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Un party di eroi per salvare il mondo

Drakensang si presenta come un gioco di ruolo puro, complesso e coinvolgente, e si rivela capace di soddisfare tutti coloro che aspettavano un nuovo Neverwinter Nights.

RECENSIONE di Volodia Pellegrini   —   23/06/2009
Drakensang: The Dark Eye
Drakensang: The Dark Eye
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Fx Interactive si è saputa imporre come publisher capace di sfornare dei prodotti generalmente buoni in lassi di tempo spesso brevi e soprattutto a prezzi più che competitivi rispetto la spietata concorrenza delle grandi software house. Specializzata inizialmente in giochi di strategia (la longeva serie Imperium è una dimostrazione del successo in tal senso), si è saputa adattare a giochi di guida, avventure grafiche ed infine giochi di ruolo. Ed è proprio di questo genere che fa parte Drakensang, un titolo serio, maturo e complicato, che gli appassionati aspettavano da tempo.

Dedicato agli appassionati

In Drakensang, liberamente ispirato al mondo di "The Dark Eye" (un gioco da tavolo alla Dungeons & Dragons), il giocatore veste i panni di un "eroe" che, chiamato in aiuto da un vecchio amico, si troverà invischiato in una trama tanto intricata quanto profonda, fatta di magie, tradimenti, amicizia e combattimenti. Tutto inizia con la creazione del personaggio, con la scelta tra una serie di carriere divise in tre razze ben distinte (nani, elfi e umani) e del sesso del personaggio (la scelta però non ne influenzerà il profilo, così come non è possibile deciderne le fattezze fisiche).

Un party di eroi per salvare il mondo

Ogni classe (e si spazia dal guerriero all'arciere, il mago, il saltimbanco, il soldato, il mercenario, l'amazzone, lo stregone...) è caratterizzata da una serie di abilità (i talenti) che, influenzati dalle statistiche base del personaggio (carisma, forza, resistenza e via discorrendo) determinano le possibilità che un'azione vada a segno, successo determinato infine da un lancio virtuale di un dado a 20 facce. Suona complicato e potrebbe, in effetti, far storcere il naso a chi preferisce i giochi di ruolo basati sull'azione diretta (Gothic o Oblivion), ma è proprio quello che volevano ottenere gli sviluppatori: un sistema di creazione, gestione e crescita del personaggio quanto più simile possibile a quello di un gioco cartaceo, ispirandosi quindi ai grandiosi titoli di BioWare.

Adventuria, un mondo dal nome parlante

Completata la creazione del proprio alter ego virtuale si compiono i primi passi in quello che è il mondo di gioco, dall'originale nome di Adventuria: piccoli incarichi per il villaggio iniziale, quali ritrovare un maestro o un cacciatore scomparsi, la ricerca di fiducia da parte dei cittadini, quei piccoli compiti, insomma, che ogni fan del genere conosce perfettamente. Fin dall'inizio tuttavia si sente la necessità di trovare il più rapidamente possibile dei personaggi non giocanti coi quali andare a formare un party per affrontare le missioni: questi possono essere mercenari a pagamento, vecchi amici ritrovati, avventurieri in cerca di emozioni o fuggiaschi protetti dal protagonista.
Sono oltre 300 i personaggi non giocanti che incontrerete, guiderete e abbandonerete (o loro abbandoneranno voi) nel corso del gioco.

Un party di eroi per salvare il mondo

Indipendentemente dalle ragioni che spingono la gente ad unirsi al vostro gruppo è importante che questo sia ben gestito: uno squadrone di soli combattenti, infatti, non riuscirebbe a fare molta strada senza un'adeguata copertura, mentre un gruppo di maghi o arcieri necessita di uno o più guerrieri per proteggerli dai nemici mentre scagliano i loro proiettili; un esperto curatore, infine, è spesso necessario per curare i propri alleati o rimuovere gravi menomazioni. Molte delle quest che affronterete, inoltre, richiederanno diversi livelli di abilità e specializzazione: se infatti in missioni di ricognizione e uccisione di particolari obiettivi un nerboruto pirata può fare la differenza, un furbo saltimbanco è indubbiamente più utile quando si tratta di cercare informazioni nei bassifondi delle città, mentre un sapiente mago è perfetto per cercare in antichi volumi le soluzioni ad alcuni problemi. Insomma, perché l'avventura prosegua, è importante che il party sia bilanciato.

