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GUN - Recensione Xbox 360

Il West di Neversoft arriva anche sugli schermi di Xbox 360. Seguiteci per sapere com'è andato il viaggio...

RECENSIONE di Antonio Jodice e Fabio Palmisano   —   30/11/2005
GUN
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Non si può certo dire che il genere western rivesta un ruolo dominante all’interno dei panorami televisivi, cinematografici e videoludici odierni. Anzi, se non fosse per alcune uscite peraltro davvero sporadiche, si potrebbe quasi affermare come le polverose vicende di pistoleri e banditi siano ingloriosamente cadute nel dimenticatoio. Proprio per questo motivo, l’annuncio da parte di Neversoft di un suo progetto riguardo ad un action game in terza persona ambientato nel vecchio West ha destato non poca curiosità, anche per il particolare background della software house statunitense, universalmente conosciuta per il suo lavoro sulla serie di Tony Hawk. Alla luce di questi fatti, lo sviluppo di Gun è stato quindi seguito con notevole interesse e, dopo essere approdato su tutte le console di questa generazione e sui PC, Activision l’ha preparato anche per il lancio di Xbox 360. Vediamo com’è andata…

GUN - Recensione Xbox 360
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Wild Wild West

Sin dalle primissime battute, risulta evidente come Gun sia un titolo estremamente story-driven, forte di un plot magari non originalissimo ma decisamente ben scritto e capace di accorpare in sé i temi più forti dell’immaginario western. Il titolo Neversoft narra le vicende di Colton White, abile e taciturno pistolero la cui relativamente tranquilla vita da cacciatore viene sconvolta durante una normale giornata di “lavoro”. Imbarcatosi su un battello a vapore assieme al padre Ned per accompagnarlo nella conclusione di un misterioso affare, Colton si ritrova nel bel mezzo di un violento arrembaggio, dal quale riesce a malapena a fuggire grazie proprio all’intervento di Ned, ucciso poco dopo da una terribile esplosione. Assetato di vendetta, il nostro eroe si dirige così verso Dodge City, seguendo le ultime indicazioni fornitegli dall’anziano genitore. Da queste premesse si sviluppa la convincente storia di Gun, un’avventura ricca di personaggi ben delineati e di situazioni da tipico film western, tutte descritte da una notevole mole di godibili sequenze in real-time. Paradossalmente, lo storyline si rivela l’aspetto meglio riuscito di Gun ed allo stesso tempo il suo più grosso limite.

Paradossalmente, lo storyline si rivela l’aspetto meglio riuscito di Gun ed allo stesso tempo il suo più grosso limite

Wild Wild West

La trama si sviluppa infatti in maniera davvero impeccabile a livello di numero e varietà dei personaggi, di qualità delle cut-scenes, di coinvolgimento dell’utente e di amalgama con i vari elementi di gameplay; ma ha anche il difetto di rivelarsi troppo breve e a tratti anche sbrigativa, lasciando l’utente sostanzialmente a bocca asciutta dopo poco più di sei ore di gioco. Questo il tempo sufficiente a completare Gun seguendo esclusivamente la storia principale e curandosi poco delle numerose sotto-missioni messe a disposizione da Neversoft. Sotto-missioni che, per quanto apprezzabili e capaci di variegare un po’ l’esperienza di gioco, si rivelano a conti fatti piuttosto poco ispirate, oltre che quasi inutili a livello pratico (i soldi e i bonus guadagnati incidono in maniera impercettibile sull’andamento dell’avventura). Non solo le subquests, ma anche diversi elementi quali armi, oggetti e perfino situazioni di gioco in Gun sembrano essere state inseriti tanto per fare numero, contribuendo ad instillare nell’utente la sensazione di trovarsi davanti ad un prodotto per certi versi incompleto. Fortunatamente, la qualità e l’intensità dell’azione racchiusa nel prodotto Neversoft riescono a sopperire per gran parte a queste sue mancanze.

