È meraviglioso restare sorpresi. Stupendo scoprire lentamente un gioco, sentirlo entrare gradualmente nelle proprie vene fino a restarne completamente avvolti, immersi nella narrazione, affascinati dal carisma dei personaggi e dalla storia. Non più spettatori, ma protagonisti in un mondo creato da qualcun altro, in grado dai primissimi istanti di farlo esistere anche nella nostra testa, dandogli in qualche modo vita. Succede raramente, accade con poche opere e capita spesso e volentieri proprio con giochi le aspettative non erano propriamente elevatissime.
Arkane a questo ci ha abituato nel corso degli anni e con Deathloop la magia si è incredibilmente ricreata. Un solo istante ad ascoltare le prime linee di dialogo tra Colt e Julianna ed eravamo già nella parte, con il mondo, quello reale, spento e silenzioso, tanto eravamo aggrovigliati nei ripetuti giorni di Blackreef.
Giocare per la recensione di Deathloop è stata un'esperienza rara e magnifica, che vogliamo provare a raccontarvi di seguito.
Come si gioca a Deathloop
Ci si risveglia intorpiditi su una spiaggia, la mente annebbiata, le idee confuse. Non sappiamo sinceramente cosa aspettarci, ma mentre guardiamo l'ambientazione l'atmosfera si rivela già incredibile. Differente dai soliti sparatutto, Deathloop ci prende per mano, ancora e ancora e ancora, finché non iniziamo a prendere confidenza con tutte le meccaniche che gli sviluppatori ci hanno messo a disposizione. Si parte scoprendo di saper armeggiare le bocche da fuoco, di poter togliere una vita senza chiedersi il perché o senza provare rimorso, capendo subito che questo sembra essere ciò che facciamo tutti i giorni. Colt è un personaggio carismatico e Arkane non ne ha voluto svelare troppi dettagli all'interno del gioco, lasciando che sia colui che ne detiene il controllo virtuale a interpretarne le azioni, a definire la sua storia e la sua personalità. Libertà di lettura la chiameremmo, così come libertà è la parola che meglio si sposa con l'intera produzione, per tutte le accezioni che conosciamo.
Deathloop è dunque un racconto, una visione dai molteplici significati con un protagonista di quelli tosti, capaci di scherzare su ciò che gli accade ma anche in grado di riflettere e ragionare. Non abbiamo insomma tra le mani il solito mercenario tutto muscoli e zero cervello, ma anzi un combattente dotato di acume e deciso a risolvere i misteri che lo circondano. Mentre la nebbia della logica si dipana, scopriamo così di essere intrappolati su una maledetta isola, in gabbia in un luogo sperduto circondato dai ghiacci, dove la nostra libertà, per l'appunto, è messa in discussione.
Nemmeno la morte è capace di donarci il tanto agognato sollievo, dato che l'unica conseguenza di una prematura dipartita sarà quella di risvegliarsi, nuovamente, sulla stessa stramaledetta spiaggia. Un loop, come il titolo lascia suggerire, infinito e mortale, a cui va posto fine per ritrovare la serenità bramata. Per farlo dovremo escogitare un piano perfetto, trovare un modo per eliminare i Visionari e i loro sgherri cercando di cambiare l'inevitabile.
Colt inizia così a prendere coscienza della sua missione e dovremo guidarlo alla ricerca di indizi continui che possano alterare l'ordine degli eventi, modificare il corso della giornata e concludere con successo l'impresa: per riuscirci solo ventiquattro ore. La mappa di gioco viene così suddivisa in quattro distretti, ognuno caratterizzato da un'ambientazione unica e dotato di discreta estensione, visitabile in quattro differenti momenti della giornata che non solo ne cambiano l'aspetto estetico ma anche, e soprattutto, le attività che lì vengono svolte. Sfruttando questa conoscenza di base Colt dovrà così cambiare l'ordine prestabilito e generare una giornata che gli dia ciò che cerca. Ovviamente sull'isola gli abitanti, chiamati Eternalisti, la vedono in maniera differente visto che questa sorta di immortalità senza conseguenze non sembra poi rappresentare un problema. Per questo hanno piazzato un bel cartello virtuale da Most Wanted sulla schiena di Colt, dato che lui rappresenta l'unica vera minaccia alla loro eternità.
