La recensione di Assassin's Creed Valhalla descrive quello che a nostro avviso è un progetto coraggioso, che prova ad approcciarsi a un franchise così celebre e iconico cercando di raccontare una storia in maniera diversa, prendendosi tutto il tempo necessario al fine di evitare soluzioni narrative frettolose e "sprecare" in tal modo situazioni e sequenze che avrebbero altrimenti potuto tranquillamente entrare a far parte dell'immaginario videoludico collettivo, come accaduto in precedenza.
Nelle prime dieci ore il gioco soffre di ansia da prestazione, vuole mettere le carte in tavola ma lo fa in maniera caotica e così la grande novità delle battaglie corali, fra assedi e razzie, rivela tutti i limiti di uno sviluppo che probabilmente negli ultimi mesi è andato avanti fra i mille intoppi di questa maledetta pandemia, dovendo fare anche i conti con l'imprevisto e improvviso abbandono del director Ashraf Ismail.
Dopo venti ore la struttura del titolo appare chiara nella sua connotazione divisa per saghe, con il protagonista che si muove da una zona all'altra dell'Inghilterra alla ricerca di alleanze e fa la conoscenza di personaggi ben caratterizzati, vive avventure affascinanti e nel frattempo cresce, acquisendo consapevolezza nei confronti di un sistema di combattimento più profondo rispetto ad Assassin's Creed Odyssey, che gestisce la stamina quasi fosse un soulslike e interpreta in maniera effettivamente diversa ogni build: meglio due asce, una spada e uno scudo o un'arma a due mani?
Dopo trenta ore vengono tirati i fili di una trama che rivela finalmente i propri legami con il lore storico di Assassin's Creed, ma nonostante tutto continuano ad aprirsi nuove quest e possibilità: si prospettano viaggi verso terre lontane o addirittura verso altri mondi, mentre il villaggio che abbiamo costruito cresce man mano che lo nutriamo con le risorse indebitamente sottratte alle abbazie inglesi, mettendo a segno spedizioni predatorie parzialmente edulcorate (nel gioco vale sempre la regola di non uccidere dei civili, ma i vichinghi difficilmente si facevano di questi problemi) e, a un certo punto, inevitabilmente ripetitive.
E così, con la mappa che si rivela in tutta la sua schiacciante enormità, si entra nel vivo di un progetto coraggioso, come dicevamo in apertura. Perché non dà nulla per scontato, giustificando narrativamente persino il salto della fede. Perché non si concede in fretta e furia, ma pone delle basi molto solide e precise prima di imboccare la strada che tutti si aspettavano. Perché non ci lancia addosso decine di armi e corazzature riempiendo il nostro inventario di inutili fotocopie, puntando piuttosto su di un numero inferiore di oggetti che però abbiano un senso e una progressione non scontata. E in tutto questo si concede il lusso di affascinarci con alcuni dei panorami più belli che si siano mai visti in un videogame.
Storia
La storia di Assassin's Creed Valhalla si apre con un antefatto, come ormai da tradizione per la serie. Vediamo Eivor da bambino che, nel mezzo di un banchetto, viene mandato da suo padre, un valoroso guerriero vichingo, a consegnare al capo del Clan del Corvo un dono che possa suggellare il legame fra le loro due famiglie.
La festa, tuttavia, viene improvvisamente interrotta da un assalto che si trasforma ben presto in uno spietato massacro. Sul punto di venire ucciso, Eivor viene salvato dal figlio del capo, Sigurd, che lo porta lontano in sella al suo cavallo. È l'inizio di una fratellanza, più che di un'amicizia: diversi anni dopo, i due sono finalmente pronti a reclamare vendetta contro chi sferrò quell'attacco, e la ottengono al termine di un duro duello che conferma l'abilità in combattimento del protagonista del gioco.
Dopo aver conosciuto due membri della Confraternita degli Assassini, che fanno dono a lui e a Eivor dell'iconica Lama Celata (ma il vichingo decide di indossarla al contrario, per "non commettere lo stesso errore" dei suoi nuovi compagni), Sigurd decide tuttavia che l'eccessiva pacatezza di suo padre gli sta stretta, e così raduna i suoi uomini per partire alla volta dell'Inghilterra e seguire le orme di Ragnar Lothbrok e dei suoi discendenti.
