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L.A. Rush - Recensione

Le corse cittadine invadono Los Angeles e chi siamo noi per impedirvi di partecipare?

RECENSIONE di La Redazione   —   10/01/2007
L.A. Rush
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Take me home, country road

Il pretesto su cui verte LA Rush è la storia di uno street racer derubato fino all'ultimo centesimo da un membro di una banda rivale, starà al giocatore recuperare ed aumentare il proprio conto in banca a suon di gare cittadine, inseguimenti con la polizia e musica hip-hop. Il gioco, stravolgendo quelli che sono i canoni della serie, è strutturato come un vero e proprio open-world alla stregua di GTA: ai giocatori verrà data libertà totale sul modo in cui riprendere i soldi rubati, scegliendo quando e quali prove sostenere, in che ordine e se magari semplicemente scorazzare in giro per la città degli angeli alla ricerca di emozioni forti. Los Angeles, pur rappresentando un ottimo punto di partenza per la costruzione di una mappa adatta alla realizzazione di un open world, è rappresentata in maniera approssimativa, lontana dalla realtà e in dimensioni infinitamente minori rispetto alla controparte reale: attraversare la città (partendo da un estremo della mappa e arrivando a quello opposto) è impresa da pochissimo tempo e la maestosità della rappresentazione offerta dai giochi Rockstar, ad esempio, non è nemmeno lontanamente ravvisabile per via della totale assenza di pedoni, della monotonia imposta agli edifici che scorrono sui lati della strada e della scarsa IA dimostrata dalle altre auto che normalmente percorrono le strade, tutto ciò contribuisce ad una versione più posticcia della città di Los Angeles, inficiando di molto l'esperienza di gioco. Come precedentemente accennato all'interno della mappa sarà possibile raggiungere particolari punti della città dove accettare missioni, gareggiare su circuiti cittadini, cimentarsi con la distruzione di cartelli pubblicitari e soprattutto procedere al recupero di nuovi veicoli; accedendo alla schermata della mappa sarà possibile utilizzare il pratico GPS per avere sempre sott'occhio il percorso utile a raggiungere un determinato posto. Per poter partecipare ad ogni gara sarà necessario pagare un'esigua quota d'iscrizione, che si andrà ad ammortizzare in caso di vittoria finale (ai primi tre classificati della corsa verrà assegnato un premio in denaro), ogni tot gare vinte inoltre ci sarà la possibilità di rubare una vettura al proprio acerrimo nemico ed aumentare così il proprio parco macchine. Le vetture potranno essere "guadagnate" sfruttando una particolare missione che obbligherà il giocatore a fuggire da tre minacciosi suv neri portando l'auto al sicuro nella propria villa residenziale. Le gare di demolizioni sfruttano invece la vena più spettacolare del gioco, avvicinandolo più a prodotti come burnout, in questa prova infatti i giocatori dovranno sfruttare a fondo le rampe e le cariche di nitro sparse per la città per realizzare grandiosi salti in grado di sbriciolare alcuni particolari cartelloni pubblicitari.

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La lunga mano della legge

Le varie fasi di furto, distruzione, guida al limite e gara cittadina, non scorreranno ovviamente snza intoppi, in tutti i momenti del gioco sarà infatti possibile essere inseguiti da una o più vetture della polizia, a seconda della gravità dei propri reati. Un indicatore con cinque stelle darà il grado della pericolosità dello stile di guida e servirà come monito ed autoregolamentazione nei momenti più delicati delle gare: se infatti il giocatore si lascerà prendere dalle volanti di polizia, verrà fermato per un breve periodo di tempo e multato di una cifra proporzionale ai reati commessi. Se il sistema di controllo legato alla polizia funzionasse alla perfezione, il gioco avrebbe indubbiamente un punto a favore, nella realtà dei fatti invece risulta fin troppo semplice sfuggire ai paladini della legge, facendoli sfigurare in modi degni del miglior capitolo di "Scuola di Polizia", con tanto di incidenti spettacolari, piroette e molto altro. La polizia non rimane perà l'unico esempio di IA mal calibrata, tutto il gioco risente di un eccessiva facilità: nelle gare anche guidando bendati si arriverà matematicamente primi al traguardo, i fermi per multa della polizia non danno effettivamente svantaggio temporale/monetario al giocatore che può così permettersi una guida assolutamente spericolata. A questo proposito va riscontrata la presenza delle collisioni visibili sulla carrozzeria della propria macchina, i danni però purtroppo non diminuiscono le prestazioni della macchina e sono praticamente assenti (vetri a parte) sulle vetture presenti all'interno della mappa. Oltre alla modalità Story LA Rush offre poco di più: lo stunt mode risulta assolutamente snaturato rispetto alle sue precedenti versioni, decisamente meno "tecnico" in favore di qualcosa più arcade, casuale e davvero poco divertente; il multiplayer permette di affrontare una tra le modalità proposte dal single player e replicarla in versione ad hoc.

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La lunga mano della legge


Il punto di forza di LA Rush potrebbe essere rappresentato dall'intero comparto grafico: il motore dietro al gioco è solido e non perde colpi nemmeno nelle situazioni più intricate con incidenti a raffica e i danni visibili sulle macchine sono senza dubbio una gradita presenza (soprattutto per un gioco con le collisioni all'ordine del gioco); rimangono però forti dubbi (di gusto) sulla personalizzazione della auto da parte della West Coast Custom, officina resa famosa dal programma di Mtv "Pimp my Ride", che ha la facoltà di trasformare macchine già non molto appetibili in qualcosa di forse troppo lontano dal concetto di automobile e troppo vicino a quello di astronave. Se d'altro canto la colonna sonora del gioco può riservare piacevoli tracce, lo stsso non si può dire del pessimo doppiaggio che accompagna i giocatori nell'avventura.

Commento

Le potenzialità PSP le avrebbe tutte per ospitare un buon capitolo della serie "Rush", sfortuna vuole che non sia questo. La difficoltà tarata verso il basso, la monotonia della struttura di gioco e la perdita di quelli che sono -da sempre- i capisaldi della serie fanno di questo LA Rush un gioco di guida purtroppo poco divertente, facile e assolutamente non degno dei suoi predecessori. Forse la piega che sta prendendo la serie non è quella corretta, ma il tempo per aggiustare il tiro, non manca.

    Pro:
  • Abbastanza longevo
  • Visualizzazione dei danni alla macchina
    Contro:
  • Decisamente troppo semplice
  • Snaturato rispetto ai precedenti giochi
  • A tratti monotono e frustrante

Essere il seguito di un gioco apprezzato da una buona fetta dei videogiocatori discepoli dei racing di stampo arcade, e contemporaneamente fare il grande salto da console casalinga a portatile, non è mai facile. Quando poi c'è di mezzo la serie "Rush" (brand nato e amato sull'asfalto digitale di San Francisco e recentemente portato a Los Angeles) allora il discorso si fa più complesso per via di elementi unici e specifici da sempre legati a questi giochi e a cui i fan più accaniti sono più legati. Questo LA Rush per PSP, va purtroppo detto in apertura di pezzo, non ha nulla da spartire con i giochi da cui deriva, perdendo identità e mescolandosi anonimamente alla schiera dei racing game ad oggi presenti sul mercato. E se questo primo abbozzo di valutazione non vi bastasse, i paragrafi successivi dovrebbero spiegare meglio il concetto.