La struttura di Blackreef
Deathloop vuole far ragionare il giocatore passo passo, dandogli poche briciole di conoscenza alla volta, facendolo pensare costantemente durante la partita. Mentre prendete la mira, mentre accoltellate l'ennesimo Eternalista il cervello continua a elaborare informazioni, continua ad essere attivo tanto da farvi sentire spesso soverchiati dalle cose da fare, riempiendovi di idee per portarle a termine. In realtà è una grande magia di Arkane, visto che il gioco è strutturato in maniera eccelsa, costruito com'è per farvi sempre sapere con precisione dove andare, senza mai frustrarvi per non essere in grado di ricordare o di capire cosa fare ma anche di lasciarvi con la sensazione di avere tutto sotto controllo.
Ci sono centinaia di indizi disseminati su Blackreef: numeri per aprire porte blindate, trappole, password, enigmi di genere differente ma tutto, una volta scoperto, viene archiviato in una serie di menù realizzati con grande cura, chiari e sempre esaustivi. Non mancano tuttavia missioni secondarie più complesse e obiettivi cervellotici che restano sempre e comunque alla portata di qualsiasi tipo di giocatore. Come arrivare alla soluzione dei problemi, però, è lasciato nelle vostre mani grazie all'ausilio di un armamentario variegato e poteri speciali pensati per rendere il gameplay più dinamico e divertente.
Potrete scegliere di usare fucili da cecchino o mitragliatori pesanti, pistole silenziate o sparachiodi o aggirarvi ancora tra le vie dei quartieri diventando invisibili e brandendo per mano il machete di ordinanza. Un sottosistema interessante vi fornirà l'elemento di crescita del personaggio, con armi di rarità differente e un sistema di perk e abilità passive utili a perfezionare il vostro stile di gioco. Sono le piastrine a svolgere questo lavoro, decine di statistiche che potrete equipaggiare negli slot delle armi o innestarle su di voi per garantirvi resistenze particolari o migliorare l'efficacia delle bocche da fuoco, aumentandone i caricatori ad esempio o velocizzandone il rateo di fuoco. La varietà è eccellente e il giocatore può divertirsi a combinare gli effetti speciali delle armi con questi potenziamenti in modo creativo e divertente dando vita a build specifiche.
Il multiplayer
Per aggiungere la giusta dose di pepe, Arkane ha poi ben pensato di complicare il metodo di ottenimento di poteri e piastrine, dotando i Visionari di quelle più forti, ovviamente, ma anche costringendo il giocatore a sigillarle nel proprio inventario attraverso degli speciali residui. Il loop cancella tutto alla vostra morte, o a fine giornata, incluso anche tutto l'equipaggiamento non salvaguardato. Dovrete così inizialmente fare delle scelte su quali armi tenere e quali sacrificare così da salvare le vostre preferite per i loop successivi, con un sistema funzionale durante le prime ore ma che diventa superfluo mano a mano che accumulerete proprietà passive, arrivando quasi a poterlo ignorare sul finire dell'avventura. Il vostro primo loop perfetto non si chiuderà prima di venti, venticinque ore di gioco, con la possibilità, una volta portato a termine, di rigiocare l'ultimo loop giornaliero per completare tutte le secondarie o ricominciare da zero l'avventura, una necessità che francamente non abbiamo sentito visto quanto siamo rimasti soddisfatti dalla nostra prima run.
C'è anche il multiplayer, in una versione leggera ma geniale, pronta a scombussolare i vostri piani e farvi restare in tensione ad ogni vostro singolo passo. La nostra antagonista principale, decisa a mantenere il flusso costante del loop si chiama Julianna e, come hobby, ha la decisa volontà di porre fine ripetutamente alla vita di Colt. Durante le missioni potremo così vederla comparire all'improvviso pronta a darci la caccia, magari mentre siamo già impegnati in un confronto a fuoco contro l'intelligenza artificiale o mentre ci aggiriamo in stealth per Blackreef, mandando all'aria i nostri piani. Al suo arrivo le vie di uscita si chiudono e l'unico modo per potercene andare sarà o disattivare le antenne attraverso il nostro fido strumento di hacking, con cui nel gioco solitamente modifichiamo il comportamento di sensori e torrette, o eliminarla prima che lei lo faccia con noi. Solitamente Colt è avvantaggiato visto che ad ogni quarto di giornata una speciale tavoletta gli permette di tornare in vita fino a tre volte, mentre Julianna avrà un unica scorta vitale e non potrà nemmeno interagire con gli oggetti sparsi per la mappa.