Una volta lì, il Clan del Corvo fonda un proprio insediamento, Ravensthorpe: una città che sarà nostro compito far crescere, recuperando alcune meccaniche degli episodi classici di Assassin's Creed subordinate, però, alla risorse che saremo in grado di conquistare durante le varie razzie. Lasciati soli da Sigurd, che nel frattempo parte con l'Assassino Basim al fine di stringere delle alleanze a sud dell'Inghilterra, dovremo coordinare il nostro lavoro con quello di sua moglie Randvi.
Maschio o femmina?
Come probabilmente saprete, è possibile giocare con Assassin's Creed Valhalla optando per la versione maschile o femminile di Eivor. Il doppio DNA viene in qualche modo giustificato narrativamente, ed è possibile passare in qualsiasi momento da un sesso all'altro oppure lasciare che sia il sistema a decidere per noi, alternando uomo e donna. Una cosa però ci preme dirla: fin dalla presentazione abbiamo avuto la sensazione che in questo caso la versione femminile di Eivor fosse una mera concessione ai fini della varietà, e così abbiamo giocato quasi sempre nei panni della versione maschile. Poi però ci siamo dovuti ricredere: Eivor donna non solo è un bel personaggio ma è anche interpretato mediamente meglio nel doppiaggio in italiano. Il nostro suggerimento, laddove non vogliate imbarcarvi in due playthrough differenti, è dunque quello di optare per l'alternanza automatica.
Struttura
È a questo punto che la struttura del nuovo episodio della serie Ubisoft comincia a rivelarsi. Abbandonato lo scenario norvegese delle primissime fasi e approdati in Inghilterra, dovremo effettuare una serie di spedizioni: da una parte, come detto, per razziare le abbazie e tornare a casa carichi di oro e risorse; dall'altra per visitare i governanti delle regioni vicine e assicurarci in qualche modo il loro appoggio in vista di possibili guerre.
Dopo alcune decine di ore, le missioni predatorie diventano inevitabilmente ripetitive, visto che le uniche variabili sono rappresentate dal grado di sfida e dai puzzle ambientali che dovremo risolvere di volta in volta per trovare i forzieri più grossi, spesso nascosti dietro porte sbarrate oppure nell'oscurità di sotterranei gremiti di soldati nemici. Generalmente ci si avvicina a un'abbazia, si elimina silenziosamente qualche guardia e infine si suona il corno che segnala al clan di invadere la zona per dare inizio alla razzia, affrontando a viso aperto le truppe locali.
Ben diverso è il discorso delle alleanze, perché ognuna di esse si pone come una mini campagna narrativa. In questo caso il nostro compito non sarà semplicemente quello di raggiungere una nuova zona della mappa (magari dopo aver sincronizzato la posizione sul picco di una montagna, di una torre diroccata o di un campanile) e uccidere qualcuno in cambio dei favori del governatore di turno, bensì faremo la conoscenza di nuovi personaggi e verremo coinvolti nelle loro storie, appassionanti e ben scritte.
È dunque questa l'innovativa formula adottata dagli sviluppatori di Assassin's Creed Valhalla: un sistema composto da diverse saghe, in un chiaro richiamo alla mitologia norrena, che vanno a comporre la trama principale e che vengono naturalmente coadiuvate da incarichi di assassinio (potevano mancare?), da un'avventura alternativa ambientata in un sogno (non vogliamo rivelarla) e da piccole subquest di puro contorno, generalmente brevi ma interessanti; pur non potendo contare sul lore di Assassin's Creed Odyssey, che con le sue tante figure storiche aveva gioco facile nello stimolare la curiosità del giocatore.
Gameplay
Veniamo quindi al gameplay, che come detto paga dazio durante le prime ore per via di una visione non perfettamente concretizzata. Il sistema di combattimento di Assassin's Creed Valhalla parte infatti da quello del già citato Odyssey e ne conserva le sfaccettature, pur limitando di molto le abilità speciali per creare scontri che siano sì spettacolari ma con i piedi ben piantati a terra, senza interventi divini o altro. Lo stesso discorso vale per il corvo Synin, che possiamo richiamare per guardare la zona dall'alto ma senza agganciare i bersagli come avveniva in precedenza, così da mantenere un certo livello di sfida.
