Dogfight per sempre
La trama è tanto sottile quanto trascurabile; una banda di piloti mercenari ha sottratto 13 prototipi di jet segreti dotati di avanzatissima tecnologia ed enorme potenza di fuoco. Un problema che ovviamente noi siamo chiamati a risolvere, vestendo i panni di uno dei 3 protagonisti: il velocissimo Sonic, il rude Bull e l’affascinante Shinsei. L’unica differenza che comporta la scelta di uno piuttosto che l’altro sta negli obiettivi secondari, differenti per ognuno di essi. Lo stampo del gameplay è ovviamente fedele alle radici arcade dell’originale, in maniera quindi sensibilmente diversa rispetto a prodotti come Ace Combat X, solo per fare un nome. Sì perchè nella produzione Sega, così come nel capostipite, le possibilità di spostamento sono molto più limitate essendo un titolo “on rail”; in pratica l’unica direzione di marcia possibile è quella in avanti, come all’interno di un tubo dalle pareti invisibili per intenderci. Un limite per certi aspetti, che ovviamente incide sulla possibilità (o meglio l’impossibilità) di esplorare le ambientazioni fuori dai confini stabiliti; d’altro canto una soluzione del genere ha sempre consentito alla serie di garantire un ritmo di gioco particolarmente elevato, e Black Falcon non fa eccezione. I momenti in cui non si è costantemente col dito premuto sul tasto di fuoco sono davvero rari e brevi, e al contrario la maggior parte del tempo lo si impiega ad abbattere aerei nemici, radar e postazioni di terra, e a schivare i missili e i proiettili che ci vengono sparati contro in continuazione. L’unica cosa a cui è necessario prestare attenzione è alla propria barra dell’energia, dal momento che razzi e missili vengono spesso e volentieri riforniti tramite bonus. Un quadretto esaltante quindi? 20 anni fa e in sala giochi per brevi sessioni sicuramente sì, oggi invece la sensazione di limitatezza e di inconsistenza appare evidente già dopo pochi minuti. La varietà delle missioni e del level design non aiuta di certo; nella stragrande maggioranza dei casi, l’unica differenza sta nella natura degli obiettivi, ma il succo del gioco è sempre lo stesso. La facoltà di acquistare nuovi jet, potenziarli o personalizzarli con una serie di livree non cambia di molto la sostanza; Black Falcon è un prodotto davvero “vecchio stampo”, da affrontare per brevi sessioni, staccando la spina del cervello e lasciando spazio invece ai propri riflessi.
Tecnica aerea
La componente grafica ottiene la sufficienza senza grandi sforzi, ma certamente le potenzialità di PSP non vengono sfruttate appieno dalla fatica del team Planet Moon Studios. La fluidità dell’azione è senza dubbio l’aspetto di maggior pregio, con un frame rate bello stabile; discreta la modellazione poligonale dei vari aerei, mentre molto altalenante è la qualità delle ambientazioni, comunque contraddistinte da una buona varietà. Nel corso delle 24 missioni complessive si passa infatti dal combattere sulle coste dell’oceano al mezzo del deserto fino alla tundra ghiacciata; peccato per l’aliasing piuttosto marcato e per la profondità visiva limitata, che toglie più di qualcosa al colpo d’occhio generale. Sulla stessa linea il sonoro, mai capace di incidere o farsi notare in maniera particolare, ma nemmeno fastidioso tanto negli effetti quanto nell’accompagnamento musicale.
Commento
After Burner: Black Falcon è il classico gioco per appassionati del genere arcade “vecchia maniera”. Ai programmatori va infatti dato credito per essere riusciti a confezionare un prodotto dalla filosofia molto vicina a quella dell’illustre originale; azione pura e semplice, senza fronzoli e con un gameplay tanto immediato da riuscire a mostrare già tutto alla prima partita. Chi di fronte a tale descrizione ha iniziato ad avere l’acquolina in bocca, può correre senza rischi al negozio più vicino; gli altri invece farebbero meglio a cercare qualcosa di più profondo e “moderno”.
Pro
- Fedele all’originale
- Immediato
- Piuttosto stimolante
- Limitato e ripetitivo
- Tecnicamente migliorabile
Sega non è più quella dei tempi d’oro, questo è ovvio. I grandi nomi dei giochi che ne hanno decretato l’indimenticabile successo passato godono però ancora di un particolare richiamo, e la consapevolezza di ciò ha portato la software house nipponica a sfruttarli spesso per realizzare nuovi prodotti e riedizioni. E’ questo il caso anche di After Burner, sparatutto aereo che a fine anni ’80 ha fatto spendere una marea di monetine nelle sale giochi di tutto il mondo, per poi essere convertito su un numero enorme di console, senza contare i vari sequel. Oggi è il turno di PSP, pronta ad accogliere questo nuovo After Burner: Black Falcon.