Sapevamo che cimentarsi con la recensione di Ghost 'n Goblins Resurrection sarebbe stata una sfida, e ingenuamente speravamo che i trentacinque anni che ci separano dal debutto del gioco originale nelle sale non avessero avuto più di tanto effetto sui nostri riflessi, sul nostro coraggio e sulla nostra capacità di rimetterci in cammino dopo l'ennesimo intoppo. Ingenuamente, appunto.
Sul finire degli anni '80, Ghosts 'n Goblins rappresentava per chi scrive un'esperienza disturbante: agli occhi di un ragazzino, quegli zombie che spuntavano dal terreno e che si avvicinavano minacciosamente all'eroico protagonista creavano un senso di tensione e di angoscia perfettamente coadiuvato dalla colonna sonora del titolo Capcom, che in verità più che ai non-morti cinematografici rimandava a un immaginario gotico classico, quasi da film muto.
Prendere in mano Nintendo Switch e vestire nuovamente la pesante armatura di sir Arthur in quest'ultima interpretazione del franchise, realizzata in collaborazione con il suo creatore Tokuro Fujiwara, è stato dunque un po' come affrontare i propri demoni del passato, consapevoli che spesso e volentieri batterli è impossibile.
Ebbene, se c'è un aspetto che Ghosts 'n Goblins Resurrection chiarisce fin dalle prime battute è questo: risulta difficile scindere l'esperienza dal suo illustre passato e parlarne come se si trattasse di un progetto indipendente. Non lo è, naturalmente. Ci troviamo di fronte a un omaggio che si presta a diverse interpretazioni, a diverse valutazioni, ma che di certo colpisce nel segno laddove si tratti semplicemente di metterci alla prova.
Gameplay
È insomma la difficoltà l'aspetto centrale di questo remake, che pesca tanto da Ghosts 'n Goblins quanto dal suo sequel, Ghouls 'n Ghosts, per consegnarci una campagna per quanto possibile variegata e consistente, ma che in termini di longevità punta sulla nostra personale capacità di progredire più che sui contenuti in sé.
Il gameplay di Ghosts 'n Goblins Resurrection, che riprende lo schema dei comandi classico con salto e attacco, rifiuta insomma smussamenti e ammodernamenti, confermandosi fortemente orientato al trial & error: si accede a una zona, si arriva il più lontano possibile, si muore e si ricomincia, cercando di raggiungere i checkpoint per non dover ripartire dall'inizio.
Inutile dire che i boss costituiscono un ulteriore intoppo alle nostre ambizioni di gloria, si presentano come creature generalmente enormi e sono dotate di un pattern di attacco e movimento ben preciso, che bisogna memorizzare al fine di poter sopravvivere e trovare lo spiraglio giusto per colpire.
Nel tentativo di salvare la sua amata, il percorso che sir Arthur dovrà affrontare nel gioco è composto da cinque zone che tuttavia presentano bivi e scenari alternativi, alcuni dei quali accessibili fin da subito, pieni di nemici ma anche di armi e oggetti che possiamo raccogliere al fine di sbloccare un set di abilità inedite.
Poteri speciali
Visitabile dalla mappa principale, l'albero dei poteri si ciba delle lucciole che abbiamo afferrato lungo il cammino per consentirci di ottenere capacità extra come delle fiamme che proteggono il personaggio, un lampo che colpisce ai suoi lati, degli incantesimi che trasformano i nemici comuni in ranocchi o Arthur in una roccia rotolante, che creano un suo doppione e così via.
Purtroppo si tratta di abilità un po' complicate da utilizzare, nel mezzo dell'azione: attivarle richiede troppo tempo, e al netto del secondo slot per le armi si tratta più che altro di poteri che non forniscono vantaggi sostanziali rispetto al grande limite del protagonista del gioco, ovverosia la sua capacità di movimento.
