Dopo più di vent'anni dal prequel, ecco a voi la recensione di Homeworld 3. Un seguito particolarmente atteso non solo perché i primi due Homeworld sono riconosciuti capolavori, ma anche perché in tutti questi anni non è uscito nulla che si avvicinasse a quei due illustrissimi giochi. Che tra l'altro sono ancora perfettamente giocabili grazie alla curatissima Remastered Collection che potreste prendere in considerazione prima di lanciarvi in questo terzo capitolo.
L'eredità
Gli Homeworld originali divennero un successo soprattutto per questi tre motivi: stile grafico fuori di testa, strategia a trecentosessanta gradi con un'interfaccia in grado di tenerla a bada e tanta libertà concessa al giocatore nell'approcciare ogni singola missione. In questo seguito, spoiler, ritroverete soltanto due di queste tre caratteristiche. Homeworld 3 è un titolo senza dubbio bellissimo da vedere: il ray tracing che pennella le ombre, gli enormi elementi scenografici che riempiono il vuoto dello spazio, le immancabili scie lasciate dalle astronavi e i tanti dettagli, e le altrettante animazioni, che colorano la scena, lo rendono davvero uno degli strategici più appariscenti in circolazione. Le musiche non sono da meno, e donano ad ogni frame una sacralità che rende ancora più avvincente l'esperienza. Un po' mancano i colori vibranti, quasi cel shading, dei primi due giochi che avevano quel look un po' acido del finire degli anni novanta, ma ce ne possiamo fare una ragione. Homeworld 3 è bellissimo, più credibile, ma anche molto meno reazionario.
Copertura Zero
Anche il gameplay è stato rispettato: questo è Homeworld 3 e non uno squallido tentativo d'imitazione, o una sconclusionata operazione revival. La nostra astronave più grande è anche la nostra base dove costruire e riparare le navi da battaglia, quelle per la raccolta risorse e dove potremo ricerca nuove tecnologie. Se perderemo questa, sarà game over. Fortunatamente potremo difenderci in diversi modi, il più importante è creare delle flotte composte dalle migliori navi da battaglia. Ogni flotta potrà essere composta da mezzi di classe diversa e sarà possibile assegnargli una diversa formazione. Le navi che sopravviveranno agli scontri aumenteranno d'esperienza, e avere in formazione dei veterani non è una cosa da sottovalutare. Il gioco, come dicevamo, è essenzialmente lo stesso di sempre: in questo terzo capitolo si sono rivelate molto utili le torrette, da piazzare sugli asteroidi limitrofi, e naturalmente il nuovo sistema di coperture che permette di utilizzare lo scenario a proprio vantaggio durante i combattimenti. Il tutto avviene in tempo reale, e verso ogni direzione! Inizialmente è un po' caotico ma non temete: è possibile mettere in pausa per riorganizzare le idee e lasciare che il gioco scorra in un poetico e utilissimo slowmotion.
Dritti alla vittoria
L'unica grande differenza col passato è nel design delle missioni che tendono ad essere più lineari che in precedenza. Ogni incarico è uno spettacolo sia per gli occhi che da giocare, inoltre spesso è il pretesto per introdurre nuove navi da costruire, nuove tecnologie da ricercare, ma cosa fare è abbastanza chiaro e ha sempre a che vedere con il tema del livello. Come nei giochi precedenti, quello che avremo alla fine della missione precedente è quello che ci ritroveremo all'inizio della missione successiva. Questa è una meccanica che in Homeworld 2 poteva cambiare radicalmente l'approccio all'incarico seguente, ma in questo terzo capitolo ci sono sempre abbastanza risorse per rimediare agli errori passati. Non è per forza un peggioramento: la campagna sarà anche meno rigiocabile, ma propone situazioni davvero strabilianti. In mezzo però non ci sarebbero stati affatto male dei livelli ambientati nello spazio profondo, più simili all'esperienza originale e di conseguenza meno guidati.
Giochi di Guerra
A livello medio, la campagna si attesta all'incirca sulla quindicina di ore. È un bel giocare, non vedi l'ora di scoprire quale sarà la missione successiva, ma per quel che riguarda la narrazione c'è da mettersi le mani nei capelli: la storia è mal raccontata, poco immaginifica, inutilmente difficile da seguire. Eppure bastava poco: un pretesto per lanciare la gigantesca astronave base Khar-Kushan alla deriva nello spazio perché è in quel contesto che il concept dà il meglio. Non a caso è proprio la premessa della modalità Giochi di guerra, praticamente un Homeworld 3 roguelike da giocare da soli o con un amico. Giochi di guerra è divertente, addirittura potenzialmente devastante se non fosse che al momento non è proprio ricchissima di variabili. È un extra incentrato prevalentemente sul combattimento, ed è un peccato perché se ben gestito avrebbe meritato persino un ruolo da modalità principale.
Sicuramente gli appassionati si lanceranno senza pensarci due volte nella modalità schermaglia, dove fino a sei giocatori potranno sfidarsi schierando le loro flotte, accuratamente personalizzate nei colori e negli emblemi. In multiplayer è possibile impostare diversi parametri come la durata massima del match, il numero di risorse iniziali, le condizioni di fine partita e naturalmente se comandare la Flotta hiigaran e quella degli Incarnati. Le due fazioni hanno alcune caratteristiche proprie, ma il loro bilanciamento è prevalentemente speculare: appaiono diverse, ma non lo sono così tanto. Del resto Homeworld non è mai stato Starcraft, che invece si basa molto di più sull'asimmetria delle sue tre razze. Anche la modalità schermaglia appare un po' tirata via e non gli avrebbero fatto male una maggior numero di contenuti, incluse le mappe, e opzioni.
Conclusioni
Non sarà perfetto, o proprio come lo voleva ciascuno di noi, ma Homeworld 3 è un grandissimo gioco che, nonostante uno scivolone e qualche scelta controversa, vi terrà impegnati un bel po' di ore. Le missioni sono sempre spettacolari, grafica e sonoro spalancano la bocca mentre le vostre astronavi piroettano sotto una valanga sterminata di laser nemici e voi cercate forsennatamente di capire come averne la meglio. Il gioco è tradotto in italiano, propone due diverse modalità di comandi (classica e moderna) e ha un sistema di mod interno che potrebbe riservare grosse e inattese sorprese. Quel che non ci è piaciuto è la trama della campagna, la mancanza di missioni più aperte anche solo scenograficamente, e la modalità roguelike cotta a metà.
PRO
- Grafica e sonoro eccezionali
- È un vero Homeworld
- Missioni davvero spettacolari
CONTRO
- Missioni sempre molto lineari
- Modalità roguelike cotta a metà
- La trama promette poco e comunque non mantiene