Al contadino non far sapere...
E’ questa la semplice ma efficace premessa dietro il nuovo episodio della serie di Harvest Moon, famosissima in Giappone e da qualche anno attiva anche in Nordamerica; abbiamo dovuto aspettare però il 2004 e le due versioni contemporanee GameCube e Game Boy Advance perché un publisher europeo (nella fattispecie la lungimirante Ubisoft) si interessasse all’argomento e si assumesse l’onore e l’onere della distribuzione ufficiale. A differenza della versione GameCube recentissimamente esaminata su queste stesse pagine, l’episodio GBA resta molto saldamente ancorato alle precedenti iterazioni della saga richiamando graficamente gli episodi a 16 bit e per il resto riciclando e sviluppando concetti quasi mai del tutto nuovi; non che questo sia un male, intendiamoci, perché se questa serie piace tanto ai nostri amiconi con gli occhi a mandorla un motivo ci deve pur essere! Sballottato all’improvviso dalla realtà urbana a quella contadina, il nostro eroe si trova a dover fare i conti con i problemi, ben più prosaici di quanto di solito siamo abituati a vedere in un videogioco, di un fattore della ridente località di Mineral Town, e qua veniamo al punto cardine del discorso: cos’è Harvest Moon? Difficile iscriverlo in un genere ben determinato: le meccaniche sono quelle di un classico JRPG con visuale a volo d’uccello, ma a differenza della semitotalità dei titoli del genere qui non c’è un obiettivo finale preciso e immediatamente riconoscibile, non c’è un viaggio da intraprendere e un percorso già stabilito per voi da seguire, mentre caratteristiche del genere sono, appunto, la visuale e l’interfaccia, nonché l’interazione con gli NPC, gli script e, anche se poca, l’esplorazione. Poi ci sono elementi gestionali, perché alla fine ci si aspetta da un bravo agricoltore modello che sappia tenere in ordine i conti della propria impresa agricola, ma sono estremamente immediati e semplificati per cui non vi aspettate di trovarvi davanti una specie di Sim Farm con tonnellate di schermate da esaminare attentamente. Saprete rendervi conto da soli, se vorrete giocare, del “non genere” al quale Harvest Moon appartiene, dedicandovi alle decine di attività che la vita di fattoria vi impone: dovrete innanzitutto coltivare la terra, il che vuol dire comprare semi in città, preparare il terreno, ararlo per bene, seminare e innaffiare ogni giorno; dovrete poi ben presto procurarvi qualche animale, galline, mucche e pecore, e dedicarvi alla loro cura quotidiana se vorrete godere dei prodotti che queste simpatiche bestioline sanno elargirvi. Anche cani e cavalli, sebbene non vi regalino benefici immediatamente spendibili, sono da accudire con costanza, pena la loro disaffezione. Nei dintorni della vostra fattoria, inoltre, ci sono ottimi posti per pescare e per dedicarsi all’estrazione di minerali (siamo a Mineral Town, del resto), attività alle quali potrete dedicarvi senza problemi. Ovviamente tenere in vita la fattoria del gentile vecchierello che ve l’ha donata è una cosa bella ma non ci procura il companatico, ed ecco che, a sera, potrete godere dei frutti, leggi moneta sonante, del vostro duro lavoro; e a cosa vi serve la moneta? A tante cose: a Mineral Town, innanzitutto, vivono tante simpatiche persone e c’è un discreto numero di attività commerciali; esattamente come nella vita reale i soldi faciliteranno la vostra vita di relazione permettendovi di elargire regali a destra e a manca, e soddisferanno i vostri impulsi d’edonismo permettendovi di circondarvi d’oggetti superflui ma eleganti. Coi soldi potrete acquistare del cibo per sostentarvi (non siete dei robot e non potete lavorare all’infinito, ma in genere basta una sosta alle terme, gratuite, per rinfrancare spirito e corpo), e soprattutto espandere in vari modi la vostra attività e la vostra fattoria, per produrre e guadagnare sempre di più ed ottenere, in sostanza, il monopolio del mercato ortofrutticolo. O comunque, e non è un brutto obiettivo, per potervi dedicare con gran dispiego di mezzi alla conquista di una tra le belle ragazze che vivono a Mineral Town e che sono rimaste subito colpite dalla vostra interessante presenza: come al solito, il matrimonio è forse l’unico obiettivo che Harvest Moon, ma neanche tanto esplicitamente per un bel po’, pone al giocatore.
