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Hellgate: London - Recensione

Dopo infinite parole spese, tonnellate di immagini e qualche ritardo di troppo, arriva finalmente il gioco che avrebbe dovuto riscrivere un genere. Ma che ha fallito.

RECENSIONE di Andrea Moi e Umberto Moioli   —   22/11/2007
Hellgate: London
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Entrare in Hellgate

La prima azione richiesta al giocatore è banalmente quella di crearsi il proprio alter ego, personalizzandolo nell'aspetto estetico – attraverso un editor davvero molto completo – e scegliendo per lui una classe. Queste, in totale sei, sono divise in base alla fazione con la quale ci si schiera. Guardiani e Maestri di Lame, tank da combattimento corpo a corpo, con il primo più orientato ai danni ad area, appartengono esclusivamente all'ordine dei Templari, un gruppo di valorosi con l'unico fine di salvare la razza umana.
Invocatori e Mistici, rispettivamente una classe da supporto e il classico castatore di magie, sono invece le professioni a disposizione dei Cabalisti, una sorta di setta dagli oscuri fini e con una pericolosa sintonia con i poteri dei demoni.
Infine i cacciatori, freddi e con la loro sola sopravvivenza in mente, offrono Tiratori Scelti e Ingegneri, capaci di costruire macchine tecnologiche di supporto o attacco che sopperiscano alle loro mancanze nel combattimento.
Una panoramica non originale ma completa, che tutto sommato ben si incastra con le dinamiche del gameplay sviluppate.
Per quanto la visuale in prima persona – che può comunque essere portata in terza in qualsiasi momento - dia la sensazione di giocare a uno sparatutto, il fulcro dell'esperienza è interamente incentrato sulla crescita del proprio io virtuale. Sconfiggendo nemici e completando missioni si guadagnano punti esperienza e, raggiunto il livello successivo, ci si trova con maggior vita, punti magia e qualche nuova abilità da poter sbloccare o potenziare. L'albero delle skill, differente per ogni classe, è piuttosto vario e articolato, dividendosi in tre ulteriori rami che offrono altrettanti spunti e scelte, fermo restando che possono essere mischiati tra di loro nella folle corsa al personaggio perfetto.
L'interfaccia di gioco è piuttosto tradizionale e personalizzabile con mappa, statistiche e la barra che raccoglie oggetti e magie, sempre in bella vista. L'inventario, al contrario, è in vecchio – vetusto a dire il vero – stile, presentandosi in blocchi nei quali disporre gli oggetti, con poco spazio per tutto e senza un pulsante che gestisca in automatico l'ordinazione per genere, grandezza o nome. Speriamo in una patch.
I comandi non si pongono in maniera diversa da quanto solitamente sperimentato, risultando complessivamente validi.

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Buona idea senza prospettiva

Per tutto il corso dell'avventura si dovranno affrontare una serie di dungeon sempre più lunghi, complessi e pieni di mostri dalla crescente potenza. Come abitudine questo continuo alternarsi di esplorazione e mattanza è giustificato dagli obbiettivi assegnati dagli NPC, siano essi fini al completamento della trama principale o alla semplice raccolta di oggetti speciali.
Che siano tunnel sotterranei o le devastate strade londinesi, le aree di scontro e congiunzione tra i punti di raccolta della resistenza vengono generati casualmente. L'ambientazione è quindi la stessa, ma la struttura dei percorsi, lo spawn dei nemici e la disposizione degli oggetti variano a ogni passaggio. Se questa scelta, non nuova ma ancora poco usata, garantisce una sempre costante sensazione di inquietudine ed incertezza, spesso si scende a compromessi con un level design insoddisfacente e mal calibrato, che lascia prive di interesse intere aeree.
Tutto quanto descritto sino a questo momento può essere vissuto anche in multiplayer, attraverso l'apposita modalità selezionabile all'avvio di ogni partita. I gruppi vanno formati nelle aree comuni e, usciti dalle stesse, si entra nei soliti, randomizzati dungeon, questa volta più difficili e generosi in termini di ricompense.
Per chi volesse un'esperienza più corposa – che vada oltre quella piuttosto standard descritta sinora – è possibile sottoscrivere uno speciale abbonamento mensile di circa 7 euro. Gli sviluppatori promettono aggiunte costanti da tutti i punti di vista e quanto già disponibile non è ignorabile: una modalità Hardcore, dove maggior prestigio viene venduto al caro prezzo di non dover mai morire, pena la cancellazione del personaggio, alcune arene speciali per il PvP, l'opzione per creare gilde e tonnellate di armi e oggetti extra, oltre ad alcune altre piccole migliorie. Tanto materiale, che se fosse inserito nel prezzo della confezione rappresenterebbe un avanzamento considerevole nella valutazione complessiva.
Le oltre venti ore di longevità sono più che sufficienti, tenendo presente l'ulteriore prospettiva del gioco online, ma è la stanchezza che l'azione dimostra dopo poche sessioni a non convincere, tra compiti ripetuti all'infinito e scontri mai indimenticabili.

