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Doctor Sleep, la recensione

Il sequel di Shining arriva al cinema con un adattamento che cerca di mettere d'accordo il romanzo di Stephen King col celebre film di Stanley Kubrick

RECENSIONE di Christian Colli   —   05/11/2019

Oggi Shining è considerato uno dei film horror più influenti e ammirati nella storia del cinema, ma la sua uscita, nel 1980, non fu senza controversie. Stanley Kubrick accorciò la pellicola di quasi mezz'ora nei mesi che seguirono le prime proiezioni mentre Stephen King, che aveva scritto il romanzo omonimo tre anni prima, criticò aspramente il regista per essersi preso un po' troppe libertà nei confronti del manoscritto, specialmente sul finale. Per chi non lo sapesse, alla fine di Shining (il film) l'indimenticabile Jack Torrance di Jack Nicholson insegue la moglie Wendy (Shelley Duvall) e il figlio Danny (Danny Lloyd) nella tormenta che infuria intorno all'Overlook Hotel e muore assiderato, vittima del suo alcolismo e dei poteri diabolici che infestano l'albergo. Nel libro, invece, Jack, ormai completamente posseduto, abbandona l'inseguimento per spegnere in tempo la caldaia in sovraccarico, ma fallisce e l'esplosione che segue distrugge lui e l'albergo. Per anni i fan del film di Kubrick e quelli del romanzo di King hanno dovuto scegliere il loro finale preferito, finché lo scrittore non ha dato al suo The Shining un sequel sotto forma di Doctor Sleep. Al regista Mike Flanagan è spettato quindi il compito di portare il nuovo romanzo al cinema: com'è andata?

La trama senza spoiler

Danny Torrance non si è mai ripreso del tutto dalla sua terribile esperienza nell'Overlook Hotel e col tempo ha cominciato a usare il potere soprannaturale della Luccicanza per intrappolare nella sua stessa mente i fantasmi dell'albergo che lo hanno seguito. Trent'anni dopo quella tragica notte, Danny è un alcolizzato che vive alla giornata e che somiglia sempre di più a suo padre: deciso a voltare pagina, trova un aiuto e un lavoro in un paesino tranquillo dove comincia a usare i suoi poteri per confortare i pazienti in punto di morte, un talento che gli vale il soprannome di "Dottor Sleep". Peccato che non tutti usino la Luccicanza come fa lui. Il Nodo è una setta di esseri immortali che si alimenta dell'energia vitale che i possessori di Luccicanza disperdono quando soffrono o quando sono prossimi alla morte, un'energia che sta cominciando a scarseggiare. Guidato dalla potentissima e spietata Rose Cilindro, il Nodo sta cercando disperatamente una bambina che possiede un potere enorme e che, all'insaputa di tutti, ha stabilito un legame psichico con Danny. Un legame che lo costringerà a mettersi in gioco e ad affrontare le sue paure nello stesso luogo in cui tutto è iniziato...

Doctor Sleep

Ma è degno del prequel?

Un paragone tra Stanley Kubrick e Mike Flanagan sarebbe ingiusto, tuttavia bisogna specificare che Flanagan non è certo una mezza calzetta: anzi, si è distinto negli ultimi anni per aver scritto e diretto, tra le altre cose, la splendida miniserie The Haunting of Hill House (è in arrivo una seconda stagione antologica, sempre su Netflix, intitolata The Haunting of Bly Manor) e Il gioco di Gerald. Il fatto che quest'ultimo sia ispirato a un altro romanzo di Stephen King non dovrebbe sorprendere. È chiaro che Flanagan è un estimatore del famosissimo Re del Brivido, ma guardando Doctor Sleep appare evidente anche il rispetto che il regista nutre nei confronti di Kubrick e della sua visione di Shining. Nel tentativo di omaggiare sia l'uno che l'altro, Flanagan scende a compromessi che non sempre funzionano in modo brillante, ma che danno alla tragedia cinematografica dei Torrance quel senso di compiutezza che molti spettatori hanno desiderato per anni ma del quale, a dire il vero, non si è mai sentito il bisogno.

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Non vogliamo anticiparvi le svolte cruciali di Doctor Sleep, ma sappiate che Flanagan usa il film di Kubrick come base e lo sviluppa ispirandosi soprattutto ai due romanzi. In questo senso, i fan di Stephen King riconosceranno alcuni dei suoi escamotage narrativi più celebri, dalle bizzarre rappresentazioni della psiche umana, spesso vista come un archivio letteralmente da spulciare - ricordate L'acchiappasogni? - all'inquietante manifestazione di poteri soprannaturali che più spesso sono solo il riflesso dei nostri tormenti interiori. Non mancano citazioni colte e rimandi alla mitologia kinghiana che ci fanno sempre ripensare a quello che una trasposizione cinematografica de La Torre Nera sarebbe potuta essere, invece che all'orribile porcheria che è stata. Flanagan affronta quindi un'impresa difficile: proseguire una storia che non solo sembrava conclusa nel 1980, ma che per tutti questi anni è stata un'icona del cinema horror... e del cinema, in generale.

