Il mio amore sotterraneo
L’avventura si svolge tutta all’interno della fabbrica. Le locazioni da visitare sono poche e la varietà latita, anche se, nonostante tutto, è innegabile che la costruzione degli enigmi e della storia riesca a mantenere alto l’interesse per tutto il gioco.
L’interfaccia è atipica per il genere: niente inventario e niente cursore multi uso. Ovvero, il cursore esiste ma da solo permette soltanto di esaminare gli oggetti, parlare con i personaggi e nient’altro. Per compiere le varie azioni necessarie a dipanare gli enigmi bisogna usare uno dei poteri del fantasma, incolonnati nell’angolo in alto a sinistra dello schermo. Questi non sono disponibili tutti sin da subito, ma vanno acquisiti nel corso del gioco. All’inizio si avrà solo il potere della telecinesi, ma presto si potranno spingere gli oggetti, lanciare scosse elettriche e folate di vento, origliare le parole degli spiriti, emettere suoni per comunicare con i mostri e così via fino a un totale di otto poteri. Più poteri vengono sbloccati e più, ovviamente, la situazione si complica, soprattutto perché l’ambiente di gioco va esplorato da cima a fondo più volte e bisogna continuamente andare avanti e indietro tra le locazioni principali tentando di capire cosa fare.
per consigliarne l’acquisto bisogna chiedere al lettore di sorvolare su tutta una serie di problemi evidenti
Il mio amore sotterraneo
Gli enigmi sono tutti piuttosto classici: porte da aprire, bottoni da premere in sequenza, oggetti da riparare e così via. Niente di rivoluzionario, anche se l’utilizzo dei poteri spettrali rende quantomeno più interessante quella che, altrimenti, sarebbe la solita minestra. Non mancano un paio di sottogiochi di cui il primo, realizzato maluccio, consiste nello schiacciare dei topi dentro il magazzino della fabbrica; si deve afferrare un sasso e, guardando il pavimento dall’alto, sincronizzarsi per riuscire a beccare le povere bestioline. Il secondo è, invece, migliore anche perché più integrato nella trama. Tentando di non svelarvi nulla vi diciamo che si tratta di una prova di logica in cui bisogna riuscire a far fuggire il protagonista da qualcosa che lo minaccia. Tutto l’inseguimento è visualizzato su una mappa schematica della fabbrica, su cui a turno il giocatore e la “minaccia” si spostano in una delle stanze adiacenti a quella in cui si trovano. Lo scopo è quello di non farli mai trovare nella stessa stanza contemporaneamente, riuscendo però a portare il fantasma protagonista nel sotterraneo.
Stile
Ghost in the Sheet ha i toni di una commedia nera permeata da una forte ironia. Stilisticamente è stata compiuta una scelta ben precisa, con le locazioni di gioco rappresentate in modo realistico e freddo (in fondo è una fabbrica diroccata), mentre le sequenze narrative sono affidate a fumetti dallo stile discutibile; ovvero sono acerbe sia nel tratto che nella raffigurazione, nonostante qualche buona intuizione come la scelta di non eccedere mai nei barocchismi e di mantenere uno stile omogeneo dall’inizio alla fine con forti contrasti e linee nettissime. La stessa ambivalenza è riscontrabile nella narrazione che a tratti è ben condotta mentre in alcuni casi viene rovinata da scelte pessime, frutto evidentemente della poca esperienza. La storia è comunque interessante, nonostante alcuni dialoghi siano piuttosto infantili e presentino ridondanze eccessive.
Il sonoro è composto da alcuni effetti sonori ben fatti ma piuttosto anonimi (porte che si aprono in lontananza, strani versi di creature indefinite e via dicendo) mentre le poche musiche presenti non sono niente di eccezionale.