Hellgate: London - Recensione
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Alti e bassi

Commento

L'occasione mancata è evidente, non essendoci modo di intravedere le qualità da capolavoro che era lecito aspettarsi. Non bastano i dungeon sempre diversi o le sei classi, tutto sommato ben caratterizzate, a cancellare le pecche legate a un'azione che stenta a decollare. L'impostazione data al gameplay, con una struttura da action RPG unita a una visuale impostata inizialmente in prima persona, non porta una tangibile innovazione, palesandosi fine a sè stessa.
Resta la buona gestione del personaggio, l'ambientazione affascinante e le comunque divertenti prime ore, che se unite al multiplayer – in grado di risollevare immedesimazione e divertimento, in parte – ne fanno un prodotto quantomeno da provare per gli appassionati.

Pro

  • Buona resa della Londra decaduta
  • Personaggi e relative abilità in gran numero, per una personalizzazione garantita
Contro
  • Level design poco efficace
  • Non diverte quanto dovrebbe
  • Molti contenuti interessanti riservati agli abbonati

PC - Requisiti di Sistema


Requisiti Minimi Windows XP

  • Processore: Processore 1.8 GHz
  • RAM: 1 GB
  • Scheda Video: NVIDIA GeForce 6200 e ATI Radeon 9000 Pro
  • Spazio su disco: 12 GB
Requisiti Minimi Windows Vista
  • Processore: Pentium 4 3.2 GHz o Intel Core 2.2 GHz o AMD Athlon 3200
  • RAM: 2 GB
  • Scheda Video: NVidia GeForce 8800 consigliata per usare le DirectX 10
Configurazione di Prova
  • Processore: Intel Core QX6700
  • RAM: 2 GB
  • Scheda Video: NVIDIA 8800 GTS 320MB

Hellgate: London è disponibile per PC.

Il problema dei giochi eccessivamente attesi è che, quando non convincono, vengono accolti con in testa l'idea di essere descritti per quello che sarebbero potuti essere ma che non sono. Flagship Studios, sviluppatore di questo Hellgate London, è composto da buona parte del team che anni addietro portò a compimento il capolavoro Diablo: è quindi ovvio che all'annuncio di un nuovo action RPG, la stampa e gli appassionati furono colti dall'idea di poter avere tra le mani una nuova pietra miliare. Purtroppo e come ci si appresta a descrivere nelle prossime righe, buona parte dell'entusiasmo iniziale viene smorzato da una serie di difetti di primaria importanza, che mettono a dura la prova la capacità di non archiviare il tutto come una delusione, richiedendo di scavare sotto la scorza alla ricerca di una serie di buoni elementi che pur sono presenti.
Lo spunto narrativo non è originalissimo ma, avvalendosi della sempre affascinante Londra sullo sfondo, risulta piuttosto piacevole e ben scritto. L'anno è il 2038 e quando il giocatore prende in mano le redini della storia, oramai della capitale inglese non rimangono che le rovine, spazzata via com'è da anni di distruzione e terrore a causa dei demoni che tempo prima apparvero da uno squarcio spazio-temporale. In questa situazione estrema, dove i pochi sopravvissuti si riuniscono nel sottosuolo per organizzare un accenno di resistenza e coordinare le uscite in superficie, alcuni eroi vestono gli scomodi panni di ultima speranza, una flebile luce nell'oscurità più totale.