Call of Duty rappresenta da anni una certezza per gli appassionati del genere first person shooter: la serie è nata su PC nel 2003 grazie agli sviluppatori di Infinity Ward per Activision, che hanno unito spettacolarità e spessore in un mix eccezionale. Il passo verso il mondo delle console è stato breve: il secondo episodio è stato convertito in esclusiva per Xbox 360, il terzo ha sancito l'apertura anche verso PlayStation 3 e Wii. Call of Duty 4: Modern Warfare, poi, è storia recente: anch'esso prodotto come titolo multipiattaforma (saltando in questo caso il Wii, ma ben figurando in una riduzione portatile per Nintendo DS), ha visto il momentaneo abbandono degli anni '40 in favore di uno scenario attuale. Con questo quinto episodio (che però non porta numeri nel titolo), il testimone passa nelle mani del team Treyarch e l'ambientazione torna a essere quella del secondo conflitto mondiale. In ambito mobile, però, le cose non cambiano più di tanto: anche in questo caso è Glu a occuparsi della riduzione per cellulare, partendo purtroppo dall'esperienza tutt'altro che positiva con la conversione di COD4.
Il primo impatto con Call of Duty: World at War per cellulare, purtroppo, non è dei migliori: i riferimenti al mediocre lavoro di riduzione dell'episodio precedente ci sono tutti. In effetti Glu non ha fatto altro che riutilizzare un motore e una struttura di gioco già pronti, adattando il resto per l'occasione. Dunque via l'impostazione da first person shooter (genere che su cellulare sembrava destinato a grandi cose, ma che negli ultimi tempi è stato un po' messo da parte), in favore di un classico action game con visuale dall'alto in cui vestiamo i panni di un soldato delle truppe alleate. Dovremo affrontare un certo numero di stage, fornendo supporto alle squadre in azione ed eliminando qualsiasi nemico incontreremo lungo il cammino. A nostra disposizione ci sarà un arsenale discretamente ricco, che ci permette non solo di colpire gli avversari ma anche di distruggere sezioni dello sfondo, quando magari bloccano la strada (vedi il lanciafiamme, con cui è possibile bruciare la vegetazione ostile), e la struttura stessa degli stage potrà subire delle variazioni a seconda dell'occasione. Il sistema di controllo ci vede muovere il nostro personaggio tramite il d-pad, sparare con il tasto 5 e lanciare le granate (se disponibili) con una duplice pressione del tasto #: una prima volta per determinare l'obiettivo, una seconda per colpire. Utilizzando le armi da fuoco, non avremo bisogno di mirare: il gioco dispone di un sistema automatico che ci permette di colpire il nemico più vicino con le nostre raffiche, ben visibili sullo schermo. Gli scontri spesso vengono decisi dalla presenza o meno di ripari: se ce ne sono, allora dovremo semplicemente ripararci dietro uno di essi e sparare solo al momento opportuno; diversamente, sarà meglio colpire a distanza, quando ancora non si sono accorti della nostra presenza.
La realizzazione tecnica del gioco non ha subito miglioramenti rispetto all'anno scorso: se già allora appariva al di sotto della media, ora non può che risultare inadeguata rispetto a quanto di buono si è visto su cellulare negli ultimi tempi (anche e soprattutto da parte di Glu!). Gli sprite sono minuscoli, dal design confuso, contraddistinti da un'animazione davvero risibile ed essenziale. E la situazione non migliora per gli sfondi, che sono strapieni di elementi e texture ridondanti. Il sonoro, infine, è costituito da alcune musiche MIDI magari non malvagie, ma che nel quadro generale non possono in alcun modo risollevare il livello qualitativo di un tie-in che risulta davvero tirato via.
Conclusioni
Call of Duty: World at War si presenta come un prodotto davvero mediocre, decisamente al di sotto della media per quanto concerne le riduzioni mobile dei videogame multipiattaforma. Il problema è soprattutto di carattere tecnico: non è possibile presentarsi a fine 2008 con sprite così piccoli e così scarsamente animati, circondati da location piene di elementi grafici ripetuti ossessivamente per riempire gli spazi. Sembra quasi di essere tornati indietro nel tempo, e non è una sensazione piacevole; questo nonostante una struttura di gioco tutto sommato onesta, che si basa su meccaniche ormai ampiamente collaudate e che potrebbe intrattenere in modo leggero e spensierato per una mezz'ora. Insomma, quest'ultima "fatica" di Glu può fare al caso vostro solo se siete alla ricerca di un action game "classico" e senza troppi fronzoli, ma dovrete chiudere un occhio (o anche due) per quanto riguarda la grafica.
PRO
CONTRO
PRO
- Buon numero di stage
- Semplice e immediato
- Qualche variazione nel gameplay
CONTRO
- Sprite e animazioni inguardabili
- Nessun elemento innovativo
- Molto lineare