C'è l'interessante novità della doppia arma: potremo assegnare al braccio dominante una spada o un'ascia e all'altro uno scudo oppure un'altra arma da taglio, o ancora optare per uno strumento da impugnare con due mani. Tutto questo crea delle grosse differenze nell'approccio agli scontri, fornendoci ad esempio una maggiore efficacia sotto il profilo degli attacchi ma limitando la fase difensiva alle schivate, a loro volta regolate da una barra della stamina che si svuota tanto in fretta da ricordare i soulslike; oppure consentendoci di aggiungere la parata al nostro repertorio e lottando dunque in maniera diversa.
L'impianto funziona molto bene nell'uno contro uno, ma anche qui quando gli avversari (divisi in un numero discreto di tipologie fra soldati standard e comandanti più coriacei, arcieri e spadaccini sfuggenti, banditi e boss) aumentano lo fa di conseguenza la confusione, dando vita a sequenze parecchio intricate e con interazioni approssimative, che restituiscono una chiara idea di scarsa rifinitura. Per fortuna dopo alcune ore le cose migliorano in maniera sostanziale, si prendono le misure del nuovo sistema e si metabolizzano, alternando approccio stealth e scontri a viso aperto come nella migliore tradizione di Assassin's Creed.
È importante sottolineare come i ritmi ben cadenzati della progressione narrativa si riflettano anche nella crescita di Eivor, che non diventa mai davvero una macchina della morte e può anzi trovarsi spesso coinvolto in duelli da cui potrebbe non uscire vivo. Affrontare insediamenti di grado superiore al nostro è possibile (e finanche assassinare nemici più forti di noi, a patto di mettere a segno un quick time event o impostare tale condizione nelle opzioni, "rompendo" però il bilanciamento), ma la gestione dell'energia vitale e della resistenza in generale rendono la cosa parecchio ardua. L'intelligenza artificiale degli avversari è del tutto assimilabile a quella di Odyssey, sia nei frangenti action che stealth.
I controlli sono stati ulteriormente razionalizzati, con la lama celata che si utilizza con lo stesso tasto per l'attacco leggero (dorsale destro) ma in maniera contestuale, dunque solo se stiamo cogliendo un nemico alla sprovvista. Per il resto, come detto le due mani sono indipendenti e ciò crea tante possibilità inedite in battaglia, si può ricorrere all'arco premendo il trigger sinistro e azionare le abilità speciali sulla base dell'indicatore della furia (anche quello molto limitato).
In generale, Assassin's Creed Valhalla fa sudare per gli upgrade e i potenziamenti, assegnando due punti talento a ogni incarico portato a termine con successo e consentendo di sbloccare perk da un albero che riprende le costellazioni, molto affascinante, andando a enfatizzare l'efficacia di determinati set di strumenti, migliorando la salute (che si può ripristinare raccogliendo cibo, ma in maniera molto limitata) e la potenza, e così via. Abbiamo apprezzato questo approccio, specie rispetto ad altri episodi in cui si diventa molto forti troppo in fretta.
Sul fronte del sistema di scelte e conseguenze è stato fatto un gran lavoro, con una serie di decisioni che si traducono in bivi narrativi e producono risultati tangibili non solo nell'immediato ma, soprattutto, in vista del finale di una campagna che ha una durata probabilmente superiore a quella di Assassin's Creed Odyssey, che non si completava in meno di quaranta ore ma poteva tenerci occupati anche per il triplo del tempo.
Quanto invece all'elemento romance, abbiamo avuto la sensazione che sia stato messo un po' da parte rispetto all'episodio precedente, con poche possibilità di approccio durante le prime venti ore e qualche concessione più avanti di cui però non ci è possibile parlare. Anche queste sono scelte che influenzano la trama, ma speravamo in una vera evoluzione di tale feature anziché un semplice contentino.
Livelli di difficoltà
Assassin's Creed Valhalla consente di affrontare la campagna scegliendo fra tre diversi livelli di difficoltà, uno per ogni aspetto centrale dell'esperienza: esplorazione, combattimento e stealth. Si tratta di una soluzione più sfaccettata rispetto a quella adottata per Odyssey, che va infatti a regolare questi elementi e ad aumentare la sfida di ognuno di essi separatamente. Potremo dunque optare per un'esplorazione più realistica, con poche icone e indicazioni, ma al contempo evitare che gli scontri diventino sempre mortali; oppure aumentare la complessità delle fasi stealth con nemici più accorti e abili a individuarci.