Doctor Sleep 1

E Flanagan ci riesce in modo onesto, senza strafare e riconoscendo i momenti giusti in cui fermarsi. Il film, bilanciato, si prende il suo tempo - a volte eccessivamente: dura quasi due ore e mezza! - e scandisce bene fatti, personaggi e situazioni. Lo fa per acclimatarci e stabilire un certo livello di tensione prima di tuffarsi nella follia e nell'orrore della seconda metà. Flanagan, anche sceneggiatore, tralascia saggiamente alcune stucchevoli soluzioni narrative del romanzo cui si ispira la pellicola e preferisce un approccio più diretto, senza perdersi in sottotrame da soap-opera che sulla carta stampata magari funzionano, ma al cinema molto meno. Doctor Sleep non è un horror che spaventa troppo, sebbene alcuni jump scare siano piuttosto efficaci: semmai è la sensazione di inquietudine che suscita, specialmente in alcune scene in cui la violenza efferata, fuori campo, è solo lasciata all'immaginazione, e proprio per questo tremendamente angosciante. È specialmente nell'ultimo atto della pellicola che Flanagan si diletta a omaggiare sia Kubrick che King, riportandoci in un Overlook Hotel che riesce finalmente a unire le due visioni in un epilogo forse un po' scontato, ma comunque soddisfacente.

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Doctor Sleep comunque non è un film riuscito solo per la regia sicura e ponderata di Flanagan, ma anche grazie all'interpretazione dei due protagonisti che sono anche il cuore del conflitto. Che Ewan McGregor sia un attore straordinario lo sapevamo già, ma Doctor Sleep lo riconferma. Il suo Danny Torrance riesce a trasmettere il dramma interiore di un uomo che tenta disperatamente di sfuggire al suo passato senza riuscirci mai. McGregor interpreta Danny in diversi momenti della sua vita, conferendogli una tridimensionalità che ci aiuta a entrare in sintonia col suo personaggio, tormentato ma fondamentalmente buono e altruista: a differenza di suo padre Jack, Danny trova il coraggio di tornare a galla. In un certo senso, Danny rappresenta Stephen King oggi, Jack Torrance quello che era stato negli anni '80. La Rose Cilindro di Rebecca Ferguson è il suo polo opposto. Doctor Sleep non esplora il background di questo personaggio, che rimane una misteriosa forza della natura per la maggior parte del tempo, e perciò anche più inquietante di una villain troppo caratterizzata.

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Rebecca Ferguson interpreta un ruolo da femme fatale diverso dal solito, che mescola bene intelligenza e sensualità e ci convince in pochissimi minuti del suo ruolo di assoluta leadership all'interno del Nodo. Negli ultimi momenti perde un po' di verve, assumendo i tratti caratteristici del "boss finale" da sconfiggere con uno stratagemma più che con la forza bruta, ma la prova dell'attrice è convincente. Non si può dire lo stesso di Kyliegh Curran, che nel film interpreta Abra Stone, la bambina con la Luccicanza che entra in contatto con Danny. Abra non è esattamente la "damigella in difficoltà" del film - il suo ruolo è molto dinamico ed estremamente aggressivo - e nel corso del film prova sentimenti molto diversi che la Curran, per quanto ci provi, fatica a trasmettere: in lingua originale la situazione migliora, come sempre, ma la sua limitata espressività indebolisce il doppiaggio italiano. Alcune scene che l'hanno per protagonista ne escono perciò un po' forzate, ma fortunatamente è proprio in quei momenti che Flanagan, complice anche la colonna sonora, stringe più saldamente il volante e sterza per arrivare al traguardo senza finire fuori strada.

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Conclusioni

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8.0

Se entrate in sala con la consapevolezza che alla regia non c'è Kubrick e che Doctor Sleep cerca di essere fedele a due romanzi e a un film contemporaneamente, allora è altamente probabile che apprezzerete l'ultima fatica di Mike Flanagan. Indubbiamente una delle migliori trasposizioni cinematografiche di un romanzo di Stephen King, Doctor Sleep è assai inquietante, intelligente e persino nostalgico: tocca tutte le corde giuste e chiude in modo soddisfacente il cerchio sulla storia dei Torrance e sul lungo conflitto tra Shining film e Shining libro.

PRO

  • Ewan McGregor e Rebecca Ferguson
  • La regia sicura e attenta di Flanagan
  • Trova un buon compromesso tra le differenti versioni di Shining

CONTRO

  • Non spaventa come l'originale
  • Chi ha letto entrambi i libri riuscirà a prevedere subito alcuni colpi di scena