Il tutto si traduce in una sorta di avventura grafica molto simile ai vecchi titoli della LucasArts (e non solo), come ad esempio Indiana Jones and the Fate of Atlantis, in cui grazie all’uso di appositi verbi e di vari oggetti si poteva andare avanti nel gioco risolvendo le situazioni che si presentavano mano a mano. Sicuramente comunque è necessario porre gli ovvi distinguo che derivano da una diversa concezione del genere del gioco e dal target cui questo titolo deve essere dato in pasto. Si avrà a disposizione una lunga serie di vocaboli (86), tutti nello strano linguaggio segreto di Hamtaro e compagnia, l’Ham – Chat, corrispondenti ognuno ad una specifica azione con cui si può interagire con l’ambiente circostante nonché con gli altri personaggi presenti nelle sei locazioni del gioco (delle quali all’inizio sarà possibile visitarne solo due). Per complicare le cose, all’inizio del gioco Hamtaro, inciampando in un secchio d’acqua, rovinerà irrimediabilmente il dizionario dei termini Ham – Chat, cosicché tutte le parole precedentemente imparate (presumibilmente nel prequel, Ham – Hams Unite!) verranno cancellate, tranne alcune di base, e si dovrà nuovamente procedere a memorizzarle inserendole nel vocabolario. I termini nuovi si ottengono parlando con gli altri amici criceti, utilizzando, per far questo, i termini già a propria disposizione: la tipica struttura “a catena”, secondo cui tramite oggetti precedentemente ottenuti si risolvono enigmi lasciati in sospeso. Premendo A vicino ad un oggetto o ad un personaggio con cui si può interagire, si visualizzerà un piccolo menu in cui scegliere l’azione da compiere utilizzando i giusti termini in Ham – Chat. Di default avremo quattro parole, che ci verranno insegnate all’inizio dal capo della comunità di criceti, e delle quali la più usata sarà certamente “HamHa!”, che corrisponde al saluto e serve ad iniziare una normale conversazione. Utilizzando le altre parole a disposizione, però, i nostri interlocutori potrebbero pronunciare frasi diverse, utili alla risoluzione dei problemi che mano a mano si presenteranno. Molto interessante è il fatto che, a seconda dell’oggetto con cui si interagisce, i termini visualizzati nel menu delle azioni cambino, mostrando solo ciò che effettivamente è possibile fare in quel caso, comprese, a volte, anche parole che ancora non sono state imparate: nel qual caso bisognerà prima trovare il criceto che ce le insegni per poter proseguire, cosa che non è detto sia così scontata. Il principale difetto delle avventure di questo tipo, infatti, sta nei momenti in cui si procede a tentativi, vagando spesso per parecchio tempo alla ricerca dell’oggetto, del personaggio o, in questo caso, del termine che ci permetterà di sbloccare la situazione e proseguire. Ciononostante, si fa abbastanza sentire la necessità di adattare il gioco soprattutto al giovane pubblico che già segue le avventure di Hamtaro in televisione, dato che le azioni a disposizione sono sempre piuttosto chiare e non capita praticamente mai che non si sappia assolutamente quale parola usare per compiere una determinata azione; come se non bastasse, gli oggetti presenti nell’inventario vengono usati automaticamente quando viene il momento, rendendo il tutto incentrato prevalentemente sulla comunicazione con i personaggi e sul giusto uso dei vocaboli imparati. Tutto questo non toglie che, comunque, giocare ad Hamtaro: Ham – Ham Heartbreak possa risultare molto piacevole, creando quella tipica soddisfazione che proviene dall’utilizzo dell’azione giusta al momento giusto che è sempre stato caratteristico di titoli simili.