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Nord Sud Ovest Est

Grossolanamente descritto da alcuni come una sorta di GTA western, Gun è in realtà un “semplice” action game in terza persona inquadrato in un scenario quasi interamente free-roaming e trainato da due elementi di sicuro appeal: sparatorie e violenza. Riguardo al primo aspetto, il prodotto Neversoft svolge il compito in maniera più che egregia, offrendo all’utente la possibilità di cimentarsi in concitati scontri a fuoco a base di coltelli, pistole, doppiette e fucili di precisione fino ad arrivare a strumenti offensivi più pittoreschi quali archi e candelotti di dinamite. La ricchezza dell’arsenale è un riflesso delle diverse situazioni di combattimento offerte dal gioco, che spaziano da violenti scontri frontali a passaggi quasi stealth più adatti allo sniping. L’enfasi è comunque posta sul confronto diretto, come dimostra la presenza della modalità Quick Draw: armato dei suoi due revolver, Colton entra in una sorta di bullet time fornito di puntamento automatico, i cui devastanti effetti sono limitati da un indicatore che si riempie a suon di uccisioni.

La ricchezza dell’arsenale è un riflesso delle diverse situazioni di combattimento offerte dal gioco

Nord Sud Ovest Est

Una corposa parte dell’esperienza ludica è composta poi dalle sezioni a cavallo, decisamente divertenti e ben implementate: il controllo dell’animale risulta convincente (azzeccata in particolare la presenza di una barra rappresentante l’energia della bestia, che non può quindi essere spronata all’infinito), così come le missioni che si è chiamati ad affrontare in questo ambito, la cui natura varia da inseguimenti conditi da frenetiche sparatorie fino a vere e proprie chicche western come quella riguardante l’assalto di un convoglio in corsa. Solido e sufficientemente vario, il gameplay di Gun mostra il fianco in merito al livello di difficoltà, che avrebbe potuto essere meno accondiscendente considerata anche la brevità dell’avventura. Desta qualche dubbio poi l’impronta “estrema” data da Neversoft alla propria rappresentazione del West: oltre ad una violenza visiva e verbale spesso del tutto gratuita, non convincono il design di alcuni personaggi e scenari e la trattazione di qualche passaggio dello storyline, talmente sopra le righe da risultare ridicoli.

GUN - Recensione Xbox 360
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Il Selvaggio west nella next generation

Neversoft ha fatto un buon lavoro nel ricreare un ambiente affascinante ed evocativo come quello di GUN, soprattutto grazie a delle animazioni sopra le righe, che conferiscono ai movimenti dei protagonisti credibilità e concretezza. Le texture e le luci, però, se su PS2 e Xbox servivano a colmare il gap di un engine poligonale un po’ scarno, su Xbox 360 non bastano a celare l’origine di un titolo pensato per hardware meno performanti ed avanzati. Gun ha lo stesso piglio delle altre versioni, ma come titolo next generation mostra il fianco a qualche critica, soprattutto considerando che, se collegato ad un televisore 4:3, il software non riscala l'immagine proponendo le fantomatiche bande nere a bordo schermo. Diverso il discorso per l’audio che mantiene l’eccellente doppiaggio in inglese e la traduzione sottotitolata in italiano, che già ci aveva colpito alla prima esperienza di gioco. Plauso a parte per la selezione di musiche, azzeccate e perfettamente inserite nel filone western a cui GUN si ispira.

GUN - Recensione Xbox 360
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Commento

Gli elementi centrali di un titolo sono la giocabilità, la storia che riesce a raccontare e il divertimento che porta a chi vi si affida, pad alla mano. In questo Gun si conferma un buon action game e uno dei migliori videogiochi legati all’affascinante mondo dei western, grazie soprattutto ad una trama appassionante, anche se un po’ troppo breve. Nel caso del lancio della prima console next generation, però, l’aspetto tecnico assume maggiore rilevanza e il titolo di Neversoft si affida troppo docilmente a semplici migliorie legate alle specifiche hardware, con texture più definite e una migliore nitidezza e risoluzione grafica, senza proporre modifiche sostanziali all’impianto scenico. Ciò detto, Gun rimane comunque un gioco consigliato agli amanti del western, che potrebbero innamorarsi di questa storia cruda e realistica.

Pro

  • Gameplay divertente e frenetico
  • Coinvolgente background narrativo
  • Ottime animazioni
Contro
  • Avventura principale assai breve
  • Livello di difficoltà basso
  • Comparto tecnico non adeguato