Ambientazione
Non c'è dubbio che sia l'ambientazione la vera, grande protagonista di Assassin's Creed Valhalla. Non volendo ragionare solo in termini di città (oltre ai tanti piccoli borghi, quelle visitabili sono tre: Londra, York e Winchester), come accadeva negli episodi classici della serie, gli sviluppatori hanno spostato il focus sulle regioni inglesi e lavorato duramente al fine di offrirci un colpo d'occhio che in alcuni casi è davvero straordinario.
Anche dal punto di vista della varietà degli scenari: si parte dalle montagne innevate e dal clima estremamente variabile della Norvegia per approdare poi in un'Inghilterra dai toni autunnali, caratterizzata da colori meravigliosi e da una resa degli alberi, del fogliame e delle nuvole che su PC con i settaggi massimi è davvero straordinaria.
Le nubi volumetriche, che proiettano le loro ombre sui personaggi e sul territorio, rendono le sequenze di gioco sorprendentemente dinamiche, andando a valorizzare ulteriormente gli asset grafici e le texture ad alta risoluzione utilizzate per adornare le varie superfici. Raggiungendo i punti rialzati della mappa è dunque possibile godere di viste incredibili e notare ancora di più la differenza in termini di illuminazione.
Dell'acqua è quasi inutile parlare: è dai tempi di Assassin's Creed IV Black Flag che gli sviluppatori Ubisoft hanno raggiunto livelli di eccellenza nella resa del mare, e Valhalla ovviamente non fa eccezione, regalandoci anche in questo caso degli scorci estremamente suggestivi quando il sole si riflette sulle onde. Utilizzando un televisore OLED LG B6 la resa dei colori è fantastica, ma in modalità normale: attivando l'HDR tutto sembra perdere vivacità, ed è un peccato.
The Art of Assassin's Creed Valhalla
Multiplayer Edizioni ha pubblicato The Art of Assassin's Creed Valhalla, un lussuoso artbook dedicato appunto all'ultimo episodio della serie Ubisoft. Con le sue 192 pagine a colori, completamente tradotto in italiano, il libro contiene centinaia di concept art, dipinti, bozze e render tridimensionali nonché una gran quantità di commenti e aneddoti del team di sviluppo. Potete acquistarlo cliccando qui.
Realizzazione tecnica
Assassin's Creed Valhalla è l'episodio graficamente migliore della serie, a nostro avviso. Ci sono capitoli che possono contare su architetture molto più iconiche e affascinanti (quanto sarebbe bello un remake di Assassin's Creed II realizzato con le tecnologie odierne?), e così gli sviluppatori hanno valorizzato al massimo il territorio inglese, il fogliame, gli alberi, le strade, le montagne, le rocche, i piccoli borghi, con risultati magnifici.
È davvero un piacere esplorare le location a cavallo, magari dopo averlo potenziato perché possa correre senza stancarsi in fretta e attraversare i corsi d'acqua senza disarcionarci. Anche stavolta Ubisoft ha cercato di enfatizzare quel senso della scoperta che ritroviamo negli episodi dell'ultima trilogia e che si pone come una versione magnificata di alcune delle intuizioni del primissimo Assassin's Creed: la trovata funziona forse un po' peggio rispetto a Odyssey e Origins, ma funziona.
Della bellezza dell'ambientazione e dell'ottimo sistema di illuminazione abbiamo già parlato, ma anche per quanto concerne i personaggi è stato fatto un lavoro incredibile, cercando di conservare al meglio il dettaglio e gli effetti durante le sequenze in-game e non soltanto nelle cutscene, che utilizzano notoriamente dei modelli poligonali più sofisticati e, su PC, soffrono di qualche rallentamento che speriamo venga sistemato con i prossimi aggiornamenti.
Tanto la versione maschile quanto quella femminile di Eivor sono strapiene di dettagli che gli conferiscono grande espressività, mentre sulle animazioni sorgono talvolta dei dubbi: in alcune subquest si osservano soluzioni frettolose o addirittura imbarazzanti da parte dei PNG. Nulla da dire invece sulle immancabili finisher, dolorosissime e truculente, a cui si aggiunge stavolta una sorta di kill cam a raggi X, in stile Sniper Elite 4, quando il protagonista affonda la lama celata nel corpo di un nemico sconfitto per confermarne l'uccisione.