Lo scorrere inesorabile del tempo
Oppure, se volete, potrete decidere di non far niente, lasciar andare in malora la fattoria e dedicarvi alla perdita di tempo più insensata e fine a se stessa. Siete liberi e il gioco non punisce, se non in maniera indiretta, chi decide di intraprendere questa strada; ma capirete da soli che passare i giorni in questa maniera sarebbe alquanto noioso... I giorni, esatto, perché Harvest Moon pensa quadridimensionalmente: in un anno ci sono quattro mesi, ognuno dei quali corrispondente ad una stagione; un mese, a sua volta, è fatto di trenta giorni. Il corso delle stagioni influenza il tipo di colture che potete realizzare, nonché, ovviamente, le condizioni atmosferiche e conseguentemente la salute e l’affaticamento del vostro alter ego: lavorare sotto il cocente sole estivo è ben più faticoso che farlo con la piacevole brezza primaverile che accarezza la pelle abbronzata... Inoltre, lo scorrere quieto e monotono della vita di Mineral Town viene ogni tanto interrotto, a giorni prefissati, da feste e celebrazioni, l’occasione ideale per approfondire la conoscenza con la ragazza dei vostri sogni, e da gare di vario genere, alle quali potrete partecipare o limitarvi ad assistere. Non sono da sottovalutare al proposito di rompere un po’ la monotonia della vita di campagna, alcuni divertenti sottogiochi ai quali avrete accesso tramite il vostro fedele cagnolone o anche ingraziandovi alcuni simpatici spiritelli che vivono a nord del paesello. Col passare dei giorni va avanti anche la vita dei vostri concittadini, dotati di script e storie semplici ma divertenti nel momento in cui deciderete di venirne coinvolti. Il tempo trascorre solo quando siete all’esterno - si blocca negli edifici e nelle grotte - e lo fa finanche troppo velocemente, tanto che all’inizio, specie se non avete dimestichezza con la serie, troverete decisamente impari il confronto tra le tante cose da fare e il pochissimo tempo per farle, cosa che tra l’altro fa da contrasto con l’idea di un gioco pacato e riflessivo che ci si potrebbe fare di Harvest Moon. Questo difetto, che peraltro si fa sentire solo quando l’esperienza col gioco è poca, è l’unico di una certa sostanza che possa essere attribuito a Friends of Mineral Town. Nella particolare prospettiva che il gioco propone, tutto è realizzato bene ed anche il reparto tecnico si difende: grafica non certo da mascella a terra, ma funzionale, simpatica e ben disegnata, specie i personaggi che sfoggiano un look “simil-renderizzato” ormai obbligatorio per le produzioni del genere su GBA, e stesso andazzo sul fronte sonoro, poche musichette ma tutte molto orecchiabili, e che tra l’altro aiutano, stonando qua e là, a dedurre le condizioni fisiche del nostro eroe di campagna. Menzione speciale per alcuni effetti ambientali, primo fra tutti quello, veramente ben realizzato, della pioggia. Noticina finale: le tonnellate e tonnellate di testo presenti nel gioco sono rimaste nella lingua della perfida Albione e dei più alla mano States; il manuale è in Italiano, ma dubitiamo che dalle sue quattro (4) paginette sarete in grado di capire alcunché. Tutorial e spiegazioni esaurienti sono tutte in game, e se non siete forti con l’Inglese forse è il momento di metter mano seriamente a quel testo di grammatica...
Commento
Quando a un gioco non possono essere mossi appunti di sostanziale rilevanza, e al contrario vanno riservate tante lodi, è probabile che ci si trovi di fronte ad un grande classico. Sarebbe così anche per Harvest Moon: Friends of Mineral Town, se non fosse che un gioco così sui generis per forza di cose non incontrerà il favore di tutti. Qua siamo ben lontani da quelli che sono quasi i fondamenti indiscussi dell’industria videoludica, e se ad un videogioco chiedete azione, azione e ancora un pizzico d’azione, e/o un obiettivo finale ben preciso da raggiungere a tutti i costi, magari segnando lungo la strada favolosi sviluppi di sceneggiatura, allora Harvest Moon, tutti gli Harvest Moon, non fanno per voi. Qui si pone alla prova la conoscenza che avete di voi stessi come videogiocatori; se non avete mai avuto occasione di avvicinarvi alla serie, il suo debutto europeo non potrebbe essere occasione migliore, ma se vi lascia un po’ di perplessità l’uscita contemporanea delle versioni home e portatile, sappiate che Friends of Mineral Town è un eccellente episodio “classico”, laddove A Wonderful Life è portatore di una carica innovatrice non indifferente. A voi la scelta: poi va a finire che ve li comprate tutti e due...
- Pro:
- Sostanziale assenza di difetti
- Rappresentante eccellente della serie
- Contro:
- Per molti, ma non per tutti
Forse voi non ve ne ricordate, ma quand’eravate piccoli, durante una gita coi vostri genitori, siete stati irrimediabilmente attratti da un podere lì nelle vicinanze, siete entrati e senza troppi complimenti avete iniziato a giocare con le bestioline di casa; per vostra fortuna, l’anziano proprietario era una persona dal grande cuore e così, lungi dall’allontanarvi col fedele spingardino, rimase anzi molto contento di poter trascorrere qualche ora spensierata con un frugoletto vispo e intelligente com’eravate voi a quei tempi e con i vostri genitori. Tanto contento che adesso, che se n’è andato, vi ha lasciato in eredità l’intera fattoria!