Tra gli uomini il guerriero, tra i fiori il ciliegio

Adventuria è un mondo pieno di pericoli: anche se il vostro eroe fosse una specie di attivista pacifista sempre alla ricerca di soluzioni diplomatiche, prima o poi le spade dovranno brillare al Sole, soprattutto per via di numerosi animali e mostri la cui diplomazia non va oltre il volervi divorare.

Un party di eroi per salvare il mondo

Il sistema di combattimento di Drakensang si presenta in tempo reale, è infatti possibile selezionare i vari membri del party e ordinare loro quali talenti o quali mosse usare mentre sullo sfondo infuria la battaglia, anche se, ovviamente, avendo ogni personaggio un'intera barra con una decina di possibilità di scelta, l'utilizzo della pausa tattica è più obbligato che consigliato. Tramite la pressione della barra spaziatrice il gioco infatti si interromperà e sarà possibile gestire i vari uomini con calma e tranquillità, decidendo quali combo usare, quale personaggio far assistere dal curatore e magari spedendo qualcuno nelle retrovie. Per quanto riguarda l'evoluzione del personaggio, ogni mostro ucciso genera punti esperienza, che possono essere usati per alzare le statistiche base o le varie abilità (uso delle spade, grandi armi, conoscenze naturali, simpatia e mille altre); ai vari passaggi di livello, invece, è possibile apprendere nuovi talenti, posto di averne i requisiti fisici e di trovare qualcuno in grado di insegnarli ai personaggi interessati.

L’aspetto di Adventuria

Graficamente parlando Drakensang si presenta piuttosto bene: le ambientazioni, in particolare, traboccano di dettagli, freschezza e profondità visiva, i personaggi godono di modelli tridimensionali ottimi e gli oltre 500 oggetti che possono essere indossati sono dotati di orpelli che li diversificano l'uno dall'altro, il tutto dotato di texture lisce e piacevoli, quasi fossero dipinte a mano.
Ottimi ed abbondanti gli effetti di luce di incantesimi, fiamme e luce solare, così come soddisfacente l'effetto dell'acqua nelle pozzanghere e nei fiumi (purtroppo intransitabili). Un po' meno riuscite sono le animazioni, soprattutto quelle di camminata, che mostrano una certa rigidità e quelle del volto, limitate a un labiale piuttosto irrealistico. Buono il sonoro, con alcune musiche piuttosto azzeccate e una recitazione dei dialoghi in italiano affidata a doppiatori professionisti, nonché una discreta selezione di suoni ambientali di notevole impatto.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (123)
8.4
Il tuo voto

Tirando le somme Drakensang è un bel gioco di ruolo, vecchio stile, complesso e profondo, dalla trama interessante, la grafica piacevole e il prezzo competitivo. Presenta alcuni piccoli difetti, tra i quali segnaliamo soprattutto la difficoltà di gestione del party, ma si rivela una graditissima sorpresa per chi cerca un prodotto longevo e complicato, sul quale investire diverse ore alla scoperta di una trama intricata ed interessante, degna del miglior dungeon master. Da segnalare infine il prezzo inferiore ai 20 euro, che dimostra come si possano confezionare bei giochi senza essere eccessivi dal punto di vista della richiesta monetaria.

PRO

  • Profondo e complesso
  • Gioco di ruolo nel senso letterale del termine
  • Tecnicamente convincente

CONTRO

  • Gestione del party a volte complessa
  • Può spaventare chi cerca prodotti più semplici
  • Si limita a sfruttare gli aspetti più classici dei giochi di ruolo

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core 2 Quad Q6600
  • RAM: 4 GB
  • Scheda video: GeForce 8800 GTS
  • Sistema operativo: Windows Vista

Requisiti minimi

  • Sistema Operativo: Windows XP / Vista
  • Processore: 2.4 GHz
  • RAM: 1.5 GB
  • Scheda video: 256 MB (GeForce 6600 o superiore)
  • DirectX: Versione 9.0c o superiore

Requisiti consigliati

  • Processore 3.0 GHz o superiore
  • RAM: 2 GB
  • Scheda video: 512 MB