In un sacco di posti, a dire il vero. EA Playground segue la scia di un genere nato esattamente insieme alla console portatile a due schermi, quando Sega propose Project Rub e la stessa Nintendo seguì a ruota con la versione Touch Screen dell’esilarante Wario Ware Inc. In realtà Playground nasce nell’ambito del tentativo di EA di sfruttare come si deve l’inaspettato successo del Wii, per cui la versione portatile potrebbe essere scambiata per il classico “afterthought” o come minimo come un modo rapido e indolore per sfruttare l’enorme base installata del DS e finanziare così il prodotto “maggiore”, ma ad un’attenta analisi si rivela un gioco capace di stare in piedi sulle proprie gambe, sia pure senza stupire gli astanti con effetti speciali e qualità fuori dal comune.
Mi porti al parco giochi?
In un panorama videoludico come quello attuale, nel quale per il povero recensore risulta molto più ostico spiegare ai lettori le premesse e le dinamiche di giochi sempre più complessi e ingarbugliati che non il giocarli, trovarsi di fronte alla semplicità di Playground è quasi spiazzante, specialmente quando consideriamo che, pur destinato in larga parte ad un pubblico di bambini, ci troviamo comunque di fronte ad un prodotto EA, sempre sulla cresta dell’onda quando si parla di tendenze all’ultimo grido. In Playground, non fate altro che scegliervi un avatar tra i due presenti, un maschio e una femmina, dargli un nome ed entrare nel parco giochi che dà il nome al tutto, niente di più. All’interno del parco troverete poi un bel po’ di marmocchi come voi ognuno intento al proprio gioco preferito tra i nove presenti: quelli con una stella in testa sono pronti a sfidarvi, in quanto per ogni gioco sono previsti tre diversi livelli di difficoltà e prima di competere con i bambini più bravi dovrete sconfiggere quelli al vostro livello. Ogni bimbo, inoltre, vi propone diverse sfide, vale a dire quella “principale” vincendo la quale sbloccherete il minigioco nella Modalità Rapida, e una o più variazioni sul tema, dalla meccanica identica ma con differenze, ad esempio, nel calcolo dei punti o negli obiettivi richiesti; vinte tutte le sfide, potrete passare, nell’ambito di quel determinato gioco, al livello di difficoltà successivo. Ad ogni vittoria il personaggio sconfitto vi regalerà un certo numero di biglie, che costituiscono un po’ la moneta di Playground: possono infatti essere cedute a determinati compagni di gioco, forse i “più in vista” del parco, in cambio di figurine che sbloccano abilità, mosse e aiuti per ogni gioco. L’elemento esplorativo del parco è quasi del tutto assente, in quanto le sfide sono immediatamente identificabili e l’unica richiesta che vi sarà fatta sarà quella di vincerne un po’ prima di accedere ad una delle quattro aree in cui è suddiviso il parco.
Sono il campione!
Dura la vita del protagonista di videogiochi: mentre ogni bambino del parco è dedito ad una ed una sola attività, voi dovrete specializzarvi in tutte per portare a termine l’avventura… I minigiochi, dicevamo, sono nove: vediamo di analizzarli un po’ più nel dettaglio, senza però trarre giudizi, se non di massima, sulla loro bontà. La preferenza verso un gioco piuttosto che un altro sarà infatti molto influenzata dai gusti e dalle inclinazioni personali; quello che ci interessa adesso è constatare la solidità della loro realizzazione, che, possiamo già anticiparvi, non può essere messa in discussione.
- Calcio - Sfiderete uno o più bimbi a segnare più gol possibili in una rete difesa da un portiere tutt’altro che irresistibile… Sono presenti palloni di diversi colori, alcuni dei quali donano maggior velocità oppure valgono due punti. Divertente e fondamentale la possibilità di rubare il pallone all’avversario con un tackle… E’ un gioco che fa venire in mente le partitelle che si organizzavano da bambini…
- Palla bollata - O Dodgeball che dir si voglia: dovrete colpire col pallone la squadra avversaria, che si trova sullo schermo superiore. Chi viene colpito è eliminato, viceversa intercettando un tiro avversario si riporta “in vita” un compagno. La “mossa speciale” è un tiro più potente, praticamente ricorrerete solo a quello.