Considerazioni
Giocando a Ghost in the Sheet ci si rende conto dello sforzo fatto dagli sviluppatori per realizzare qualcosa di buono pur con un budget limitatissimo. Il risultato è ottimo, se si tiene conto del livello della produzione e della quantità di persone che ci hanno lavorato. Certo, se partite con l’idea di volere qualcosa di rivoluzionario tecnicamente, lasciatelo perdere. Ovviamente il gioco è pieno di tutti quei difetti sottolineati nell’articolo, a cui va aggiunta una longevità non proprio esaltante che, come in tutte le avventure, varia a seconda della velocità che impiegherete a risolvere i diversi enigmi. Da parte nostra ci sentiamo di consigliarvelo se siete appassionati di avventure grafiche punta e clicca e se volete provare qualcosa di estremamente rilassante, soprattutto dopo l’abbuffata di FPS che abbiamo fatto nei mesi scorsi.
PC - Requisiti di Sistema
Requisiti Minimi
- Processore: Pentium a 1.0 GHz o AMD equivalente
- RAM: 256 MB
- Scheda Video: compatibile con le DirectX e capace di visualizzare la risoluzione 1024x768x32 bit
- Lettore CD o DVD
- 300 MB di spazio su Hard Disk
- Processore: Intel Pentium 4 3,4 GHz
- RAM: 2 GB
- Scheda Video: NVIDIA 7800GT
Commento
Rimane poco da dire su Ghost in the Sheet. Tenetelo in considerazione se incontra i vostri gusti e se siete appassionati di avventure grafiche. Anche il provare simpatia per le produzioni minori può aiutare nell'accettare alcuni dei limiti inevitabili che si porta dietro. Gli altri possono pure guardare altrove.
Pro
- Trama appassionante nonostante qualche ingenuità
- Enigmi ben congeniati
- Prezzo di vendita contenuto
- Limitato tecnicamente
- Qualche ingenuità di troppo
- Non molto lungo
Ghost in the Sheet è disponibile per PC.
Ghost in the Sheet è il gioco che non ti aspetti in un periodo come questo. Circondato da giganti tripla A che fanno sfoggio di motori grafici ultra pompati, seno rifatto e banalità scintillanti, cosa vuole ottenere un’avventura grafica piccola piccola realizzata da due persone e che occupa soltanto 300 MB su hard disk? Suvvia, non scherziamo. È difficile che una produzione del genere riesca ad illuminarsi di un po’ della luce puntata sugli obesi e gonfi blockbuster natalizi. Ma la fortuna aiuta gli audaci e quindi perché non provarci?
È difficile scrivere questo articolo. La premessa è stata scritta almeno dieci volte. È che da una parte c’è la simpatia per un progetto che ha il sapore degli albori del medium videoludico, quando i giochi erano sviluppati da una sola persona o da team ristrettissimi. Abituati a fare anteprime e a recensire prodotti che vantano team di decine (quando non centinaia) di persone, viene da sorridere pensando ai titoli di coda di Ghost in the Sheet dove appaiono solo due nomi. D’altra parte però, non si può negare che, per consigliarne l’acquisto bisogna chiedere al lettore di sorvolare su tutta una serie di problemi evidenti che sottolineeremo nell’articolo.
Ma veniamo al gioco: un uomo muore per un incidente d’auto e diventa un fantasma. Viene reclutato da un essere non bene identificato per scoprire cosa è successo all’interno di una fabbrica sulla terra, da cui pare passino le anime dei defunti. Il “boss” piazza un lenzuolo sul fantasma (da qui il titolo del gioco) dicendogli di non toglierlo per nessun motivo, pena la morte definitiva. Arrivato sul posto il neo-fantasma senza nome (si fa chiamare semplicemente Ghost in the Sheet… che poi è anche un gioco di parole piuttosto volgare, basta capire un po’ d’inglese per rendersene conto) lo troverà completamente distrutto e spento. I lavoratori sono tutti (o quasi) morti e le pareti sono piene di scritte relative a delle coccinelle. Ovviamente spetterà a lui (e a noi) scoprire i misteri che si celano dietro questo caos.