Non mancano poi nemmeno gli extra collaterali al gioco vero e proprio, presenti ad esempio sotto forma di “guardaroba”, con vestiti che è possibile acquistare in vari colori e far indossare ai due protagonisti (Hamtaro e Bijou), per poi scattare delle foto nell’apposito laboratorio. Altro minigioco è l’Ham – Jam, che permette di far danzare i criceti al ritmo delle tracce reperibili nel corso dell’avventura. Si possono modificare le posizioni del ballo e la loro successione per creare nuove danze personalizzate, e persino scambiarle con altri amici muniti di GBA grazie al Cavo Link. Tutto ciò ha un’utilità pressoché nulla, soprattutto considerando che non v’è traccia di modalità di gioco in multiplayer (e, c’è da aggiungere, non se ne sente nemmeno la mancanza, dato che non avrebbe nulla a che vedere con il genere di cui questo titolo è erede), ma forse ai fan più sfegatati del piccolo criceto potrà sembrare una trovata divertente. Sul lato tecnico, nulla di cui gridare al miracolo: la grafica presenta pochi colori e non è molto definita, essendo più ai livelli di un Game Boy Color che di un GBA. Di squisita fattura, invece, le varie animazioni e le espressioni dei criceti, davvero degne di un anime. Le musiche sono discrete, accompagnano il gioco in modo appropriato senza risultare troppo invasive e non si ripetono eccessivamente, risultando quindi abbastanza gradevoli da ascoltare (specie le tracce dell’Ham – Jam). Tutti gli elementi presenti nel gioco contribuiscono a creare una piacevole esperienza, un titolo che si lascia giocare fino in fondo e pieno di carattere: una cosa insolita per un tie – in. E’ possibile reperire anche alcune insolite chicche, come una curiosa imitazione della Master Sword di A Link to the Past che riposa nei livelli bassi delle miniere di una delle ambientazioni presenti nel gioco. Per finire, risulta quasi scontata la possibilità di giocare Ham – Ham Heartbreak nella nostra lingua: primo, perché il gioco in questione si rivolge ai giovanissimi, che devono poter capire quanto accade a schermo; secondo, perché ormai quasi tutti i prodotti della grande N beneficiano di una localizzazione nell’idioma dantesco (sebbene in questi casi abbia spesso ben poco di dantesco). La traduzione si difende, senza infamia e senza lode: si lascia leggere abbastanza bene e non è così sgrammaticata da far gridare allo scandalo.
Commento
Non rimane molto altro da riferire a proposito di questo Ham – Ham Heartbreak che non sia già stato detto nel corpo della recensione: una volta passati sopra alla grafica grezza, si tratta di un titolo che si eleva (anche se non di troppo) dalla massa dei giochi per GBA grazie al divertimento che sa regalare. In più, invoglia molto ad andare avanti, e questa è una dote che ultimamente, purtroppo, scarseggia sempre più. Certo non si tratta di un prodotto su cui fiondarsi ad occhi chiusi: come sempre, conviene anzitutto concentrarsi sui veri capolavori presenti su GBA (Metroid Fusion, Zelda: A Link to the Past, Wario Ware, i Mario Advance, per citare solo quelli più famosi), prima di considerare l’acquisto di Ham – Ham Heartbreak, che peraltro data la sua facilità può risultare poco longevo, nonostante ogni momento di gioco regali una certa soddisfazione. Molto adatto, per ovvie ragioni, ai fan della serie TV di Hamtaro, sconsigliatissimo invece ai detrattori dei personaggi “pacioccosi”.
- Pro:
- Contiene più di un richiamo alla classica avventura grafica
- Divertente e stimolante
- Ottime le animazioni e le espressioni dei criceti
- Giusta dose di extra a condire
- Contro:
- Aspetto grafico degno di un Game Boy Color
- A volte si procede per tentativi, vagando all’infinito per una data locazione in cerca di indizi
- Piuttosto facile e un po' ripetitivo
Come probabilmente molti sapranno, “Hamtaro: piccoli criceti, grandi avventure”, è un cartone animato dai toni piuttosto “soft”, rivolto ad una fascia di giovanissimi, che narra le avventure del tenero criceto Hamtaro, alle prese con una comunità di suoi simili. Lo sviluppo della serie di giochi ispirati all’anime di Hamtaro è stato affidato a Nintendo, che di creaturine kawaii se ne intende molto, dopo il successo dei Pokémon. Si è trattato di una buona scelta, che ha permesso di ottenere dei titoli pieni di carattere e piuttosto piacevoli da giocare. Dopo il primo Ham - Hams Unite! Su Game Boy Color, è tempo di un nuovo episodio sull’ultimo pargolo portatile della casa di Kyoto, mentre un ennesimo capitolo è già uscito in Giappone. Ma andiamo con ordine. In Ham – Ham Heartbreak, la semplice premessa introduce un diabolico criceto, Spat (Birbo nella traduzione italiana), opportunamente munito di un paio di ali da pipistrello, di un copricapo cornuto e di un forcone, e che ha intenzione di rompere con inganni di ogni sorta tutti i legami affettivi presenti nella tranquilla comunità di Hamtaro. E’ compito del nostro protagonista e della sua amica, Bijou, cercare di ricucire le amicizie e gli amori infranti da Spat.