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Bloody Roar Extreme

Anche se è Natale, non riuscite a placare la vostra voglia di violenza videoludica? Bevetevi una camomilla e con una buona fetta di pandoro correte a leggere la nostra esauriente recensione di Bloody Roar Extreme.

RECENSIONE di Pietro Quattrone   —   25/12/2003
Bloody Roar Extreme
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Bloody Roar Extreme
Bloody Roar Extreme

Ti spiezzo in quattro!

Bloody Roar Extreme, è con questo nome che il titolo pubblicato da Konami giunge sugli scaffali, è sicuramente portatore di un'idea non male per un picchiaduro: far trasformare i combattenti in bestie feroci dai tratti ancora antropomorfi. Infatti, tutti i contendenti, più di una dozzina, disponibili nel corso dell’avventura, sono di razza Zoantrope e hanno la caratteristica di poter mutare in belve selvagge e abili nel combattimento. Ovvio che questa possibilità introduce un importante fattore da sfruttare a dovere per poter padroneggiare Bloody Roar. A seguito di ogni trasformazione il nostro guerriero combatterà decisamente con maggiore efficacia, porterà attacchi più potenti, resisterà meglio ai nemici e vedrà ampliato il suo numero di mosse. Oltretutto il nostro combattente potrà trasformarsi seguendo due livelli distinti, la mutazione base, affidata al tasto B del joypad, e la super mutazione, eseguibile col tasto nero, che ci consente di sfogare ancora di più la nostra furia, ma eseguibile una volta sola per round. Tutto questo risulta decisamente interessante, come negarlo, peccato che l’idea avrebbe dovuto essere sfruttata decisamente meglio e forse sarebbe stato preferibile rendere più complesso il riuscire a trasformarsi, giusto per dare maggior spessore alla peculiarità della mutazione e renderla altamente strategica. Il sistema di controllo, vero punto focale di ogni picchia picchia che si rispetti, risulta discreto, c’è un tasto per i pugni, uno per i calci, uno per le parate e le schivate laterali sono adibite ai trigger dorsali. Purtroppo però gli sviluppatori hanno deciso di non rendere Bloody Roar un gioco “profondo”, hanno improntato la giocabilità ad una frenetica pressione di tasti, senza preoccuparsi di voler approfondire mosse, contromosse e prese. Del tutto inutile impararle approfonditamente e fare strategie, combattendo contro avversari guidati dalla IA del gioco, basterà andare avanti a ripetizione con le classiche combo di calci e pugni. Così facendo, è ovvio che il titolo perde decisamente appeal nei confronti di chi ama la profondità in un gioco di combattimento (chi ha detto Virtua Fighter?) e di chi preferisce imparare tutte le mosse del proprio guerriero per sentirlo "suo" fino in fondo. Il titolo offre comunque tutte le opzioni classiche di ogni picchiaduro: Arcade, Versus, Sopravvivenza, Sfida a tempo, Sfida a squadre, Sfida Versus a squadre e Allenamento.

Bloody Roar Extreme
Bloody Roar Extreme

Zoantrope… un nome più difficile no eh?

Il gioco pubblicato da Konami, tecnicamente, risulta sufficientemente buono, pur intuendosi la travagliata genesi e l’origine quasi multipiattaforma. I personaggi sono sufficentemtente dettagliati e anche le mutazioni sono realizzate in maniera più che dignitosa. Potremo vedere i guerrieri trasformarsi in un attimo, tra buoni effetti di luce e bagliori iridescenti, nelle loro più varie controparti animalesche: lupi, leoni, camaleonti, fenici per dire i più riusciti. Per quanto riguarda i personaggi, Bloody roar risulta promosso, anche se è giusto notare una scarsa mancanza di originalità che poteva essere evitata. Gli scenari sono anch’essi discreti, con qualche texture qua e la non proprio riuscita e dotati di qualche elemento interattivo come pareti, muri e steccati che si rompono a contatto con i corpi dei lottatori. Il motore del gioco risponde invece senza colpo ferire e tiene costantemente i 60 fotogrammi al secondo, permettendo una buona fluidità durante gli scontri. Ovviamente il titolo, come tutti i picchiaduro, dà il meglio di se contro un amico, anche se anche l’utente più smaliziato rischierà seriamente di subire da un “novellino” molto veloce nel premere i tasti del joypad, proprio a seguito dell’impronta volutamente frenetica data dagli sviluppatori. Rispetto alle versioni Gamecube e Playstation 2 è stato introdotto un nuovo personaggio e alcuni extra aggiuntivi che, come sempre, mirano ad allungare la longevità dei titoli di combattimento. Il gioco è completato da una buona opera di adattamento in italiano, sempre gradita, anche se non determinante in un genere come quello a cui appartiene Bloody Roar. Per finire gli effetti sonori e le musiche risultano ben riusciti, coinvolgendo decisamente il giocatore.

Bloody Roar Extreme
Bloody Roar Extreme

Commento

Bloody Roar Extreme è un titolo che deve essere apprezzato per quello che è, senza andare a cercare inutili paragoni: una buona idea, realizzata discretamente, in un titolo che fa della frenesia e semplicità il suo punto di forza. Certo tutto questo non attirerà l’utente più smaliziato, ma potrebbe riscontrare il favore di chi cerca divertimento immediato senza molte pretese. Sul fronte tecnico si difende discretamente bene, sia per quanto riguarda i modelli poligonali dei personaggi, sia per quanto riguarda le arene di gioco. Tirando le fila risulta essere quindi un gioco consigliato a chi ricerca un divertimento immediato e chi adora i combattimenti in ogni loro sfumatura.

    Pro:
  • tecnicamente discreto
  • un personaggio bonus più altri extra
  • frenetico e immediato
    Contro:
  • mancanza di profondità
  • rischia di stancare molto presto
  • pecca di originalità

Il genere picchiaduro ultimamente risulta un po' inflazionato, sulle diverse console abbiamo potuto godere infatti dei vari Tekken, Virtua Fighter, Dead or Alive senza dimenticare Soul Calibur 2. In questo nugolo di proposte i titoli di valore emergono, mentre quelli mediocri tendono a rimanere semi sconosciuti o quasi. La saga di Bloody Roar, pur passando un po’ in sordina, è giunta fino alla sua versione Xbox dopo essere passata, mutando semplicemente il titolo, attraverso le controparti su Playstation 2 e Gamecube. Certo il titolo che andremo ad esaminare non è puramente un porting diretto delle due versioni, però il fatto di non essere nato originariamente come titolo per l’hardware Microsoft già ci mette in allarme per quanto riguarda il comparto tecnico, consapevoli che spesso, troppo spesso, le versioni multipiattaforma limitano la possibilità di sfruttare l'hardware della console Microsoft.