliato la platea di potenziali giocatori nostrani per A Space for the Unbound, ma ciò è assolutamente comprensibile per una produzione indipendente che non si avvale di capitali stratosferici. La grande mole di testi rende necessario un buon livello di comprensione della lingua inglese, anche se i dialoghi sono scritti in maniera piana e semplice, senza eccessivi fronzoli linguistici.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Nintendo eShop
Multiplayer.it
9.0
Lettori (10)
5.9
Il tuo voto

A Space for the Unbound è contraddistinto da un magnifico arco narrativo, che rallenta la sua corsa giusto nella parte centrale dell'avventura, per poi avviarsi verso un finale che rimarrà a lungo scolpito nella memoria e nel cuore dei giocatori dell'avventura di Mojiken. Il team indonesiano ci parla in maniera accorata della sua terra, delle sue meraviglie e dei suoi problemi sociali, confezionando una meccanica di gameplay, lo Spacedive, perfettamente funzionale alle esigenze della storia e capace di regalare occasioni straordinarie per mostrare inventiva ed estro artistico. L'avventura merita di essere vissuta per i suoi colori, per le atmosfere della città e per il suo percorso narrativo non scontato, nel segno di due personaggi femminili scritti in maniera davvero impeccabile. Vi consigliamo A Space for the Unbound senza riserve, a patto che conosciate la lingua inglese: le storie di Atma, Raya e Nirmala non potranno lasciarvi indifferenti, anche grazie al tripudio artistico ed emotivo dell'eccellente finale.

PRO

  • Direzione artistica fuori scala
  • Spaccato interessante della cultura e della società indonesiane
  • Storia scritta in maniera magistrale

CONTRO

  • Calo di ritmo nella parte centrale dell'avventura