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Driver L.A. Undercover

Dopo l'apprezzabile Gangstar, Gameloft torna ad occuparsi del genere sandbox (quello di GTA, per intenderci), sicuramente tra i più ardui da riproporre in versione mobile. Non paga della sfida, la software house francese ha deciso di "complicarsi la vita" con questo Driver L.A. Undercover, abbandonando il 2D a volo d'uccello ed osando una terza persona tridimensionale.

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   10/06/2007
Driver L.A. Undercover
Driver L.A. Undercover
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Protagonista del gioco è un Tanner dal look totalmente rinnovato e decisamente più cool, che viene chiamato dalla polizia locale di Los Angeles ad inserirsi sotto copertura nella struttura criminale della città. Da queste premesse si snodano le circa 30 missioni del gioco, che vedono l'utente impegnato in attività tutto sommato convenzionali: inseguimenti, fughe, sparatorie e molti (moltissimi) passaggi in macchina dal punto A al punto B. Ogni incarico è suddiviso in quattro piccoli step, strutturati in modo da facilitare una fruizione immediata, al termine dei quali si ottiene una valutazione delle performance ed una corrispettiva somma di denaro. Passo dopo passo, è possibile sbloccare automobili e modalità per la sezione di corsa libera disponibile dal menu principale, che allunga considerevolmente la durata del prodotto. I soldi ricavati possono poi essere spesi per upgradare il proprio veicolo o per ripararlo dopo un incidente, ma anche per corrompere la polizia al fine di levarsela di torno per un po'. Gran parte del tempo in Driver L.A. Undercover viene speso al volante, ma non mancano sezioni a piedi in salsa shooter che contribuiscono a spezzare il ritmo (invero piuttosto blando) dell'azione di gioco.

Se fino ad ora il quadro dipinto riguardo al prodotto Gameloft sembra piuttosto positivo, bisogna aspettare di arrivare a parlare della realizzazione tecnica per individuare le maggiori note dolenti. Il 3D "finto" del gioco (automobili e fondali sono bidimensionali, e la distanza dell'orizzonte è estremamente imitata) non convince, prima di tutto per la povertà degli scenari: di fatto, la città è composta solo di strade perpendicolari, con qualche blocco poligonale nudo che compare ogni tanto a ravvivare (si fa per dire) la generale monotonia dei fondali. Và da sé che guidare in Driver L.A. Undercover non è propriamente l'attività più dinamica e stimolante del pianeta, confinata tra lunghi rettilinei e curve a 90° che oltretutto l'engine del gioco non gestisce molto bene, assieme alle collisioni e agli sconfinamenti sull'erba. Diversi problemi emergono anche sul fronte del frame rate, stabile soltanto sui dispositivi più avanzati, e riguardo agli elementi di contorno, davvero poveri: tanto per fare un esempio, le macchine che popolano le strade sono tutte uguali, senza nemmeno una variazione cromatica. Nonostante gli evidenti problemi, Driver L.A. Undercover non è certo un titolo ingiocabile, e anzi potrebbe appassionare gli affezionati del genere, ma guardando ai risultati globali la formula 2D di Gangstar sembra decisamente più efficace.

Conclusioni

Multiplayer.it
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Lettori
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Il tuo voto

Lodevole nelle intenzioni, Driver L.A. Undercover è un titolo che fallisce sostanzialmente nei fatti, presentandosi come unico emulo di GTA su cellulari salvo poi offrire una struttura ludica quanto mai limitante e ben lontana dalla cultura free roaming caratteristica del prodotto Rockstar. Per quanto sia piuttosto ricco di contenuti e di idee valide (perlomeno sulla carta), il titolo Gameloft non riesce ad appassionare, per colpa di una realizzazione tecnica non all'altezza e per un gameplay piatto e privo di acuti.

PRO

CONTRO

PRO

  • Buona quantità di contenuti
  • Gameplay abbastanza vario

CONTRO

  • Realizzazione tecnica infelice
  • Sezioni di guida piuttosto noiose