“Mio cugino ha fatto cento miliardi di punti con un gettone”
Flipnic si presenta come una visione alternativa alle convenzionali trasposizioni videoludiche di flipper. Se infatti la stragrande maggioranza dei suddetti titoli non faceva altro che veicolare sullo schermo una meccanica di gioco quanto più fedele ai cabinati reali, in Flipnic questo non accade. Anzi, gli sviluppatori di SCEI hanno approfittato delle potenzialità dei mezzi a loro disposizione per creare una serie di situazioni spesso molto lontane dalla comune definizione di flipper. In Flipnic, infatti, il giocatore deve lanciare le proverbiali palline argentee all’interno di scenari che difficilmente potrebbero trovare una collocazione nella realtà: abbiamo dunque intricatissime rampe, respingenti dalle fattezze più strane, bonus e minigiochi allucinati, monete d’oro da raccogliere, e una pletora di luci ed indicatori a dir poco sgargianti. I quattro principali tavoli disponibili in Flipnic (se così si possono definire gli scenari multi-livello di cui è composto il gioco) si distinguono per un’insolita caratterizzazione: il primo segue un tema naturistico-tropicale, il secondo sfoggia un look metallico, il terzo si basa quasi esclusivamente sui giochi di luce e sulle trasparenze, e il quarto si propone più come un clone di Arkanoid piuttosto che come un tavolo da flipper. Insomma, l’originalità non manca certo al prodotto SCEI, considerando anche l’estensione e la complessità delle ambientazioni di gioco: ogni scenario, infatti, vanta diverse diramazioni verso le quali è possibile spedire la pallina per raggiungere aree totalmente diverse comprendenti bonus la cui attivazione permette di sbloccare nuovi elementi in altre sezioni del “tavolo”.
“Lascia fare, che ti mostro come si fa”
Sull’originalità di Flipnic, dunque, niente da ridire. I nodi però vengono al pettine una volta esaminati altri aspetti del titolo SCEI. Nonostante faccia di tutto per non sembrare tale, Flipnic rimane sempre comunque un flipper. E dunque, a tutti coloro che non trovano particolarmente affascinante il percorso di una pallina argentea su un tavolo da gioco (ovvero la stragrande maggioranza dei videogiocatori moderni), Flipnic riesce ad offrire davvero poco. Certo, ci sono i minigiochi, le sezioni bonus, i cambi d’inquadratura suggestivi. Ma la sostanza rimane quella, ovvero di usare delle levette per lanciare la pallina ed evitare che cada. Insomma, considerata anche la mancanza di significativi premi riservati al completamento di ogni singola parte degli scenari, giocare a Flipnic si rivela un’estemporanea e poco accattivante lotta contro il record. Questa spiacevole situazione si sarebbe potuta evitare con l’inserimento di una serie di modalità secondarie interessanti, cosa che in Flipnic purtroppo non accade: le sezioni dedicate alle battaglie coi boss di fine livello (?) si rivelano assai approssimative, mentre i quattro giochi a tema dedicati alle sfide per due utenti mostrano un coefficiente di divertimento davvero molto basso. Da segnalare, poi, l’assoluta inadeguatezza dell’accompagnamento sonoro, in particolar modo per quanto riguarda le musiche, stridule, ossessivamente ripetitive e quanto mai lontane dall’essere orecchiabili; le tracce si dimostrano così fastidiose da indurre l’utente ad eliminarle già dopo un paio di sessioni di gioco. Detto questo, intendiamoci: per tutti gli amanti del flipper il titolo SCEI può costituire un ottimo e rinfrescante svago, grazie ai già citati pregi a livello strutturale. Ma allo stesso tempo, Flipnic non riesce ad andare incontro alle esigenze degli utenti e del mercato odierni, rivelandosi un prodotto irrimediabilmente di nicchia.
Commento
Per quanto il tentativo di rinnovare un genere decisamente statico come quello dei videogiochi di flipper sia assolutamente lodevole, Flipnic non convince appieno in merito alle sue reali potenzialità ludiche. A fronte di una realizzazione grafica interessante, originalissima nelle ambientazioni e nei contenuti delle varie tavole, il titolo SCEI manifesta tutta una serie di limiti intrinseci alla categoria cui appartiene. Nonostante l’estensione e la complessità degli scenari di gioco, la presenza di svariati minigiochi, di scontri con boss di fine livello e di una modalità per due giocatori (questi ultimi due elementi invero ben poco esaltanti), Flipnic si rivela a conti fatti un titolo piuttosto noioso e privo di mordente, caratterizzato da una meccanica di gioco fin troppo semplicistica e monotona per poter catturare l’attenzione dei non-amanti del flipper.
Strano destino quello dei titoli di flipper. Per quanto le incarnazioni virtuali delle suddette macchine da gioco possano infatti vantare evidenti privilegi dal punto di vista della spettacolarità e dell’accessibilità, ciò nonostante ben poche volte si sono potute imporre come prodotti del tutto convincenti ed appassionanti. Spronati dal desiderio di invalidare l’assunto di cui sopra, alcuni nostalgici programmatori di SCEI hanno ben pensato di riproporre la struttura ludica del flipper in una veste più moderna e, possibilmente, apprezzabile dal grande pubblico. Il risultato è il Flipnic oggetto di questa recensione.