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Caesar

Date a Cesare quel che è di Cesare, compreso il suo gioco per telefoni cellulari...

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   28/12/2006
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Alea iacta est

Trasposizione dell’omonimo franchise di successo per PC, Caesar viene descritto da Vivendi come un “real-time city builder game”, con una definizione obiettivamente davvero riassuntiva delle caratteristiche del prodotto. Sulla falsariga di Sim City, lo scopo in Caesar è appunto quello di costruire diverse città e farle prosperare -incentivandone la crescita economica, sociale e culturale- proteggendole allo stesso tempo da calamità, carestie e quant’altro. L’utente veste i panni di un governatore provinciale al servizio dell’imperatore simbolo dell’antica Roma, impegnato in un’escalation al potere da compiersi città dopo città. Non troppe a dire il vero, considerando come Caesar offra solo dieci missioni nella modalità Campagna, da poter poi rigiocare a piacimento nell’immancabile free mode. Il problema non sta comunque tanto nella quantità delle stesse (si sa che i prodotti mobile puntano ad un divertimento immediato e di breve durata), quanto piuttosto nella loro esagerata semplicità strutturale. Ogni stage ha un solo elementare obiettivo da completare per essere superato, nella maggior parte dei casi coincidente con il raggiungimento di una certa cifra nel numero di abitanti della città.

Caesar
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Alea iacta est

Non solo, la gestione delle entrate e delle uscite è a dir poco abbozzata, ed è possibile interagirci solo in maniera estremamente superficiale. Anche gli elementi di contorno, che dovrebbero garantire una buona varietà al gameplay, appaiono poco sviluppati: le calamità e le fazioni nemiche non costituiscono quindi mai un serio problema, e allo stesso tempo l’attività commerciale e diplomatica con altre città si riduce ad una mera pressione di tasti senza alcuna apparente profondità. Tutti aspetti che finiscono inevitabilmente per sminuire le pur evidenti buone qualità di Caesar: il gioco offre la bellezza di 25 tipi di costruzioni per arricchire le proprie città, le mappe sono un po’ ristrette ma ben studiate e l’interfaccia è funzionale anche se a volte troppo “compressa”. Giocare al prodotto Vivendi può dunque essere un’esperienza godibile, ma certamente poco profonda e priva di quel gusto strategico che dovrebbe essere invece il fondamento di titoli del genere. Un po’ sottotono anche il comparto tecnico di Caesar, non tanto per il sonoro (fondamentalmente assente come in gran parte dei giochi per cellulare), quanto piuttosto per la grafica, non troppo elaborata: gli scenari sono esteticamente elementari, mentre i vari edifici non stupiscono decisamente per complessità e varietà. Non mancano comunque alcuni tocchi apprezzabili, come l’effettiva presenza su schermo di sprite animati raffiguranti i cittadini, che aumentano man mano che si prosegue con le costruzioni.

Gioco testato su Nokia 6630.

Commento

Come detto in fase di apertura, il problema principale di Caesar risiede nella a tratti eccessiva semplificazione della struttura di gioco. Certamente è giusto fare in modo che un prodotto del genere risulti godibile su un supporto limitato come quello del cellulare, ma nel caso del titolo Vivendi il gameplay è stato letteralmente spolpato: solo dieci missioni, piuttosto brevi e poco impegnative e dagli obiettivi assai elementari non possono bastare per fare una buona simulazione gestionale. Non che Caesar sia un brutto titolo, ma offre effettivamente poco materiale anche per gli standard del settore mobile.

Pro

  • Interfaccia funzionale
  • Inizialmente godibile
Contro
  • Eccessivamente semplificato
  • Privo di mordente
  • Tecnicamente mediocre

Oramai l’ambito del mobile gaming è aperto ad ogni genere di prodotto, compreso quello apparentemente proibitivo delle simulazioni gestionali. Exploit di un certo livello come Sim City hanno infatti dimostrato come sia possibile offrire esperienze ludiche di questo tipo anche su cellulari, a patto di scendere a compromessi con la complessità della struttura di gioco, che va fortemente ridimensionata. Trovare un bilanciamento accettabile in tal senso non è certo impresa facile, e si può cadere in una semplificazione perfino eccessiva del gameplay originale, come è successo a questo Caesar.