Difficoltà
Sono in effetti la lentezza di Arthur e la sua incapacità di modulare i salti che determinano il grado di sfida dell'esperienza, che si fa rude e spietata nelle sue sfaccettature piattaformiche più che nei combattimenti, improntati in maniera classica ma con l'aggiunta degli attacchi in verticale e di alcuni nuovi strumenti, non sempre brillanti e spesso inferiori alla lancia d'ordinanza.
Questo tipo di impostazione sposa per forza di cose un approccio basato sulla precisione millimetrica che nasce da decine e decine di tentativi ripetuti dall'ultimo checkpoint, in cui gli errori vengono perdonati soltanto nella misura in cui lo consente il livello di difficoltà selezionato fra i quattro disponibili, che aumentano o diminuiscono il numero degli avversari e la resistenza di Arthur agli attacchi.
Rappresenta un'eccezione la modalità Paggio, in cui in pratica non è possibile morire: il personaggio rinasce esattamente dov'è stato sconfitto, e benché tale impostazione non influisca sulla durezza delle fasi platform, specie quelle con piattaforme a scomparsa, si tratta inevitabilmente di una maniera banale per arrivare alla fine della campagna.
La modalità cooperativa
Fra le novità di Ghosts 'n Goblins Resurrection spicca senza dubbio la modalità cooperativa in locale, che introduce un modo tutto nuovo di approcciare l'esperienza. Il secondo giocatore controlla infatti uno spirito fluttuante che può assumere tre diverse forme, non teme la morte (in caso di danni eccessivi torna in attività dopo qualche secondo) e assiste Arthur nella sua avventura.
In che modo, esattamente? Attaccando i nemici, creando barriere energetiche difensive per il suo compagno o piattaforme su cui salire alla bisogna, o ancora afferrandolo per sollevarlo in aria. Coordinarsi non è semplice, ma quando ci si riesce la cooperativa assume connotati davvero interessanti.
Grafica e sonoro
Se è vero che la colonna sonora di Ghosts 'n Goblins Resurrection metterà d'accordo un po' tutti, costituita com'è da rifacimenti orchestrali delle musiche originali, la grafica del gioco può invece diventare un elemento divisivo, e in effetti ha già creato distinti schieramenti tra i fan della serie: alcuni apprezzano il nuovo stile grafico, altri lo detestano.
Per quanto ci riguarda, è comprensibile la scelta estetica compiuta dal team di sviluppo, che ha voluto tenersi alla larga da interpretazioni tridimensionali e cercato di conferire all'esperienza una connotazione simile a quella delle illustrazioni medievali, animando i personaggi come fossero delle marionette dotate di giunture.
Il risultato finale è piacevole, grazie anche alla fluidità garantita dai 60 fps: nel corso della campagna abbiamo registrato solo poche incertezze del motore grafico, il potente e versatile RE Engine, lo stesso di Resident Evil Village, qui utilizzato da Capcom in maniera decisamente diversa dal solito.
Conclusioni
Ghosts 'n Goblins Resurrection è un omaggio al classico Capcom: una rivisitazione che rifiuta ammodernamenti, miscela elementi provenienti dai due episodi originali e raccorda il tutto utilizzando la difficoltà come collante. È infatti una vera sfida quella che il gioco propone, fatta di innumerevoli tentativi a vuoto e di inevitabili episodi di bruciante frustrazione, ma al contempo in grado di restituire grande soddisfazione nel momento in cui si riesce a superare un punto molto ostico della campagna o a sconfiggere un boss apparentemente invincibile. Proprio come in quelle vecchie sale giochi di fine anni '80.
PRO
- Una grande sfida per i fan di Ghosts 'n Goblins
- Diversi segreti da scoprire, cooperativa interessante
- Grafica e sonoro hanno il loro perché
CONTRO
- Gameplay volutamente legnoso e datato
- Sa essere davvero frustrante
- Poteri lenti e poco sfruttabili