Il vecchio stile è pur sempre stile.
In seguito all’assassinio di alcuni vostri dipendenti, partite per un’avventura che vi porterà a viaggiare vari continenti (dalle americhe alla nostra Sardegna, fino alla Russia), incontrando pesonaggi tipici dei luoghi, sempre molto caratterizzati negli atteggiamenti e perfino nell’accento di voce!
Alcuni di questi personaggi compariranno spesso nel gioco e vi saranno utili o indispensabili per risolvere alcuni enigmi. Altri vorranno semplicemente farvi “la pelle” e dovrete annientarli o con l’astuzia o affrontandoli in combattimenti in stile pseudo-rpg, cioè eseguendo a turno mosse di attacco fino all’esaurimento dell’energia di uno o dell’altro.
Nella maggior parte dei casi il vostro compito è scoprire come accedere nelle stanze giuste per carpire informazioni, siano esse registrate sui pc o su agende, propio come un investigatore privato.
Le informazioni saranno poi registrate in una vostra personale banca dati e sempre accessibili per ricostruire il canovaccio della storia che state vivendo.
Molte volte dovrete combinare oggetti insieme per trovare un scappatoia nei confronti di persone poco “collaborative” (per esempio un bel bicchiere di champagne...).
Non mancano inoltre le avventure galanti, scene piccanti comprese (sono i “rischi” del mestiere).
In conclusione, siamo di fronte al compendio delle soft-spy story care agli usa negli anni ’80.
Il vecchio stile è pur sempre stile.
Largo vs Resident Evil
L’impostazione degli ambienti e il movimento dei personaggi, basato sulla rotazione sul propio asse, richiamano subito ed ineluttabilmente un titolo alla memoria: Resident Evil.
A prima vista anzi, non sorprendetevi se vi verrà spontaneo dire: “è così che RE dovrebbe essere!!”, perchè la grafica è coloratissima, i personaggi sono animati con continuità e, a differenza del capolavoro Capcom, le stanze di gioco sono molto estese (ci si chiede come abbiano stipato tutto in memoria) e le scale si salgono liberamente in ogni occasione.
Le analogie però si fermano presto, e l’ago della bilancia torna nella prevista direzione.
Inanzitutto, RE è un capolavoro di suspence, laddove LW è troppo lineare: tutto è previsto, e perfino i dialoghi con i personaggi sono predefiniti.
In RE potete usare le armi per variare i modi e l’efficacia con cui superare gli ostacoli, in LW la soluzione è generalmente una sola e dovete solo ragionare per indovinarla.
In RE i combattimenti sono un punto di forza del gioco, e sono molto impegnativi, in LW i combattimenti sono inevitabili e spesso solo noiosi.
Insomma perchè ho voluto confrontare questi due titoli? Inanzitutto perchè RE è il metro di paragone delle avventure su Playstation e poi perchè sia evidente agli avventurieri come la meccanica di gioco di LW sia peculiare e differente: qui il ragionamento è la base di tutto, invece dell’azione. Se è questo che cercate, siete arrivati a destinazione, se cercate un altro RE, proseguite oltre.
Il punto “tecnico”
LW appartiene senza ombra di dubbio alla seconda generazione di titoli PS2 (o terza, se ragionate in termini japponesi): grafica senza remore, che muove personaggi giganteschi in scenari animati (non molto per la verita) con textures convincenti e colori ricchi e ispirati.
Insomma è molto piacevole da vedere, e di sicuro i vostri amici lo noteranno mentre giocate, divertendosi a seguire le vostre perigrinazioni.
Dal punto di vista audio poi un plauso alla Ubisoft per lo sforzo profuso nel doppiaggio, con colloqui ragionevoli e tono di voce realistico il più delle volte.
L’interfaccia utente non è delle più efficaci, con un menù apparentemente basilare a cui invece non si accede serenamente a causa dell’uso di tutti i tasti dorsali in modo contestuale all’azione. Vale a dire che a volte i tasti perderanno la loro funzione o la cambieranno a seconda degli oggetti/persona a cui siete vicini.
Non per niente hanno implementato un help testuale (!) per ricordare come usare i comandi.
I miei infiniti complimenti invece agli sviluppatori per l’implementazione del salvataggio libero, eseguibile in qualunque momento: un vero sollievo, in attesa che divenga lo standard in tutti i giochi e faccia dimenticare le macchine da scrivere di Resident Evil (forse l’Hard Disk sarà la chiave di questa piccola rivoluzione....).
Giudizio finale
LW è piacevole, lineare e non troppo difficile.
Insomma una avventura che riemperà gradevomente i momenti di pausa in attesa del film di tele+.
Per gli appassionati del genere si tratta di una piccola rivincita in un mondo ormai assuefatto ai ritmi di Lara Croft, ma coloro che amano la libertà di scelta e l’azione, forse si annoieranno.
A tutti comunque il consiglio di dare almeno un’occhiata.
Pro
• Grafica appariscente e personaggi “enormi”
• Doppiaggio in italiano ben fatto
• Trama curata, degna di una piccola produzione TV
• Personaggi verosimili e variegati
Contro
• Animazione a volte basilare
• Enigmi troppo pilotati, a volte puerili
• Si è un po’ troppo “spettatori” di una storia già scritta
• I combattimenti sono davvero terribili
Il vecchio stile è pur sempre stile.
Benvenuti in Largo Winch. Voi amanti delle avventure classiche, che passate ore a cercare oggetti e a combinarli insieme, scorrere liste di dialoghi per scegliere la frase giusta con cui parlare ad un abulico interlocutore, vagate per stanze vuote cliccando in ogni angolo alla ricerca di un’iterazione nascosta agli occhi inesperti e non sapete domare il desiderio di scoprire “cosa succederà dopo”....
Insomma benvenuti con me in viaggio verso il passato. Eh si perchè LW è un titolo di quelli che ormai se ne vedono pochi, non perchè sia un genere abusato o privo di attrattiva, ma perchè la massificazione del mercato ha spinto con forza le software houses verso la spetacolarizzazione grafica a scapito della trama e dei contenuti intelligenti.
La trama invece torna sovrana in questo lavoro voluto da Ubisoft, cosa che a primo acchito non può che farci piacere.
Ma partiamo con ordine: forse pochi di voi sanno di chi stiamo parlando, a meno che non abbiate vissuto qualche tempo in Francia.
Largo Winch è un fumetto di successo della casa editrice Dupois produttrice fra gli altri de “I Puffi” e “Lucky Luke”. Un successo tale da convincere la televisione francese a produrre il serial TV, presto in arrivo in terra francofona.
Largo Winch è un ricco avventuriero, amante delle donne e da esse molto amato per la sua bellezza, spavalderia e, naturalmente, per i suoi soldi, che gli permetto gli espedienti più affascinanti in ogni occasione (pizzeria o cena in barca con elicottero privato stasera?).
Largo è a capo di una grande holding industriale ereditata dal padre adottivo, all’interno della quale si perpetrano tradimenti e si tessono trame che dovrete dipanare durante il gioco.