È capitato che i nostri piani andassero a monte soprattutto quando a controllare Julianna vi erano dei giocatori in carne ed ossa, ma anche l'intelligenza artificiale può riuscire a dare fastidio. È una feature che può essere estesa a tutti i giocatori online, consentendo loro di entrare nella nostra partita, o limitare l'ingresso ai soli amici o solo all'intelligenza artificiale, lasciandoli come eventi inevitabili nell'economia di Deathloop. Ovviamente potremo divertirci a impersonarla e andare a rompere le scatole ad altri giocatori o, magari, aiutare qualche nostro amico in difficoltà. Questa possibilità non è molto nelle corde e nella filosofia del gioco, ma è comunque attuabile vista la libertà completa della nostra maestosa antagonista. Julianna potrà così salire di livello e guadagnare automaticamente nuove armi, abilità e elementi estetici di personalizzazione rimanendo però confinata in questo universo.
La cura nei dettagli
Tutte le meccaniche convincono anche se non tutte sono tarate alla perfezione. Molti dei poteri sono derivati da altri titoli Arkane, come la traslazione o l'invisibilità, e l'intelligenza artificiale sulle prime battute può sembrare non molto impegnativa, seppur le cose migliorino mano a mano che si eliminano i Visionari durante lo stesso loop. Ma sono difetti che passano velocemente in secondo piano quando ci si sente parte dell'ambientazione.
Gli scorci visivi sono belli e la sensazione di libertà è totale, potendo sfruttare i cunicoli nei bunker per muoversi con un basso profilo fino a giocare con la verticalità più completa correndo sui tetti di Blackreef. A contorno di tutto questo c'è uno stile incredibile capace di pescare dalle tinte e dall'immaginario degli anni '70 e una cura enorme posta nel design dei livelli, così come una colonna sonora davvero da brividi, che saprà accompagnarvi egregiamente in ogni istante del gioco alzando l'adrenalina durante i momenti più concitati e cullandovi nei rari attimi di quiete. Ci togliamo il cappello anche davanti alla trovata tecnologica di rendere gli enigmi numerici per l'apertura delle porte univoci per ogni giocatore, una scelta che vi permetterà di godervi il gioco al massimo e vi costringerà ad usare la testa per avanzare nel gioco. La nostra mente, d'altronde, è ancora prigioniera del nuovo universo Arkane, alla fine è meraviglioso restare sorpresi.
Conclusioni
Deathloop non è perfetto, l'intelligenza artificiale non è tra le migliori, la scelta delle armi e dei poteri poteva essere migliorata, ma, alla fine della giornata, ci troviamo tra le mani un'opera che ha saputo rapirci con una storia incredibile, raccontata in modo sublime e con una eccellente quantità di colpi di scena. Oltre venti ore di gioco e mai un solo istante dove ci siamo sentiti persi, se non per chiaro volere degli sviluppatori, o annoiati, nonostante la libertà lasciata al giocatore sia praticamente totale. Chiediamo sempre innovazione agli studi di sviluppo, coraggio nel provare nuove strade, idee inedite che provino a rivoluzionare il mercato del videogioco e oggi vogliamo elogiare quelle idee al netto dei difetti, premiando l'esperienza unica nel panorama per un titolo capace di farvi scoppiare i fuochi d'artificio nel cervello. Noi ne avevamo tremendamente bisogno.
PRO
- Idee originali e costruzione della storia sublime
- Personaggi maturi e carismatici
- Libertà totale per il raggiungimento degli obiettivi
CONTRO
- Si poteva osare qualcosina di più sulla varietà di armi e abilità
- Multiplayer assolutamente marginale ai fini dell'esperienza