- Corse RC - Ricordate RC Pro Am, Super Off Road o anche lo stesso Micromachines? Bene, questa ne è una versione ridotta, con tanto di armi e potenziamenti alla Mario Kart.
trovarsi di fronte alla semplicità di Playground è quasi spiazzante
Sono il campione!
Bullismo videoludico
Non c’è un gioco la cui realizzazione spicchi, positivamente o negativamente, rispetto agli altri, e come dicevamo preferirete l’uno o l’altro a seconda dei vostri gusti. Resteranno però, in definitiva, tutti come minimo piacevoli da giocare, e diverranno effettivamente più frenetici e difficili col passare dei livelli di difficoltà: a quelli più alti, vuoi per le meccaniche, vuoi per gli obiettivi da raggiungere, alcuni dei giochi possono dare del filo da torcere anche a giocatori ben più scafati dei bambini a cui il prodotto è in ultima analisi dedicato. Completare l’avventura principale è, per un esperto, questione di un pomeriggio, ma effettivamente un bambino potrebbe dedicarci parecchie ore. Ad aumentare la longevità ci pensano da un lato la possibilità di giocare ogni minigame singolarmente, dall’altro il multiplayer fino a quattro giocatori che, specie nei giochi più competitivi (quelli dov’è possibile ostacolare l’avversario con scorrettezze varie, ad esempio) e frenetici, risulta molto divertente; è anche un’occasione mezza sprecata però, perché mancano non solo lo sfruttamento della Nintendo Wi-Fi Connection, ma anche una qualsiasi modalità multiplayer con una sola scheda, che avrebbe invece aiutato molto anche se in qualche modo limitata.
Non c’è un gioco la cui realizzazione spicchi, positivamente o negativamente, rispetto agli altri
Bullismo videoludico
Lo stile grafico con cui ci si presenta Playground è, in una parola, strano: tutto in 2D, non c’è niente di particolare da segnalare per i discreti fondali, mentre i personaggi, forse nel tentativo di conciliare carineria infantile da un lato e stile trendy da teenager dall’altro, sono renderizzati e fuori dal contesto, risultando a dire il vero un po’ inquietanti anche perché si muovono come i personaggi di Celebrity Deathmatch e hanno sempre uno strano ghigno in volto… Saranno mica parenti di Chucky?
Con questa battuta potrebbe pure chiudersi la recensione, ma ci resta da parlare del sonoro, il che è molto semplice: non ci fosse stato, nessuno se ne sarebbe accorto tanto è anonimo e povero. Non è brutto, è semplicemente insignificante, la qual cosa è sempre più riscontrabile nelle produzioni non di primissimo piano. Una brutta tendenza, a parere di chi scrive, da parte degli sviluppatori.
Se state cercando un regalo per il fratellino o il cuginetto, EA Playground è consigliato e la valutazione numerica che trovate qui lascia un po’ il tempo che trova, essendo stata fatta sulla base di elementi che un critico deve per forza considerare, ma che nulla tolgono al godimento che un bimbo può trovare in questa serie di minigiochi sempre ben realizzati, semplici e divertenti. L’unico problema è che la concorrenza su DS è forte, da Wario Ware a Mario Party solo per citare i nomi più illustri, ciò non toglie che Playground, pur meno “clamoroso”, se la cavi degnamente anche nei confronti di questi mostri sacri.
Pro
- I minigiochi sono in buon numero…
- …e tutti ben fatti.
- Multiplayer divertente ma non completo
- Bimbi dal ghigno assassino!