Il comparto sonoro è validissimo ma non vanta forse la personalità riscontrabile nei precedenti episodi della serie: alcuni brani funzionano davvero bene, ma ci sono sequenze che avrebbero potuto godere di un accompagnamento più significativo. Ottimo il doppiaggio in italiano, al netto di qualche dialogo un po' fuori fuoco, inevitabile conseguenza dell'interpretare frasi senza un contesto visivo. I tentativi di rendere più roca la voce di Eivor maschio li abbiamo trovati un po' controproducenti, essendo il timbro dell'attore originale più soffice di quanto si direbbe.
La versione PC, oggetto di questa recensione, vanta un'ampia gamma di regolazioni e un paio di interessanti strumenti per il controllo delle performance, nello specifico un benchmark interno e un box che indica in tempo reale frame rate e impiego di processore e GPU. Purtroppo, però, alcune impostazioni in questo momento non funzionano come dovrebbero: sia la sincronia verticale che lo scaler adattivo falliscono nel mantenere una fluidità stabile e consistente, e così bisogna ricorrere al vsync della scheda video per evitare il tearing.
Detto questo, come si comporta Assassin's Creed Valhalla sulla configurazione di prova? In attesa anche noi di una introvabile RTX 3080, consapevoli che probabilmente non esiste un PC in grado di farlo girare a 4K e 60 fps con tutte le impostazioni al massimo, ma volendo mantenere il preset grafico migliore, abbiamo giocato per la maggior parte del tempo a 2160p e 30 fps, osservando come detto delle incertezze durante le cutscene. Qui sopra potete vedere il nostro benchmark a 4K con tutto al massimo.
È possibile giocare a 60 fps, certo, ma bisogna scendere a dei compromessi, più che altro perché ci sono situazioni in cui si verificano cali che sembrano abbastanza casuali. La scelta più semplice è quella di usare lo scaler interno che riduce la risoluzione reale lasciando però intatto l'output dello schermo utilizzato, nel nostro caso scendendo fino al 50% per avere 60 fotogrammi granitici con tutte le regolazioni al massimo. Qui sotto il benchmark a 1080p con tutto al massimo.
Scalare la grafica andando a fondo nelle varie regolazioni è chiaramente possibile, ad esempio abbiamo notato una certa differenza impostando l'antialiasing sul preset basso (a 2160p è certamente uno degli effetti a cui si può rinunciare senza problemi), ma immaginiamo che abbassando le texture la situazione delle performance cambi drasticamente: magari approfondiremo la questione in futuro.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core i5 10400F
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1080 Ti
- Memoria: 16 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10
Requisiti minimi
- Processore: Intel Core i5 4460, AMD Ryzen 3 1200
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 960, AMD Radeon R9 380
- Memoria: 8 GB di RAM
- Hard disk: 50 GB di spazio richiesto
- Sistema operativo: Windows 10 a 64 bit
Requisiti consigliati
- Processore: Intel Core i7 9700K, AMD Ryzen 7 3700X
- Scheda video: NVIDIA GeForce RTX 2080, AMD Radeon RX 5700 XT
- Memoria: 16 GB di RAM
- Hard disk: 50 GB di spazio richiesto
- Sistema operativo: Windows 10 a 64 bit
Conclusioni
Assassin's Creed Valhalla è un episodio sorprendente per la serie Ubisoft, caratterizzato da una visione alternativa e differente in termini di struttura e narrazione, nonché da una campagna letteralmente enorme. Sul fronte del gameplay non mancano le novità, vedi l'approccio ai combattimenti di maggior spessore, con gestione della stamina in stile soulslike, e il mantenimento di una certa varietà per le missioni, razzie a parte. Il gioco paga dazio per via di una prima fase incerta e confusionaria, che mostra ingenuamente i limiti delle battaglie su larga scala e impiega diverse ore per recuperare pienamente, senza tuttavia risparmiarci gli incredibili panorami di un'ambientazione mai così ampia e suggestiva.
PRO
- Ambientazione spettacolare
- Campagna enorme, struttura davvero ricca
- Sistema di combattimento profondo...
CONTRO
- ...ma confusionario nelle battaglie su larga scala
- Le razzie diventano ripetitive dopo un po'
- Impatto iniziale viziato da qualche incertezza di troppo